domenica 18 luglio 2021

pc 18 luglio - I profitti delle multinazionali dell’imperialismo e il solletico della tassazione al 15 per cento… e cade tutto il fumo sollevato al G20 di Venezia

Proprio così, “solletico”, viene chiamata dal Sole24Ore di ieri la tassazione (se mai ci sarà) del 15% nei confronti dei “colossi del web”. E con ragione! Visto che la media attuale della tassazione è del 14.2%!

“14,2% - È la tassazione media effettiva delle società tecnologiche dell’S&P 500 Usa, già prossima all’aliquota minima del 15% condivisa dal G20”.

Sebbene le “terribili” notizie siano rimbalzate “da ogni parte del globo: dalle riunioni dell’Ocse al G20 dei ministri dell’Economia e dei banchieri centrali, dalle stanze della Commissione europea a Washington, dove l’amministrazione Biden ha dichiarato la fine delle agevolazioni per i big del digitale (nonostante la California e la Silicon Valley siano elettori e finanziatori del partito democratico del Presidente Usa) … il tam tam non ha prodotto (finora) grandi effetti in Borsa. Anzi…”

Perché “Nonostante tutto il vociferare sugli accordi e le decisioni del G20 a Venezia – spiega Alessandro Tentori, responsabile degli investimenti di Axa Im Italia – più che le notizie sulla tassazione, il mercato si è concentrato sulle revisioni al rialzo dei profitti nella prima parte dell’anno”.

E poi c’è tempo visto che “l’implementazione degli accordi al G20 e le ricadute concrete sono tutte da verificare … E poi ci sono ancora questioni importanti da risolvere: alcuni Paesi sono contrari alla tassazione del 15%, tra i quali Irlanda (sede di molte grandi società grazie al fisco benevolo), Estonia e Ungheria. ‘Basta che una nazione sia fuori dall’accordo – commenta Tentori – per vanificarne l’efficacia.”

E poi c’è “Janet Yellen (attuale segretario al Tesoro Usa e ex presidente della Federal Reserve, ndr) non vuole che si colpiscano troppo pesantemente le società della Silicon Valley”.

I governi dei paesi imperialisti, con tutti i loro “G20”, sono tanto più al servizio del capitalismo quanto più grandi sono le multinazionali come in questo caso Google, Microsoft, Facebook, Amazon... che, loro sì, possono colpire pesantemente e senza tanti riguardi le lavoratrici e i lavoratori di tutto il mondo che sono chiamati ad unirsi nella lotta implacabile contro lo sfruttamento senza fine di questo sistema.



Nessun commento:

Posta un commento