Stellantis, attraverso il suo attuale massimo dirigente, Tavares, sta facendo il suo sporco eterno mestiere, quello del capitalista che di volta in volta, quando non gli servono più, licenzia una certa quantità di operai!
E se prima l’accordo con i Cgil-Cisl-Uil era di 300 “uscite”
(v. proletaricomunisti del 15-luglio) adesso sono 800! Come riporta l’articolo
del Sole24Ore di oggi.
Ma anche Cgil-Cisl-Uil continuano a fare il loro sporco mestiere
perché come dicono i padroni “Per 260 addetti, un centinaio a Grugliasco e 160
alle Carrozzerie di Mirafiori, l’accordo sindacale è già chiuso. Per altri
550 la discussione è ancora in corso ma la strada è tracciata.”
Comincia la Fiom di Torino che in un comunicato parla di “ridimensionamento
dei lavoratori torinesi nel Gruppo”. E poi ci vogliono altri due
intelligentoni per questa altra frase: «È come se Stellantis avesse chiuso
improvvisamente una fabbrica di medie dimensioni in un territorio che in questi
anni ha solo visto cessazioni di attività e perdita occupazionale».
Come si vede la Fiom di Torino è davvero capace di grandi osservazioni!
E le parole di “Palombella, segretario generale della Uilm” chiariscono ancora meglio: «Se i francesi credono che in Italia possano essere sacrificati stabilimenti o posti di lavoro, noi non ci stiamo». Innanzi tutto, che c’entrano i “francesi”! Stellantis in Italia è la famiglia Agnelli/Elkann e lo sanno anche le pietre! E poi se avete già firmato di tutto e di più, compreso il via libera ai licenziamenti, chi vuol prendere ancora in giro quando dice “noi non ci stiamo”? Ma prendere in giro è appunto il loro mestiere… fino a quando gli operai staranno al gioco!
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Stellantis: 800 uscite incentivate a Torino nei poli di
Mirafiori e Grugliasco
La Fiom lancia l’allarme e parla di un ridimensionamento per la città, preoccupazione esprime anche Rocco Palombella segretario generale della Uilm
20 luglio 2021
Arriveranno a quota 800 le uscite incentivate dalle
fabbriche di Stellantis tra Torino e Grugliasco, con accordi sindacali per
anticipare la pensione oppure con contratti di espansione che prevedono una
nuova assunzione ogni tre uscite. Il Gruppo italo-francese dunque fa un
altro passo in direzione di quella razionalizzazione dei costi voluta e
annunciata dal ceo Carlos Tavares qualche mese fa, a pochi giorni dalla fusione
tra Fca e Psa. Per 260 addetti, un centinaio a Grugliasco e 160 alle
Carrozzerie di Mirafiori, l’accordo sindacale è già chiuso. Per altri 550 la
discussione è ancora in corso ma la strada è tracciata.
Gli interventi riguardano non soltanto i poli di
assemblaggio degli autoveicoli – Grugliasco e le Carrozzerie di Mirafiori –
ma anche gli Enti Centrali di Mirafiori, con circa 350 addetti coinvolti per
i quali si dovrebbe arrivare ad un accordo sui contratti di espansione, con la
contestuale assunzione di un centinaio di persone, le Meccaniche (80 addetti),
le Presse (50 addetti).
I primi a lanciare l’allarme sono stati i responsabili della
Fiom di Torino che in un comunicato hanno parlato di ridimensionamento dei
lavoratori torinesi nel Gruppo. Poi sono arrivate le parole di Rocco
Palombella, segretario generale della Uilm, che ha partecipato al congresso
provinciale della Uil a Torino in vista dello sciopero indetto dai
metalmeccanici per protestare contro lo sblocco dei licenziamenti. «Se i
francesi credono che in Italia possano essere sacrificati stabilimenti o posti
di lavoro, noi non ci stiamo» ha sottolineato Palombella.
«È come se Stellantis avesse chiuso improvvisamente una
fabbrica di medie dimensioni in un territorio che in questi anni ha solo visto
cessazioni di attività e perdita occupazionale» hanno sottolineato Edi
Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil di Torino, e Ugo Bolognesi,
responsabile di Mirafiori. Si tratta di esodi incentivati finalizzati
all'accompagnamento alla pensione e di accordi comunque sottoscritti da tutte
le sigle sindacali, «ma ciò non toglie che siamo di fronte alla perdita di
ulteriori posti di lavoro» sottolinea la Fiom, tracciando un parallelo con quanto
fatto in Germania quando Psa ha acquisito la Opel e ha tagliato un terzo dei
posti di lavoro.
Palombella dal canto suo sottolinea un ulteriore problema. «Dopo la fusione hanno detto che non ci saranno chiusure, ma si vedono effetti preoccupanti, come il processo di internalizzazione che scarica il problema sui lavoratori che restano fuori. C’è stata un’accelerazione che non è governata. Bisogna tenere presente cosa producono i nostri stabilimenti in questo momento e il cambio di tecnologia crea problemi sia alle lavorazioni sia alla componentistica» ha aggiunto Palombella.
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