I migranti tunisini sono attualmente
nettamente in testa con 4.827 arriva a fine ottobre.
Si chiede Il Giornale: come mai questo
paradosso di un'economia che vola e di un boom di profughi? Scrive,
infatti, Il Giornale: “oggi tra l'economia italiana e quella
tunisina non c'è un abisso. La crescita del Pil in Italia si è
azzerata, quella della Tunisia, secondo il FMI, toccherà il 2,4% nel
2018 e 2,9 l'anno prossimo”. Nello stesso tempo la disoccupazione,
sempre secondo questi dati, “in Italia è sopra al 10%, mentre in
Tunisia siamo intorno al 15%. Così come è in calo l'inflazione e
sono in crescita gli investimenti esteri... L'interscambio tra i due
paesi supera i 5miliardi e le imprese italiane attive in Tunisia sono
800”.
Ma qui si ferma il giornale, e non può
andare a fondo nella spiegazione della contraddizione tra sviluppo
economico in Tunisia e fuga dei tunisini.
Non può andare a fondo perchè non
tiene conto che siamo di fronte al rapporto tra imperialismo e
paese oppresso dall'imperialismo. Il cosiddetto “sviluppo” della Tunisia si traduce in profitti per l'imperialismo, italiano compreso, e, quindi, non si traduce certo in nuova ricchezza di un paese oppresso dall'imperialismo come la Tunisia.
paese oppresso dall'imperialismo. Il cosiddetto “sviluppo” della Tunisia si traduce in profitti per l'imperialismo, italiano compreso, e, quindi, non si traduce certo in nuova ricchezza di un paese oppresso dall'imperialismo come la Tunisia.
Chi beneficia di questa crescita in
atto, oltre che l'imperialismo, è la borghesia compradora del
capitalismo burocratico in Tunisia, non certo i proletari, le masse
popolari che, anzi, vedono aumentare il divario tra ricchi e poveri
all'interno di questo paese e cercano, quindi, una via di fuga.
I governi al potere anche in Tunisia
sotto un volto democratico sono governi corrotti, in preda alla
guerra tra di loro, tra una variante apertamente reazionaria,
integralista islamica e una variante occidentalista che usa il
laicismo e la battaglia delle donne per la parità per la contesa
intergovernativa.
La descrizione idilliaca della Tunisia
che fa la stampa borghese italiana arriva a sostenere, come fa
l'assessore regionale lombardo, De Corato: “In Tunisia non c'è la
dittatura, né la repressione, né la instabilità. Perchè scappano
questi tunisini?”. A parte il fatto che ciò che dice non è vero,
dove vuole andare a parare De Corato? “Questo arrivo è molto
sospetto”, ovvero alle affermazioni di Salvini, per cui sono
criminali, terroristi che stanno scappando.
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