“Non è una questione di fondi” ha
detto agli operai, agli alluvionati, ai terremotati, agli insegnanti e agli studenti
che non possono andare serenamente a scuola perché tutte disastrate, ecc. ecc.
E non prendiamo per adesso il
tasto dell’immondizia che è già diventato un problema che per la borghesia al
potere è impossibile da risolvere!
Ma se si trasformassero in soldi
le promesse fatte solo in Sicilia, ci ricorda l’articolo di repubblica, che
riportiamo sotto, ci vorrebbe un’altra intera Finanziaria.
Tra ammortizzatori sociali per
gli operai e le altre vertenze aperte, reddito di cittadinanza, fondi per gli
alluvionati e per la messa in sicurezza delle scuole arriviamo a più di 20
miliardi! E tutto questo, ha promesso, nel giro di qualche settimana!!!
“Nella legge di bilancio – ha rassicurato il
vicepremier - ci sono 5 miliardi di euro
per gli
investimenti, anche per le ristrutturazioni antisismiche, non è una questione di fondi”.
investimenti, anche per le ristrutturazioni antisismiche, non è una questione di fondi”.
Ma secondo i dati di
CittadinanzaAttiva, resi noti a settembre, per
la messa in sicurezza delle scuole italiane occorrerebbero da 15 a 20 miliardi
e la Sicilia è fra le tre regioni messe peggio. Lo confermano i dati del
monitoraggio sulle scuole siciliane reso noto dal governatore Musumeci: 2.164
scuole non a norma su un totale di 4.358. Per i primi interventi la Regione
ha stanziato 272 milioni di euro ma per mettere in sicurezza tutte le aule
dell’Isola occorrerebbe circa un miliardo.”
In questi giri Di Maio è sembrato
Renzi, anche lui in Sicilia girava a firmare Patti con chiunque, sindaci,
presidenti di regione… basta che gli dessero il voto! E anche Di Maio, come Renzi, ad un certo punto ha preso l’elicottero per spostarsi nei suoi giri in Sicilia!
Un giro di troppo però, ha fatto
molto male a Renzi, che come si sa, ad un certo punto a forza di girare è “caduto”…
***
Le promesse di Di Maio? In
Sicilia costano 2,5 miliardi
Reddito minimo, ammortizzatori
sociali, interventi sulle scuole e fondi agli alluvionati
Per rendere veri i proclami del
vicepremier nell’Isola servirebbe una montagna di soldi
Due giorni di annunci e promesse
in giro per le piazze dei comuni siciliani che valgono qualcosa come 2,5
miliardi. È il conto, calcolato per difetto, del tour nell’Isola del ministro
per lo Sviluppo economico, il vicepremier Luigi Di Maio. Non solo il cavallo di
battaglia del reddito di cittadinanza che da solo per la Sicilia costerà un
miliardo ma anche il ripristino dei vari ammortizzatori sociali “pre Jobs Act”
per tutti i lavoratori rimasti disoccupati dopo la chiusura delle aziende,
anche quelle con meno di 100 dipendenti, e gli aiuti per le zone colpite da
alluvione e sisma in Sicilia orientale. Soldi da trovare subito, visto che nel
caso della Fiat di Termini Imerese e dell’alluvione il ministro ha promesso decisioni
nel giro di giorni o settimane.
Termini batte cassa
I primi annunci sono giunti a
Termini Imerese davanti ai cancelli della Blutec. Innanzitutto, sul rinnovo
degli ammortizzatori sociali nel 2019 per i circa mille lavoratori dell’ex Fiat
di Termini Imerese, i 700 “diretti” passati a Blutec e i 300 dell’indotto,
compresi i 21 della Lear fino ad oggi rimasti fuori per un cavillo dagli
ammortizzatori sociali previsti per le aree di crisi complessa. Se si considera
che nel 2018 per 250 lavoratori indotto ex Fiat si sono spesi 5 milioni di
euro, i conti sono presto fatti. Per i 300 lavoratori dell’indotto ci vorranno
6 milioni di euro, per i 570 Blutec non ancora al lavoro in fabbrica altri 11
milioni. Ci sono poi i due anni di “arretrati” promessi agli operai Lear che
costano altri 800 mila euro.
Non solo Fiat
Ma nella stessa situazione degli
ex Fiat ci sono anche 140 lavoratori, quasi tutti metalmeccanici, dell’indotto
del petrolchimico di Gela per i quali servono altri 2,8 milioni di euro. E
l’appena confermato segretario regionale Fiom, Roberto Mastrosimone, ricorda che
si sono altri 64 lavoratori che Di Maio a questo punto non può dimenticare:
“Sono i 44 della Ssa e i 20 della Manital che occupandosi di servizi e non
essendo operai hanno avuto l’indennità di disoccupazione che non si può
rinnovare dopo il 31 dicembre. Anche loro sono vittime id un’ingiustizia come
gli ex Lear.” E per loro occorrono 1,2 milioni. Totale dell’operazione 21,8
milioni. Ma il conto potrebbe gonfiarsi e di molto se si considera che il
ministro ha assicurato il ripristino degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori
rimasti a spasso per la chiusura delle aziende, anche per le piccole imprese.
Secondo i dati dello stesso Mise e dei sindacati, considerando le vertenze
grandi e piccole aperte in Sicilia ci sono a rischio oltre 10 mila posti di
lavoro. Assicurare la cassa integrazione a tutti costerebbe 200 milioni.
Cittadinanza miliardaria
Ma al momento la promessa più
costosa del fronte grillino nel nuovo governo rimane il reddito di cittadinanza
che in Sicilia riguarderebbe 1,2 milioni di persone, quelle con reddito al di
sotto dei 9.600 euro. Di questi cittadini già 300mila hanno fatto domanda per
il Rei, il reddito di inclusione. Stime prudenti degli stessi Cinque Stelle
parlano di 700-800 milioni che però, se si considera il costo per mettere in
sesto i centri dell’impiego necessari a far funzionare la misura, il contro
schizza a quota un miliardo.
Una pioggia di soldi
Di Maio si è poi spostato in
Sicilia orientale per visitare le zone colpite dall’alluvione dei giorni scorsi
e quelle danneggiate dal sisma all’inizio del mese. Di Maio ha promesso che il
Consiglio dei ministri già la prossima settimana dichiarerà lo stato di
emergenza per gli alluvionati di Catania e in conferenza stampa a Scordia ha
assicurato che oltre agli interventi sul patrimonio pubblico saranno risarciti
i privati che hanno subito danni a abitazioni o aziende. “C’è una emergenza
importante in questa zona – ha aggiunto il vicepremier – che è quella della
produzione agrumicola. Il nostro obiettivo è quello di dare il massimo sostegno
agli agricoltori. Lo Stato sarà dalla loro parte. Entro fine anno ci potrà
essere lo sblocco delle risorse.” In questo caso i conti sono ancora più che
provvisori ma le prime stime di coldiretti che riguardano solo i danni
immediati alle colture di agrumi e ortaggi, anche in prospettiva sul futuro, si
aggirano sui 400 milioni di euro. A questi soldi bisognerebbe aggiungere i
danni a strade e infrastrutture pubbliche e private.
Il terremoto fa scuola
Provvedimenti analoghi, qualche
ora prima, erano stati annunciati da Di Maio a Biancavilla riguardo ai danni
causati dal sisma di quasi un mese fa. Risarcimenti ai privati e messa in
sicurezza degli edifici pubblici con priorità “alle scuole dei nostri figli.
Nella legge di bilancio – ha rassicurato il vicepremier - ci sono 5 miliardi di
euro per gli investimenti, anche per le ristrutturazioni antisismiche, non è
una questione di fondi”. Ma secondo i dati di CittadinanzaAttiva, resi noti a
settembre, per la messa in sicurezza delle scuole italiane occorrerebbero da 15
a 20 miliardi e la Sicilia è fra le tre regioni messe peggio. Lo confermano i
dati del monitoraggio sulle scuole siciliane reso noto dal governatore
Musumeci: 2.164 scuole non a norma su un totale di 4.358. Per i primi
interventi la Regione ha stanziato 272 milioni di euro ma per mettere in
sicurezza tutte le aule dell’Isola occorrerebbe circa un miliardo. E così il
conto arriva a 2,5 miliardi di euro. Almeno fino al prossimo tour del leader
Cinquestelle in Sicilia.
La Repubblica Palermo
28 ott. 18
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