sabato 3 novembre 2018

pc 3 novembre - La conferenza di Palermo sulla Libia e la sua importanza

La Conferenza sulla Libia a Palermo sta diventando un vero Vertice internazionale che punta a raccogliere tutte le fazioni in lotta in Libia, ma nello stesso tempo tutti i paesi imperialisti più o meno direttamente interessati.
Ma i suoi risultati sono assolutamente incerti, tanto è vero che non si prevedono conclusioni scritte che dietro al facciata di unità ratificherebbero contrasti laceranti.
Apparentemente il governo imperialista italiano conta in quest'opera dell'appoggio di tutti. L'Onu, sotto la cui egida si svolge la Conferenza. Trump e la Nato che hanno riconosciuto e sostenuto un ruolo di prima fila dell'Italia nell'intervento di stabilizzazione politico-militare.
Ma questa è l'apparenza. La sostanza, quella che cammina è la lotta sorda tra paesi imperialisti.
La Francia nel maggio scorso, mettendo assieme Al Serraj e Haftar, voleva le elezioni il 10 dicembre; l'Onu sta mettendo in opera una nuova road map l'8 novembre. Ma queste date non sono le date riconosciute dalla fazioni in campo in Libia e dai loro padrini imperialisti che sanno bene che il l'otto non può che essere la ratifica della vittoria politico-diplomatico-militare di una delle fazioni rappresentante per interposta persona l'imperialismo dominante.
Siamo ad una Conferenza “last minute”. Macron, ad esempio,a 10 giorni da essa non ha ancora deciso di esserci. Mentre dovrebbero essere presenti i due rappresentanti delle due potenze imperialiste principali che per ragioni diverse sostengono il ruolo dell'Italia nell'area, ci saranno, quindi, il segretario di Stato Usa, Pompeo e Medvedev per la Russia. Infine, è certa la presenza della cancelliera Merkel, ma il suo arrivo in questa occasione e da “anatra zoppa” e non è chiaro quindi il ruolo effettivo che potrà avere in essa.

Certo, dietro la questione libica c'è la guerra, in Libia, nel Mediterraneo e in tutto il nord Africa; c'è l'ondata dei migranti, e dietro guerra e migranti ci sono profitti e rapina in ballo.
In Libia, quando si parla di profitti, si parla di entrare petrolifere. La produzione e il prezzo del greggio, la Banca centrale libica è la Noc, l'Ente petrolifero di Stato. All'ombra della Conferenza di Palermo c'è anche perfino la nomina di chi capeggerà queste istituzioni bancarie.
Una volta tanto si tratta di dare ragione a Salvini quando dichiara: “Sarà l'economia a Palermo la chiave di volta per superare le incomprensioni politiche tra Tripolitania e Cirenaica”. Così come sono i soldi per rilanciare la cosiddetta “ripresa economica”messi in campo dalle varie potenze imperialiste la chiave di volta del successo della stessa Conferenza.
Ma la Libia è un teatro di guerra e gli interessi imperialisti sono divergenti, e, quindi, in quanto guerra è il rapporto di forza militare l'elemento decisivo, in quanto contesa interimperialista dipende dalla cordata vincente. E in questo l'Italia è ancora da vedere se di essa fa parte.

La venuta di Haftar alla Conferenza è il risultato di un complesso lavoro diplomatico. Haftar legato all'Egitto e alla Russia aveva poco tempo fa dichiarato “persona non grata l'ambasciatore italiano a Tripoli”; così come non erano mancate tracotanti dichiarazioni che avrebbe opposto la forza militare all'intervento militare italiano.
Cosa è successo che lo porta ora a partecipare? Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, avrebbero fatto pressioni in questo senso sia il presidente egiziano Al Sisi sia i russi e a rafforzare questa pressione c'è peraltro la presenza diretta alla Conferenza di Palermo di russi ed egiziani, anzi tutt'oggi si vocifera sulla presenza di Al Sisi stesso.
Certo, il linguaggio di Haftar e quello del governo italiano è improntato a dire le stesse cose ma ad interpretarle in senso diametralmente opposto. Haftar ridimensiona la cacciata dell'ambasciatore italiano, dicendo che è stata fatta perchè si voleva un cambio di rotta e con la sua presenza fa intendere che questo cambio di rotta c'è stato, cosa che evidentemente non corrisponde esattamente alla posizione del governo italiano che resta comunque uno dei sostenitori, se non il principale di Al Serraj.
L'Onu sta lavorando perchè alla Conferenza ci sia “trippa per i gatti”, e sta approntando una road map che dovrà essere nota l'8 novembre sulla quale ci sia la convergenza delle due fazioni libiche principali. I due punti principali di convergenza dovrebbero essere la data delle elezioni e l'accordo tra i due eserciti a disposizione di Serraj e Haftar. Ma proprio su questo, Onu o non Onu, non si può certo dire che l'accordo ci sia già. E tenendo conto che questo accordo, ora come ora, obiettivamente tiene fuori la Francia, i propositi Onu dovranno passare al vaglio della Conferenza di Palermo e degli accordi se ci saranno.

All'ombra dell'azione dei governi e quindi di tutto questo circolo che si radunerà a Palermo ci sono solo e sempre gli interessi delle Compagnie petrolifere ma anche dell'Industria bellica. L'Italia è chiaramente interessata a tutto quell'agglomerato che è diventata la Leonardo, dove abbiamo non solo l'interesse a mettere mani nelle pasta ma anche in particolare, reso noto dal Corriere della Sera, della presenza di una partecipazione azionaria libica, la Lybian investment authority.

La Francia è incerta sulla sua presenza perchè questa Conferenza se riesce obiettivamente aumenta il ruolo dell'Italia. Se Macron potesse parlare liberamente direbbe che l'imperialismo francese vuole il fallimento della conferenza, sì che possa far tornare Parigi la vera capitale della possibile mediazione, come sembrava essere nel maggio scorso. Ma, come abbiamo già scritto, alla fine la mediazione si misura sul campo e sul campo decideranno la forza militare, e anche se si realizzasse un comando comune, sotto l'auspicio dell'Onu e della sua road map santificata alla Conferenza di Palermo, chi comanda il comando comune?
Così come in economia, se si realizza la fusione tra la Banca centrale libica e il Noc (Ente petrolifero di Stato) controllati rispettivamente da Tripoli e Bengasi, chi presiede il nuovo Ente unificato?

Sul piano militare la novità degli ultimi tempi è rappresentata dalle truppe di Misurata che si sono formate sul campo di battaglia nella lotta contro l'Isis e che hanno sedato la recente rivolta di Tripoli. Con chi si alleano le truppe di Misurata? Con Haftar o con il governo legittimo?
Questo può divenire un fattore decisivo. E in questi giorni che precedono la Conferenza c'è un intenso lavoro in questo senso. Questo spiega la ragione per cui il contrariato Macron chiama in questi giorni a colloquio i rappresentanti delle truppe di Misurata, per dare e avere, per tornare ad essere l'ago della bilancia dell'accordo militare e del rientro come garante di quest'accordo militare dell'imperialismo francese.

In conclusione la Conferenza di Palermo non è come le altre conferenze che pure hanno avuto luogo in altri scenari. E' un turbino politico, militare, economico il cui esito finale non è scontato.
Certo a questa Conferenza tutti potrebbero essere rappresentati, tranne i proletari e i popoli dei paesi imperialisti come delle masse devastate della Libia e dell'intero arco del Mediterraneo.
Dare voce a chi non ha voce, mettere in campo la necessità di spazzare via l'imperialismo, le bande armate al suo servizio, i regimi reazionari, i profitti della rapina e della guerra. Questo è il compito dei comunisti, delle forze antimperialiste.

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