martedì 30 ottobre 2018

pc 30 ottobre - I SINDACATI CONFEDERALI APPOGGIANO L'OPERAZIONE MAGNETI MARELLI - MA LE LORO RASSICURAZIONI AI LAVORATORI SONO MOLTO FRAGILI

(Dalla stampa) - La cessione di Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei è la prima operazione conclusa da Mike Manley da ad di Fca. Vendendo il gioiellino della componentistica, Fca ha incassato 6,2 miliardi di euro. Una cifra rilevante che dovrebbe servirà per realizzare il piano industriale per gli stabilimenti italiani dell’auto, a partire da Mirafiori e Pomigliano. Investimenti che saranno illustrati ai sindacati a fine novembre: il 29 a Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri, il 30 alla Fiom.

Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri assicurano: «Non sussiste alcuna sovrapposizione produttiva in Italia e in Europa che metta a rischio l’occupazione nelle fabbriche Magneti Marelli che avrà più risorse e occasioni, per investire nell’ambito dell’elettronica e della elettrificazione, soprattutto sui mercati asiatici dove ha sempre fatto fatica ad essere presente».
La Fim Cisl aggiunge. «In prospettiva è una fusione a somma positiva. Ora per noi è indispensabile
che i 6,2 miliardi ottenuti da Fca per la vendita di Magneti Marelli vengano tutti spesi per valorizzare e irrobustire al meglio il piano industriale 2018-2022, per stringere sui tempi di realizzazione dei nuovi prodotti destinati agli stabilimenti italiani».

La Fiom nazionale e di Torino dichiara: "A Torino la Magneti Marelli è una realtà importante dove lavorano 3.200 persone, l'azienda ha mandato segnali di distensione dichiarando che sia l'occupazione che gli stabilimenti saranno mantenuti. Per quanto ci riguarda prendiamo atto delle affermazioni fatte a un tavolo ufficiale e continueremo a monitorare la situazione... Le garanzie per i lavoratori dovranno essere nel prossimo piano industriale e nelle nuove relazioni sindacali», L’azienda ha presentato l’operazione ed esposto gli elementi positivi che la fusione tra Magneti Marelli e Calsonic Kansei offre alla nascente società che vedrà il battesimo a metà del 2019. Le sinergie tra i due gruppi consistono in almeno tre fattori: sono operanti in aree geografiche diverse, hanno diversi committenti e produzioni non sovrapponibili. L’accordo, con scadenza nel 2022, garantirà il mantenimento dei livelli occupazionali dei lavoratori che transiteranno nella nuova azienda».

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