Nella lotta agli assistenti igienico
personali un fatto grave è quanto accaduto lo scorso anno.
Nell'ambito
di una manifestazione delle lavoratrici precarie in occasione dell'assegnazione di una gara
d'appalto, c'è stato un duro intervento della Polizia, Digos che ha portato
alla denuncia di 24 lavoratrici slai cobas sc. Nei giorni scorsi è arrivato l'avviso di
chiusura indagine.
Per dare un segnale politico di lotta è stato
deciso di far sentire tutti i lavoratori, con delle note già
predisposte, fatto questo allo scopo anche per allungare i tempi, ma soprattutto per far capire agli stessi lavoratori l'importanza di essere compatti contro la repressione. Finora è stata solo sentita la lavoratrice rappresentante della lotta delle assistenti.
Questo fatto è da collegare con gli
atti repressivi contro le lotte che vengono portati avanti oggi con
sempre maggiore
insistenza. A Palermo le lavoratrici sono denunciate per occupazione
del Palazzo, per interruzione di area pubblica, quando in realtà è
stato solo una sospensione, è stato, quindi, palesemente un intervento eccessivo da
parte delle forze dell'ordine.
Questo per evidenziare come ci sono
del segnali precisi di attacco al diritti di lotta dei lavoratori.
Questi segnali li avevamo visti già con il Ministro degli Interni
Minniti, ora sul solco tracciato dal precedente governo si è
inserito questo nuovo che amplia a dismisura la linea repressiva
col "decreto sicurezza"; decreto che nei confronti delle lotte dei
lavoratori per i propri diritti, per la difesa del posto di lavoro, del salario, ecc., rischiano di essere ancora più gravi, perchè per esempio si prevede
addirittura l'arresto per blocchi stradali, o altre manifestazioni, e
anche il daspo urbano, l'allontanamento da determinate zone della
città, da determinati Palazzi istituzionali.
Questo aspetto va preso in
considerazione attentamente e su di esso vanno concentrate tutte le
iniziative possibili, non certo per far cambiare idea al governo
attuale quanto per attirare l'attenzione per diffondere controinformazione su questo stato di repressione. Anche perchè "a pelle" si vede
che da parte dei cittadini, delle masse popolari non si avverte
questa situazione repressiva, anzi sembra quasi che l'azione del
governo debba proteggerli. Questo, chiaramente, a causa del
bombardamento mediatico.
Ma questo aspetto va curato, occorre far
rendere conto alle persone della nuova fase in cui ci si sta trovando.
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