giovedì 1 novembre 2018

pc 1 novembre - SULLA REPRESSIONE DELLE LOTTE DEI LAVORATORI - Dall'intervento dell'avv. Vincenzo Catastimeni di Palermo al Coord. naz. Slai cobas sc


Nella lotta agli assistenti igienico personali un fatto grave è quanto accaduto lo scorso anno.
Nell'ambito di una manifestazione delle lavoratrici precarie in occasione dell'assegnazione di una gara d'appalto, c'è stato un duro intervento della Polizia, Digos che ha portato alla denuncia di 24 lavoratrici slai cobas sc. Nei giorni scorsi è arrivato l'avviso di chiusura indagine. 
Per dare un segnale politico di lotta è stato deciso di far sentire tutti i lavoratori, con delle note già predisposte, fatto questo allo scopo anche per allungare i tempi, ma soprattutto per far capire agli stessi lavoratori l'importanza di essere compatti contro la repressione. Finora è stata solo sentita la lavoratrice rappresentante della lotta delle assistenti.

Questo fatto è da collegare con gli atti repressivi contro le lotte che vengono portati avanti oggi con
sempre maggiore insistenza. A Palermo le lavoratrici sono denunciate per occupazione del Palazzo, per interruzione di area pubblica, quando in realtà è stato solo una sospensione, è stato, quindi, palesemente un intervento eccessivo da parte delle forze dell'ordine.
Questo per evidenziare come ci sono del segnali precisi di attacco al diritti di lotta dei lavoratori. 

Questi segnali li avevamo visti già con il Ministro degli Interni Minniti, ora sul solco tracciato dal precedente governo si è inserito questo nuovo che amplia a dismisura la linea repressiva col "decreto sicurezza"; decreto che nei confronti delle lotte dei lavoratori per i propri diritti, per la difesa del posto di lavoro, del salario, ecc., rischiano di essere ancora più gravi, perchè per esempio si prevede addirittura l'arresto per blocchi stradali, o altre manifestazioni, e anche il daspo urbano, l'allontanamento da determinate zone della città, da determinati Palazzi istituzionali.

Questo aspetto va preso in considerazione attentamente e su di esso vanno concentrate tutte le iniziative possibili, non certo per far cambiare idea al governo attuale quanto per attirare l'attenzione per diffondere controinformazione su questo stato di repressione. Anche perchè "a pelle" si vede che da parte dei cittadini, delle masse popolari non si avverte questa situazione repressiva, anzi sembra quasi che l'azione del governo debba proteggerli. Questo, chiaramente, a causa del bombardamento mediatico. 
Ma questo aspetto va curato, occorre far rendere conto alle persone della nuova fase in cui ci si sta trovando.

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