Il primo ministro è andato a Tunisi per
cercare di coinvolgere la Tunisia nel piano di stabilizzazione
politico militare e di intervento dell'imperialismo italiano.
Sotto la bandiera della “sicurezza
nel Mediterraneo” si cerca di domare il focolaio libico, mentre
continua la guerra sotterranea tra i paesi imperialisti interessati e
in particolare tra Italia e Francia.
I governi imperialisti cercano ogni
giorno di acquisire nuovi partecipanti per schierarli al loro fianco
all'interno della Conferenza. L'ultimo colpo lo mette a segno però
la Francia che incontra a Parigi gli esponenti delle milizie di
Misurata che, all'ombra del conflitto tra le due forze principali,
quelle intorno al governo Serraj e quelle raccolte intorno ad Haftar,
stanno conquistando anch'esse il loro spazio.
In Tunisia l'imperialismo italiano con
questa visita cerca di ricucire lo strappo provocato dal Ministro
degli Interni, Salvini, che aveva fatto fallire clamorosamente il viaggio blitz di quest'ultimo alcuni giorni fa.
degli Interni, Salvini, che aveva fatto fallire clamorosamente il viaggio blitz di quest'ultimo alcuni giorni fa.
Oggi, invece, la visita è all'insegna
dell'amicizia. Un'amicizia, però, che è a favore solo
dell'imperialismo italiano e della borghesia compradora tunisina,
rappresentata dalla coppia Essebisi-Chahed.
E' sempre la questione migranti, però,
in prima pagina, con il governo tunisino che vuole contribuire
ricavandone soldi.
La Conferenza sulla Libia sta
diventando, quindi, sempre più un appuntamento chiave della nuova
fase, anche se a tutt'oggi non è altrettanto chiaro il quadro dei
partecipanti.
Sin dall'inizio proletari comunisti ha
svolto un ruolo di denuncia e di appello alla mobilitazione verso
questa Conferenza, non come evento in sé ma parte di quella
battaglia indispensabile nello scenario del Mediterraneo contro
l'imperialismo italiano, contro l'accentuarsi delle tensioni
interimperialiste, in solidarietà ai migranti divenuti arma di
ricatto e merce di scambio della contesa interimperialista e della
battaglia tra gli interessi delle multinazionali, in particolare per
l'Italia l'ENI.
La denuncia e la proposta di proletari
comunisti non ottiene però la dovuta attenzione, tenendo conto che
proletari comunisti sta intensamente lavorando per fare del rapporto
tra le due sponde del Mediterraneo non un mero fatto di parole ma di
collegamento e unità internazionalista con le forze comuniste,
antimperialiste presenti in questi paesi, perchè solo l'unità della
lotta contro l'imperialismo italiano e la lotta dei proletari e
popoli oppressi contro l'imperialismo e i regimi interni reazionari
ad esso asserviti, è la chiave di volta per mettere fine al “mare
della morte” che è diventato il Mediterraneo.
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