Osservatorio Repressione
Otto anni e sei mesi di Daspo per meno di 5 secondi di solidarietà
Questa è la risposta repressiva ad un pacifico atto di denuncia verso il genocidio del popolo curdo perpetrato dall’esercito turco.
Il 20 gennaio l’esercito del presidente Erdogan– col supporto di gruppi jihadisti, la complicità della NATO e dotato di armi prodotte dal gruppo Finmeccanica – ha iniziato un attacco efferato nella regione di Afrin colpendo indiscriminatamente obiettivi civili e militari: una carneficina finalizzata a cancellare l’esperienza di auto-organizzazione sviluppata nell’area negli ultimi anni.
In tutto il mondo da mesi si intensificano le manifestazioni di solidarietà. A Perugia, oltre a raccolte in sostegno delle popolazioni attaccate, volantinaggi e assemblee, il 21 Marzo, verso il termine della partita di pallavolo Perugia – Ankara, otto persone (con regolare biglietto) hanno esposto in silenzio uno striscione di dissenso alla politica terrorista di Erdogan.
Lo striscione è stato prontamente sequestrato e i manifestanti identificati ed allontanati dalle forze dell’ordine.
Ma non è finita qui!
Nei giorni seguenti ogni manifestante è stato raggiunto da un Daspo sportivo, che prevede pesanti limitazioni alla libertà di movimento, con l’accusa immotivata di “istigazione alla violenza“.
In evidente spregio all’idea stessa di Stato di Diritto la Polizia – forte di una legislazione sempre più autoritaria in tema di “sicurezza” e “ordine pubblico” ( vedi legge Orlando-Minniti) – a suo insindacabile arbitrio decide quali sono le idee e le forme di espressione del pensiero lecite.
La Polizia si sostituisce così all’autorità giudiziaria introducendo a proprio piacimento criteri di “pericolosità sociale” sulla base dei quali classificare le persone e decidere sull’esercizio delle libertà personali e politiche, impedendo agli interessati di far valere quei pochi diritti ancora riconosciuti dall’ordinamento vigente.
Mentre lo Stato Italiano che “ripudia la guerra” benedice carri armati e bombardieri impegnati a sterminare decine di migliaia di persone, la Polizia reprime coloro che si oppongono pacificamente a questa carneficina.
Per la Polizia la solidarietà è “istigazione alla violenza”
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