martedì 3 aprile 2018

pc 3 aprile - In Gran Bretagna, ma in tutto il mondo, polizia al servizio della repressione padronale


Gran Bretagna. La lista nera dei lavoratori, spiati da polizia e imprese

Operai e sindacalisti delle costruzioni che denunciavano problemi nella sicurezza venivano schedati in una blacklist. “Le aziende controllavano segretamente i potenziali dipendenti, e quelli ritenuti politicamente problematici non potevano più lavorare”. Per anni, in Gran Bretagna, i lavoratori edili sindacalizzati che si lamentavano di violazioni della sicurezza sono stati segnalati a una lista nera segreta da agenti di una sezione speciale della polizia. La lista, utilizzata e finanziata da diverse imprese di costruzione britanniche, veniva usata illegalmente dalle ditte per negare l’impiego a molti lavoratori e sindacalisti per lunghi periodi di tempo. Un’indagine interna della polizia – riporta il Guardian – ha trovato prove che “hanno rivelato un flusso di informazioni potenzialmente scorretto” verso organizzazioni esterne, informazioni che terminavano sulla lista nera. In risposta a una denuncia inoltrata dal Blacklist Support Group (Bsg), che rappresenta molti degli operai schedati, Richard Martin, vice commissario aggiunto della Metropolitan Police britannica (Met), in una lettera
in cui si delineano le conclusioni dell’indagine ha scritto che l’accusa che la polizia avesse fornito informazioni riservate alla lista nera era “dimostrata”.
Nonostante l’ammissione, non saranno intraprese ulteriori azioni contro gli agenti coinvolti fino a quando non sarà conclusa un’inchiesta pubblica, ha detto il Met in una dichiarazione riportata da Euronews. Lo scandalo delle liste nere è scoppiato nel 2009, in seguito al rinvenimento di un database stampato contenente informazioni su 3.212 lavoratori. Era stato utilizzato da oltre 40 società di costruzione per controllare la gestione del personale e le nuove assunzioni. Molti lavoratori sono stati registrati per aver sollevato problemi di sicurezza. La lista nera includeva anche i dettagli delle opinioni politiche, delle competenze e delle attività sindacali degli schedati. “Aspettavamo da sei anni questo esito. Quando abbiamo iniziato a parlare della collusione della polizia nella lista nera, la gente ci guardava come se fossimo teorici della cospirazione”, ha dichiarato il segretario della Bsg Dave Smith. “Ci è stato detto: cose del genere non accadono qui. Con questa ammissione dalla polizia di Met, la nostra ricerca della verità è stata confermata”. Ha aggiunto Smith: “Se sta accadendo nell’edilizia, la stessa cosa accadrà in altri settori”. Milioni di sterline in risarcimento sono stati versati in cause civili negli anni successivi alla scoperta della lista nera. Nel 2016 – riporta la Bbc – il sindacato Unite ha raggiunto un accordo con le imprese di costruzione che ha portato a 256 lavoratori “schedati” indennizzi per oltre 10 milioni di sterline. Il segretario generale aggiunto di Unite (a questo link una ricostruzione della vertenza), Howard Beckett, ha dichiarato: “Consulteremo urgentemente i nostri esperti legali per individuare con esattezza quali azioni legali possiamo appropriate a nome dei nostri membri, le cui vite sono state rovinate a causa delle attività della polizia”. Il Watergate dell’edilizia Lo scandalo delle liste nere – ricostruisce la Bbc – è venuto alla luce nel 2009 a seguito di un’incursione nella sede di un’organizzazione, la Consulting Association. L’elenco portato alla luce in alcuni casi includeva anche dettagli su relazioni personali e attività politica, nonché i collegamenti sindacali sui siti di costruzione. Stando alla Bbc, sono otto le ditte che hanno utilizzato la lista nera, e che sono state citate in giudizio dagli operai: Carillion, Balfour Beatty, Costain, Kier, Laing O’Rourke, Sir Robert McAlpine, Skanska UK e Vinci. “Si sa che le grandi aziende hanno finanziato la lista nera clandestina almeno dagli anni settanta – scrive la Bbc -. (…) Le aziende controllavano segretamente i potenziali dipendenti, e quelli ritenuti politicamente problematici non potevano più lavorare, senza che sapessero il perché”. L’operazione di blacklisting è stata giudicata illegale e chiusa nel 2009 dallInformation Commissioner’s Office dopo la pubblicazione di un articolo sul Guardian. I media britannici sostengono che l’inchiesta interna di Scotland Yard avrebbe rivelato l’esistenza di una sezione speciale, la Industrial Intelligence Section. “Le accuse sul coinvolgimento nella lista nera saranno completamente esplorate durante l’inchiesta pubblica sulla polizia sotto copertura”, ha dichiarato Scotland Yard in una nota.
(D.O.)

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