FERMIAMO LE RUOTE
DELL’OCCUPAZIONE SIONISTA.
ISRAELE MAGLIA NERA!
No allo sport-washing
delle barbarie sioniste contro il Popolo Palestinese!
No alla partenza del Giro d’Italia 2018 in Israele!
No alla partenza del Giro d’Italia 2018 in Israele!
Il Giro d'Italia del 2018 inizierà con le prime tre tappe da Israele:
partenza da Gerusalemme il 4 maggio, seconda tappa Haifa /Tel Aviv, la terza
tappa attraverserà il Naqab (Negev).
Come spiegare la partenza del Giro d’Italia da
Gerusalemme?
La ragione ufficiale riguarda la volontà di dedicare
questa edizione del Giro alla memoria di Gino Bartali, il cui nome è stato
impresso sul muro dei “Giusti tra le Nazioni” per aver salvato diverse centinaia
di ebrei italiani dalle persecuzioni nazifasciste. Vista, però, la mancanza di
tappe che in qualche modo potessero ricondursi alla vita del ciclista e
l’assenza di questo argomento nella
pubblicistica del Giro, appare da subito evidente che questa motivazione è un pretesto. Il vero motivo è un altro: la volontà da parte del governo italiano di omaggiare le politiche di Israele e indirettamente quelle degli USA, al fine di cementare l’intesa tra questi paesi imperialisti nello scacchiere della guerra mediorientale. Trump, infatti, due mesi fa ha riconosciuto Gerusalemme quale capitale di Israele, prevedendo lo spostamento dell’ambasciata americana proprio il prossimo mese di maggio: con questa decisione si calpesta la Risoluzione ONU n. 181 che dichiara la città di Gerusalemme “corpus separatum” sotto amministrazione delle Nazioni Unite.
pubblicistica del Giro, appare da subito evidente che questa motivazione è un pretesto. Il vero motivo è un altro: la volontà da parte del governo italiano di omaggiare le politiche di Israele e indirettamente quelle degli USA, al fine di cementare l’intesa tra questi paesi imperialisti nello scacchiere della guerra mediorientale. Trump, infatti, due mesi fa ha riconosciuto Gerusalemme quale capitale di Israele, prevedendo lo spostamento dell’ambasciata americana proprio il prossimo mese di maggio: con questa decisione si calpesta la Risoluzione ONU n. 181 che dichiara la città di Gerusalemme “corpus separatum” sotto amministrazione delle Nazioni Unite.
La scelta vergognosa di far partire il Giro d’Italia
da Gerusalemme legittima di fatto il progetto israeliano di
colonizzazione/insediamento della Palestina e occulta i crimini che Israele
quotidianamente commette contro la popolazione Palestinese. Nel silenzio
dell’informazione internazionale, Israele attua politiche di ampliamento di
colonie, espropria acqua e terra, impedisce la produzione di beni, il libero
movimento delle persone e delle cose con blocchi e muri, arresta e trattiene in
carcere, senza motivo, bambini e adulti, demolisce case e assassina chi si vuole
opporre alle violenze dell’occupazione. Più di due milioni di palestinesi della
striscia di Gaza vivono da 11 anni sotto assedio senza acqua, elettricità,
servizi sanitari, sotto attacchi armati israeliani che hanno fatto migliaia di
vittime tra donne uomini e bambini: crimini contro i diritti universali che si
affermano nel silenzio totale della comunità internazionale. Crimini che i
colonizzatori chiamano “diritto a difendersi” mentre nella pratica si traducono
nel “diritto ad occupare” e nel “diritto di sterminio”. Violenze che, è facile
prevedere, il Giro d'Italia non solo non mostrerà, ma si propone di celare per
ricostruire una facciata democratica a Israele.
Da diversi anni è consolidata la pratica di far
partire grandi tappe sportive dall’estero per ragioni principalmente economiche:
uno Stato o una città pagano gli organizzatori del Giro per ospitare l’evento.
L’aspetto che contraddistingue la decisione di quest’anno, però, è che la scelta
è soprattutto dettata da una volontà politica e solo successivamente economica.
Quest’operazione di pulizia d’ immagine, che ha già coinvolto altre
manifestazioni culturali e sportive, fa parte di una strategia, Brand Israel,
per la quale il governo israeliano ha stanziato sostanziose risorse finanziarie.
Israele infatti ha pagato, o meglio investito, 4 milioni alla Rizzoli-Corriere
della Sera (gli organizzatori della corsa) per ospitare la partenza del Giro
d’Italia. Non un impegno economico per una manifestazione sportiva, quale è il
Giro d’Italia, ma un’occasione per sostenere e occultare le politiche criminali
che lo Stato sionista sta attuando. Al Giro d’Italia parteciperà una squadra
israeliana invitata dagli organizzatori della gara; ciclisti pagati
profumatamente, basti pensare ai 2,4 milioni di dollari investiti da Israele per
accaparrarsi il campione del Tour de France Chris Froome.
La stessa immagine di Bartali viene strumentalizzata
e piegata ai fini propagandistici israeliani, perché ancora una volta si
strumentalizza il crimine della Shoah per legittimare l'occupazione della
Palestina e si affibbia l'infamante etichetta di antisemiti ai solidali con la
Resistenza Palestinese. Un lavaggio dei cervelli che parte dalle parole stesse,
visto che “semita” indica infatti l'appartenenza ad un gruppo linguistico del
Medio Oriente (che comprende tanto l'arabo quanto l'ebraico), mentre il
“sionismo” è l'ideologia politica fondante dello stato colonialista d'Israele,
basata su una dottrina razzista, di separazione e supremazia degli ebrei. Noi
rigettiamo questa strumentalizzazione!
Gli organizzatori e la politica italiana hanno
trasformato una manifestazione sportiva, che dovrebbe essere simbolo di pace e
fratellanza, in una vetrina di propaganda per lo Stato sionista che ha preteso
anche la ristampa sia della pubblicistica che della planimetria ufficiale, visto
che veniva riportata “Gerusalemme Ovest” come località di partenza del Giro,
contrariamente a quanto propagandato su Gerusalemme capitale dello “Stato
ebraico”. Israele ha preteso il cambiamento a seguito di una spiegazione
assolutamente politica da parte dei ministri dello Sport, del Turismo e delle
Questioni Strategiche: "Gerusalemme è la capitale di Israele: non vi sono Est e
Ovest […] nella misura in cui nel sito del Giro non sarà cambiata la definizione
che qualifica come punto di partenza 'West Jerusalem', il governo israeliano non
parteciperà all'iniziativa". Prontamente gli organizzatori si sono scusati
ribadendo che non era nelle loro volontà contrariare il partner sionista ed
hanno rimosso questa dicitura da ogni materiale legato al Giro d'Italia.
Complimenti! Ancora una volta l’Italia si conforma alla propaganda sionista:
persino i libri di testo scolastici riportano la falsa informazione secondo cui
Gerusalemme è la capitale di Israele.
La data stabilita per l’inizio della corsa
ciclistica, inoltre, non sembra proprio casuale: essa cade a 70 anni dalla Nakba
(“catastrofe” per il Popolo Palestinese), cioè l’inizio dell’occupazione della
Palestina; un’ occasione per Israele e i suoi alleati di festeggiare la nascita
dello stato sionista e la conseguente espulsione dei palestinesi dalla loro
terra.
Costruire la solidarietà con il popolo palestinese
passa necessariamente in Italia con la denuncia e la contestazione dei legami
tra l’Italia e Israele: fatti di interessi economici, scambi culturali,
gemellaggi accademici e collaborazioni militari. Israele è l'avamposto
colonialista delle potenze della Nato in Medio Oriente ed è parte del sistema
capitalista e imperialista mondiale che immiserisce e sfrutta i popoli. Con la
sua sperimentata e sistematica oppressione verso il Popolo Palestinese, è un
modello repressivo e reazionario per le classi dominanti di tutto il mondo:
anche qui in Italia , dove le conquiste dei lavoratori vengono cancellate, le
masse popolari sono sempre più immiserite e si fomenta la guerra razziale e
religiosa tra poveri per farci credere che i nemici siano gli immigrati e non
gli sfruttatori e i capitalisti. Un modello anche per la politica estera, visto
le oltre trenta missioni militari all'estero, dal Niger all'Afghanistan, che
rivelano come la vocazione colonialista sia all'ordine del giorno per lo stato
italiano, nella corsa mondiale alla predazione e spartizione delle risorse e dei
mercati.
Noi non ci stiamo, non vogliamo chiudere gli occhi e
lasciare che una manifestazione sportiva/culturale diventi occasione per Israele
di presentarsi come paese democratico e ripulisca la sua immagine di paese
criminale. Le violenze sioniste israeliane non si giustificano con “diritto a
difendersi”; Israele occupa una terra che è di diritto dei Palestinesi.
Per questo invitiamo tutte le
associazioni, i movimenti, i singoli e le realtà territoriali a costruire
insieme una mobilitazione che porti, in occasione delle tappe del Giro d’Italia
previste in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, i contenuti della solidarietà con
il Popolo Palestinese e la contrarietà alle logiche di guerra che uniscono il
governo italiano a quello israeliano. Inoltre la tappa del 18 maggio in Veneto
sarà dedicata anche alla Prima Guerra Mondiale, una guerra che, come avvenuto
negli ultimi anni, non sarà ricordata dalle istituzioni per quello che è stata,
il sanguinoso massacro dei popoli per gli interessi delle potenze imperialiste,
ma sarà occasione di glorificazione del passato bellico per valorizzare
l’interventismo di oggi sui vari fronti di guerra aperti nel mondo.
Comitato del Nord-Est Freniamo le ruote
dell’occupazione!
Per info e adesioni:
freniamoisraele.nordest@gmail. com
Aderiscono:
Comitato BDS Trieste, Fronte Palestina-Padova,
Assemblea Antifascista Bassanese, Tuttinpiedi Mestre, alcuni Palestinesi del
Nord-Est
Comunità Palestinese del
Veneto, C.C.B. Collettivo Comunista Broz, Oltre il Mare.
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