La Prima assemblea nazionale dei portapizze a Bologna.
BOLOGNA La prima assemblea nazionale dei riders, i ‘ciclofattorini’
che lavorano per le piattaforme digitali di consegna del cibo a
domicilio, ha richiamato a Bologna un centinaio di persone provenienti
da tutta Italia.
Giovani soprattutto e tra loro, riuniti a Làbas in Vicolo Bolognetti,
c’erano seduti anche due dei sei
‘fattorini’ che, dopo essere stati
licenziati dalla multinazionale tedesca Foodora, hanno chiesto ai
giudici del Tribunale del Lavoro di Torino il riconoscimento di lavoro
subordinato. Ricorso respinto qualche giorno fa.
La loro storia, come quella di altri riders provenienti anche da
Francia e Belgio, è stata raccontata ai partecipanti che si sono
confrontati sul riconoscimento dei loro diritti e sull’organizzazione di
una iniziativa di mobilitazione il primo maggio a Milano, Torino e
Bologna.
Ed è proprio qui che la ‘Riders Union Bologna’, associazione che
riunisce i lavoratori delle piattaforme digitali, ha firmato, insieme a
Comune e sindacati, la prima ‘Carta dei diritti fondamentali del lavoro
digitale nel contesto urbano’.
“Chiediamo di lavorare in sicurezza – ha spiegato Tommaso di Riders
Union – con assicurazioni, indennità in caso di maltempo e una paga
minima oraria. Se le piattaforme digitali non condivideranno la Carta
vedremo: spingeremo perché diventi un protocollo con elementi
sanzionatori verso chi non vuole firmarla. Oltre questo, ci mobiliteremo
ancora”.
Mentre a Bologna si svolge la prima assemblea nazionale dei
fattorini-riders, c’è un aggiornamento dal fronte milanese. “Venerdì
pomeriggio abbiamo avuto un positivo confronto con le organizzazioni
sindacali per stabilire un percorso comune. A ciò si uniscono i contatti
già avviati con i colleghi del Comune di Bologna con cui condividiamo
l’obiettivo della garanzia di condizioni di lavoro dignitose e di
sicurezza per questi lavoratori”, ha reso noto l’assessore alle
Politiche per il lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani
sul suo profilo Facebook .
“L’esito del percorso milanese – conclude l’Assessore Tajani- sarà la
formulazione di un “decalogo” di impegni da presentare alle principali
piattaforme, coerente con la “Carta” proposta dal Comune di Bologna ma
misurato sulle specificità cittadine. Con alcune piattaforme il
confronto è già partito nelle scorse settimane, sia sul fronte della
sicurezza sia su quello del lavoro. In attesa che la politica nazionale
si decida ad occuparsi finalmente di lavoro e vita reale, un’alleanza
tra le città può essere di stimolo e di esempio”.
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