La Nato a convegno a Genova
Sono arrivati in 350 esperti da tutto il mondo al Tower Hotel all'Aeroporto
Sono arrivati a Genova in 350 da tutto il mondo, per discutere della Nato e del suo futuro. Il Tower Hotel di Sestri Ponente ha ospitato il 31esimo Tide-Sprint, il Think-Thank che due volte all’anno riunisce il mondo legato all’Alleanza atlantica. Dal 9 al 13 aprile 21 nazioni e 19 governi membri della Nato sono intervenuti nelle sale conferenze dell’hotel dell’Aeroporto: con loro una cinquantina industrie e partner accademici, comandi e organizzazioni militari legati alla Nato.
«Cinque giorni di brainstorming, per generare idee su come affrontare le sfide dei prossimi 35 anni», spiega Frank Schiller di Nato-Act, la divisione della Nato che ha organizzato l’incontro e che si occupa dell’evoluzione dell’Alleanza dal punto di vista della dottrina e delle strutture militari. «Per raggiungere questi obiettivi, però, dobbiamo capire innanzitutto che cosa ci servirà in futuro». Nel
meeting di Genova non si è discusso di azioni militari quindi, ma di comunicazioni, elettronica, cyber security, terrorismo, ambiente, social media, intelligenza artificiale.
Al centro della discussione anche il tema dei trattamenti medici sui campi di battaglia. «Nel futuro bisognerà intervenire sui feriti nel modo più veloce possibile», continua Frank Schiller di Nato-Act. «Trasferire i soldati gravemente feriti per via aerea è un’operazione che richiede tempo e quindi riduce le possibilità di sopravvivenza». Diverse le proposte in campo. Per gli interventi chirurgici potrebbe essere una soluzione ricorrere alla telemedicina, in modo tale da consentire il supporto dei massimi specialisti a distanza; le sacche di sangue per operazioni e trasfusioni potrebbero essere inviate direttamente sul campo tramite dei droni.
Tra le sfide del futuro anche l’utilizzo delle stampanti 3D, che hanno il vantaggio di poter essere utilizzate in loco in qualsiasi contesto (per esempio possono riprodurre dei pezzi di ricambio di un aereo danneggiato sulle montagne dell’Afghanistan). «I problemi applicativi sono però numerosi», precisa Frank Schiller. Non solo i Paesi membri della Nato devono essere in possesso di equipaggiamenti in grado di comunicare tra di loro: bisogna anche essere certi che i file della stampa in 3D arrivino nelle mani giuste e non finiscano in quelle sbagliate. «Il rischio di contaminazioni informatiche da parte dei nemici richiede altissimi livelli di sicurezza tecnologica».
A condurre una delle sessioni plenarie del Tide-Sprint di Genova anche il CMRE-Centre for maritime research&Experimentation. Il Centro per la ricerca e sperimentazione scientifica della NATO ha base nel porto militare di Spezia e lavora su temi inerenti l’ambiente marittimo, nella maggior parte dei casi su commissione di Nato-Act.
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