Mercoledì diciotto aprile a Ventimiglia va in
scena l’ennesima puntata dell’attuazione dei decreti razzisti del ministro degli
Affari interni, Domenico Luca Marco Minniti: armati di ruspe, gli operai
comunali distruggono l’accampamento dei migranti sul fiume Roja.
A fronteggiare le operazioni, oltre ad una
cinquantina di “persone in cammino”, alcune decine di attivisti della rete No
Borders che tentano di fermare un atto di prepotenza che vuole mettere nelle
condizioni i migranti di doversi obbligatoriamente rivolgere alle strutture della Croce Rossa Italiana.
condizioni i migranti di doversi obbligatoriamente rivolgere alle strutture della Croce Rossa Italiana.
Lo stato incandescente della situazione è
testimoniato dal fatto che, mentre gli apparati repressivi dello Stato borghese
ed i manifestanti si fronteggiano davanti alla moltitudine di tende che vengono
sradicate e buttate via, qualcuno – in preda alla disperazione – dà fuoco alla
sua baracca.
Nel frattempo il sindaco della città, il
sedicente democratico Enrico Ioculano – che ha ordinato lo sgombero – in pieno
accordo con le autorità prefettizie dà un altro colpo alla parvenza di
democrazia con la quale la borghesia governa l’Italia.
Secondo l’ordinanza sindacale, nella zona
“bonificata” – questa la parola utilizzata dal capo di gabinetto della Questura
di Imperia, dottor Alessandro Asturaro – quella delle Gianchette, non sarà più
possibile approntare giacigli di fortuna: se si vorrà continuare a riposare lì,
occorrerà farlo senza ripari di alcun genere.
In questo modo le autorità sperano di mettere
fine al fenomeno delle “persone in cammino” che non si rivolgono al circuito
“pelosamente caritatevole” della chiesa cristiana cattolica apostolica romana,
preferendo affidarsi a quello alternativo – e, a differenza dell’altro, senza
oneri per lo Stato – dei No Borders.
Bosio (Al), 19 aprile 2018
Nessun commento:
Posta un commento