domenica 15 aprile 2018

pc 15 aprile - Filippine: il fascista Duterte strappa il Trattato con la Corte Penale Internazionale per non subire l’inchiesta sui suoi massacri minacciando la procuratrice: “Se vieni ti arresto”

“I trattati sono pezzi di carta” dicevano alcuni guerrafondai delle guerre passate e forse ricordandosi di questo (ma abbiamo molti dubbi, visto il livello di questo servo dell’imperialismo degli Stati Uniti) il criminale fascista Duterte ha pensato bene, per sottrarsi ad una inchiesta internazionale sui suoi crimini di ritirare l’adesione del suo Paese alla Corte Penale Internazionale.
I feroci crimini di cui si sta macchiando Duterte, e prima di lui tutti gli altri dittatori, non si “limitano” agli spacciatori e ai semplici delinquenti, ma hanno di mira in realtà la rivoluzione per la Nuova Democrazia di lunga durata in corso, che coinvolge migliaia di contadini e abitanti delle città. diretta dal Partito Comunista delle Filippine.


Filippine
Duterte minaccia la procuratrice Cpi “Se vieni ti arresto”
“Signora Fatou, se osa iniziare un’indagine qui, la arresterò”.
Così il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha apostrofato la procuratrice generale della Corte Pienale Internazionale, Fatou Bensouda. Minacciata di arresto immediato, se dovesse presentarsi a Manila. Perché la linea di azione brutale della lotta alla droga di Duterte – migliaia di esecuzioni sommarie, sospetti spacciatori e semplici tossicodipendenti giustiziati per le strade – adesso è finita nel mirino della Corte Penale Internazionale. E così il mese scoro, su ordine dello stesso Duterte, le Filippine si sono ritirate dal Trattato di adesione alla Corte Penale Internazionale. “Lei, signora Fatou, non deve venire qui. Qual è la vostra autorità adesso? Non siamo più membri del trattato”, ha urlato il presidente davanti ai giornalisti
La Repubblica
14 aprile ’18

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