De Magistris va a Montecitorio. “Non è mai troppo tardi”. Intervista a Michele Franco
abbiamo
chiesto a Michele Franco, candidato di Potere al Popolo a Napoli, un
commento sulla convocazione da parte del sindaco De Magistris di una
manifestazione a Montecitorio per la prossima settimana “contro lo
strangolamento economico della città” da parte del governo.
Il
Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha lanciato, attraverso un post
su facebook, una giornata di mobilitazione a Roma, sotto Montecitorio,
per protestare contro il lungo strangolamento finanziario ed economico
della città di Napoli. Come interpreti questa sortita del Sindaco?
Risposta: Non
è mai troppo tardi! E’ questa la mia prima sensazione, per riprendere
una celebre trasmissione televisiva della mia giovinezza. La situazione
dei conti del Comune di Napoli – e di tante amministrazioni locali
specie del Sud Italia – è tragica: debiti che crescono attraverso il
perverso dispositivo degli interessi bancari, tagli “ordinari e
straordinari” ai flussi di spesa corrente disposti dalle politiche di
austerity dei governi nazionali e dell’Unione Europea e – come se non
bastasse – l’eredità economica fallimentare delle passate stagioni
politiche che hanno imperato nella nostra città. Alcune risalenti,
perfino, alla fase post sisma del 1980. Di fronte a questa drammatica
condizione materiale che già si sta riflettendo sul funzionamento della
macchina comunale (che già non brillava) il Sindaco ha ritenuto di
compiere un atto politico pubblico forte ma, a mio parere, abbastanza
tardivo rispetto ai tempi ed alle modalità con cui il famelico
meccanismo del debito attacca e massacra la città.
Hai
definito tardivo il gesto e l’invito alla mobilitazione di Luigi De
Magistris. Puoi specificare meglio questa tua valutazione?
Risposta: Premesso
che parteciperò assieme a tanti altri compagni ed attivisti politici e
sociali al presidio sotto Montecitorio, per il prossimo mercoledì 21
febbraio, voglio
avanzare alcune considerazioni che non mi sembrano astratte ma pertinenti nel merito della proposta del Sindaco e nell’interesse di costruire una Vertenza politica/sociale/sindacale a difesa della città e degli interessi dei settori popolari
. Agli inizi di
settembre scorso – mentre già si palesavano le avvisaglie
dell’offensiva finanziaria contro la città – abbiamo redatto una Lettera
Aperta agli attivisti dell’intera area metropolitana per avviare un
bilancio di quella che definivamo l’anomalia/napoletana (http://contropiano.org/interventi/2017/09/18/anomali-napoli-lora-punto-rilanciare-095673)
consapevoli che dal governo nazionale – nonostante il volto
rassicurante di Gentiloni, Del Rio e De Vincenti – non sarebbero
arrivati regali. avanzare alcune considerazioni che non mi sembrano astratte ma pertinenti nel merito della proposta del Sindaco e nell’interesse di costruire una Vertenza politica/sociale/sindacale a difesa della città e degli interessi dei settori popolari
Inoltre
nei mesi alle nostre spalle abbiamo assistito, ed abbiamo tentato di
ostacolare unitamente al sindacalismo conflittuale ed ai movimenti di
lotta, anche alcuni provvedimenti dell’Amministrazione non
condivisibili. Le contraddizioni e le ambiguità sulla vicenda
Bagnoli/Coroglio, la vendita della quota azionaria del Comune di Napoli
della Società Partecipata Gesac, la gestione dell’emergenza del
trasporto pubblico locale ed una governance opaca nell’universo del
privato/sociale sono alcuni, tra i tanti snodi dell’agenda politica
cittadina, su cui è emersa una stridente contraddizione tra il
dichiararsi come amministrazione antiliberista e poi, nei fatti,
applicare una logica ragionieristica e burocratica. Evidentemente il
Sindaco – in questo periodo – ha ritenuto, a tutti i costi, ricercare
con il governo nazionale quella agognata “intesa istituzionale” che
avrebbe messo in sicurezza la città. Ma – con buona pace degli auspici
di Mattarella, di Di Maio, di De Luca e di tutte le cosiddette “sponde
politiche” ricercate da De Magistris – la “trattativa” è naufragata ed i
poteri forti, nelle loro variegate articolazioni, stanno presentando il
“conto alla città” senza alcun sconto. Bene fa, quindi, Luigi De
Magistris ha porre la necessità di una mobilitazione anche se
occorrerebbe andare “oltre il gesto” iniziando a delineare una
iniziativa a tutto tondo contro il debito, per la rottura e la
disobbedienza ai “patti di stabilità, ai “tetti di bilancio” ed
all’insieme delle norme con cui si declinano le politiche di austerity e
di attacco alle condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari.
Sei candidato a Napoli per Potere al Popolo. Secondo te che contributo potrebbe dare una coalizione come PaP a questo appuntamento romano?
Risposta: Naturalmente
non posso rispondere a nome di Potere al Popolo anche se basta leggere
il Programma Elettorale di PaP per cogliere la naturale affinità che si
riscontra con il tipo di mobilitazione come quella indetta da De
Magistris per il 21 febbraio. Poi, essendo un attivista della
Piattaforma Sociale Eurostop, che – come è noto – ha al centro delle sue
ragioni il meccanismo della “rottura delle compatibilità”, non ho
nessuna difficoltà ad esprimere il sostegno a questo appuntamento. Un
sostegno, però, che non può essere incondizionato perché – ed auspico
che Luigi De Magistris e gli altri membri dell’amministrazione comunale
si siano persuasi – non è più tempo di azioni e di richieste che puntano
alla “riduzione del danno” o al “meno peggio”. Dopo le elezioni
l’Unione Europea ha già dichiarato che imporrà una “manovra aggiuntiva”
all’Italia (dopo l’ultima Legge di Stabilità che, per motivi elettorali,
è stata abbastanza blanda) dove dovranno essere poste, velocemente, in
essere le altre controriforme del lavoro e di ciò che residua del
welfare.
In
questo annunciato tritacarne sociale le città e le loro finanze
saranno, ulteriormente, manomesse e devastate. Occorre, quindi,
predisporsi – fin da adesso – ad una complessa fase di scontro sociale
in cui anche le amministrazioni che non si identificano con i dogmi del
mercato dovranno assumere decisioni forti, complicate e controcorrenti.
Certo non sarà un passaggio indolore e semplice. La soggettività
politica ed i movimenti di lotta saranno chiamati a funzioni ed a ruoli
politici più avanzati di quelli interpretati fino ad ora ma anche
amministrazioni, come quella di Luigi De Magistris, avranno di fronte il
dilemma e l’urgenza di collocarsi da un versante o dall’altro del
conflitto pena l’essere sussunti e, tristemente, normalizzati. Su questo
piano credo che si potranno ricercare e praticare le necessarie
connessioni politiche ed organizzative per porre un deciso stop a questo
dichiarato corso antisociale. Del resto la “campagna elettorale” che
stiamo articolando ha questo inequivocabile segno ed ambisce ad una
prospettiva politica che intende collocarsi ben oltre il 4 marzo.
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