Una assemblea che per i temi che intendeva affrontare (la crisi alla FCA)
in un territorio dove l’azienda di Marchionne – da anni – fa “il bello
ed il cattivo tempo” si è subito configurata come una offesa, una
autentica provocazione verso migliaia di lavoratori che vivono
quotidianamente l’autoritarismo aziendale e il continuo ricatto tra
ristrutturazioni, nuove commesse, ritmi e condizioni di super/sfruttamento allucinanti.
Bene, quindi, hanno fatto i compagni che da tempo si battono contro l'intero corso antioperaio ed antisociale della FCA a mettere in campo questa salutare contestazione nella sala della Feltrinelli in cui erano convenuti (..a suon di rotoli di carta igienica scagliata su questi personaggi).
E’ utile che si sappia che nella campagna elettorale questi soggetti – che sono sempre stati in prima fila contro i lavoratori ed i loro diritti – devono evitare di portare le loro menzogne e le loro narrazioni tossiche nei territori e nei luoghi in cui la sofferenza del popolo lavoratore è viva e chiede, inascoltata, giustizia.
Gennaro Migliore, il suo partito ed i sindacalisti complici con cui si accompagna farebbero bene a spiegare dove stavano quando la FIAT (e poi la new.co. FCA) licenziavano i compagni che non abbassavano la testa, quando centinaia di “rompiscatole” sono stati relegati al reparto/confino di Nola, quando il management aziendale calpesta, come accade tutti i giorni, contratti, orari e quel minimo di regole che ancora, almeno formalmente, dovrebbero tutelare la fatica operaia. Ora, costoro, ritornano a Pomigliano a chiedere voti e consensi ma questa loro impudenza non può passare inosservata!
da contropiano
ristrutturazioni, nuove commesse, ritmi e condizioni di super/sfruttamento allucinanti.
Bene, quindi, hanno fatto i compagni che da tempo si battono contro l'intero corso antioperaio ed antisociale della FCA a mettere in campo questa salutare contestazione nella sala della Feltrinelli in cui erano convenuti (..a suon di rotoli di carta igienica scagliata su questi personaggi).
E’ utile che si sappia che nella campagna elettorale questi soggetti – che sono sempre stati in prima fila contro i lavoratori ed i loro diritti – devono evitare di portare le loro menzogne e le loro narrazioni tossiche nei territori e nei luoghi in cui la sofferenza del popolo lavoratore è viva e chiede, inascoltata, giustizia.
Gennaro Migliore, il suo partito ed i sindacalisti complici con cui si accompagna farebbero bene a spiegare dove stavano quando la FIAT (e poi la new.co. FCA) licenziavano i compagni che non abbassavano la testa, quando centinaia di “rompiscatole” sono stati relegati al reparto/confino di Nola, quando il management aziendale calpesta, come accade tutti i giorni, contratti, orari e quel minimo di regole che ancora, almeno formalmente, dovrebbero tutelare la fatica operaia. Ora, costoro, ritornano a Pomigliano a chiedere voti e consensi ma questa loro impudenza non può passare inosservata!
da contropiano
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