Il 5
aprile del 2014 migliaia di cittadini manifestarono per l’ennesima volta
ad Arquata contro la costruzione del Terzo Valico. Raggiunto il
cantiere di Radimero iniziarono ad abbattere le recinzioni e contro di
loro si scagliò la reazione delle forze dell’ordine. Cariche e
lacrimogeni per difendere un’opera pubblica avversata dalla stragrande
maggioranza della popolazione, diversi feriti fra cui un pensionato
colpito alla testa. C
Fu
una delle tante giornate di resistenza alla costruzione del Terzo
Valico
A
distanza di quasi quattro anni dai fatti 50 no tav di età compresa fra i
27 e i 73 anni (l’ennesima dimostrazione del carattere popolare del
movimento), si sono visti recapitare la comunicazione di conclusione
indagini. A vario titolo vengono contestati i reati di resistenza a
pubblico ufficiale, lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento e
travisamento. In 17 vengono rinviati a giudizio anche per i fatti di Pozzolo Formigaro della settimana successiva ed uno anche per manifestazione non autorizzata.
Il
Pubblico Ministero che ha chiesto il rinvio a giudizio è il Sostituto
Procuratore Andrea Padalino
recentemente trasferito alla Procura di
Alessandria dalla Procura di Torino. Impossibile non soffermarsi sul
personaggio. Il “buon” Padalino è balzato agli onori della cronaca per
essere stato uno dei più acerrimi nemici del Movimento No Tav della
Valsusa. Fu uno dei PM che confezionò l’accusa di terrorismo per alcuni
No Tav, poi miseramente caduta nelle aule dei tribunali. Si occupò del
maxi processo riguardante lo sgombero della Maddalena e la seguente
storica manifestazione del 3 luglio. Firmò decine di misure cautelari
che molto spesso gli stessi giudici fecero cadere considerandole
esagerate. Per usare un eufemismo siamo davanti ad una persona che ha
fatto della lotta ai No Tav una ragione d’essere. Chissà la gioia che
deve aver provato dopo il trasferimento ad Alessandria ad aver avuto
nuovamente fra le mani la possibilità di rinviare a processo cinquanta
“cugini” degli acerrimi nemici valsusini. Ce lo immaginiamo al lavoro
con foga. Anche troppa, ci permettiamo di aggiungere, perché dalla sola
lettura dei nominativi delle persone rinviate a giudizio, possiamo
garantire che il suo lavoro è ben lungi dal poter essere definito
scientifico. Una persona che quel giorno non era proprio fisicamente
alla manifestazione è stata rinviata a giudizio per resistenza, lesioni e
danneggiamento. Con ogni probabilità ha fatto tutto solo col pensiero.
Ci sono persone accusate di danneggiamento che non si sono neppure
avvicinate alle recinzioni ed altre accusate di resistenza e lesioni che
erano a decine di metri dalle forze dell’ordine. Siamo certi che i
nostri bravi avvocati non avranno difficoltà a dimostrarlo.
Massima solidarietà a tutti i rinviati a giudizio.
In ogni caso nessun rimorso!
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