La donna, all'ottavo mese di gravidanza, si era presentata alla San Pio X con grandi dolori addominali. Pm indaga per omicidio colposo
Ospedale San
Pio X
Milano, 22 ottobre 2015 - E' stato aperto un
fascicolo da parte della Procura di Milano per le ipotesi di omicidio
colposo e aborto colposo in relazione al caso della donna incinta
morta, insieme con il feto che portava in grembo, nove ore dopo essere
stata dimessa dalla clinica 'San Pio X' di Milano, dove si era recata
per dolori addominali lo scorso ottobre. Le indagini sono coordinate
dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto.
Da quanto si è saputo, alcuni medici coinvolti sarebbero già stati iscritti nel registro degli indagati, anche per poter svolgere consulenze e accertamenti. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l'inchiesta sarebbe stata aperta dopo la denuncia dei familiari della donna che si chiedono come possa essere possibile che, uscita dall'ospedale con la rassicurazione dei medici sullo stato di salute suo e quello del feto, sia così peggiorata da morire.
Ricostruendo la vicenda, la donna, 40 anni, italiana, con un bimbo di 4 e alla 35esima settimana di gravidanza, giunge in clinica il 17 ottobre. Alle 4.57 il marito chiama l'ambulanza. Il 118 arriva immediatamente e inizia le prime manovre di rianimazione. La donna è in arresto cardiocircolatorio e arriva al Niguarda, sette minuti dopo, praticamente morta. Viene tentato un cesareo d'emergenza, ma non c'è più nulla da fare: la rottura dell'utero ha portato a un'emorragia devastante. Alle sei del mattino viene constatato il decesso di entrambi.
Alle 19 della sera precedente la donna era però andata alla San Pio X. La struttura è a due passi da casa sua ed era già in cura lì, dove aveva già avuto un precedente cesareo. La paziente lamenta dolori addominali. Vengono eseguiti gli esami del caso: per un'ora la donna viene sottoposta ad accertamenti clinici che verificano il suo stato di salute e quello del feto. Non viene riscontrato nessun problema tale da fare scattare un ricovero. La donna viene dimessa con la raccomandazione di ripresentarsi immediatamente in ospedale in caso di un riproporsi dei dolori. Cosa che non è riuscita a fare, perché la situazione è precipitata. La 'San Pio X' ha messo a disposizione della magistratura la cartella clinica e tutta la documentazione, sottolineando di avere svolto tutti gli esami nel modo più scrupoloso possibile nella linea della massima trasparenza. Intanto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, in qualità di assessore regionale alla Salute, annuncia di aver disposto un'immediata verifica dopo l'apertura dell'inchiesta sul decesso.
Da quanto si è saputo, alcuni medici coinvolti sarebbero già stati iscritti nel registro degli indagati, anche per poter svolgere consulenze e accertamenti. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l'inchiesta sarebbe stata aperta dopo la denuncia dei familiari della donna che si chiedono come possa essere possibile che, uscita dall'ospedale con la rassicurazione dei medici sullo stato di salute suo e quello del feto, sia così peggiorata da morire.
Ricostruendo la vicenda, la donna, 40 anni, italiana, con un bimbo di 4 e alla 35esima settimana di gravidanza, giunge in clinica il 17 ottobre. Alle 4.57 il marito chiama l'ambulanza. Il 118 arriva immediatamente e inizia le prime manovre di rianimazione. La donna è in arresto cardiocircolatorio e arriva al Niguarda, sette minuti dopo, praticamente morta. Viene tentato un cesareo d'emergenza, ma non c'è più nulla da fare: la rottura dell'utero ha portato a un'emorragia devastante. Alle sei del mattino viene constatato il decesso di entrambi.
Alle 19 della sera precedente la donna era però andata alla San Pio X. La struttura è a due passi da casa sua ed era già in cura lì, dove aveva già avuto un precedente cesareo. La paziente lamenta dolori addominali. Vengono eseguiti gli esami del caso: per un'ora la donna viene sottoposta ad accertamenti clinici che verificano il suo stato di salute e quello del feto. Non viene riscontrato nessun problema tale da fare scattare un ricovero. La donna viene dimessa con la raccomandazione di ripresentarsi immediatamente in ospedale in caso di un riproporsi dei dolori. Cosa che non è riuscita a fare, perché la situazione è precipitata. La 'San Pio X' ha messo a disposizione della magistratura la cartella clinica e tutta la documentazione, sottolineando di avere svolto tutti gli esami nel modo più scrupoloso possibile nella linea della massima trasparenza. Intanto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, in qualità di assessore regionale alla Salute, annuncia di aver disposto un'immediata verifica dopo l'apertura dell'inchiesta sul decesso.
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