Una lavoratrice di Milano - Rileggendo
la prima parte della Formazione Lavoro quella su "lavoro
salariato e capitale" di Marx.
Qui si scrive: "..Ora
l'operaio ha venduto la sua forza-lavoro al capitalista... Ma come
viene determinato il salario, cioè il prezzo della forza-lavoro? il
salario è il prezzo di una merce determinata, del lavoro. Il salario
è dunque determinato dalle stesse leggi che determinano il prezzo di
qualsiasi merce"... Ma quali sono i costi di produzione della
forza-lavoro? Sono i costi necessari per conservare l'operaio come
operaio e per formarlo come operaio..."
In merito ai
costi necessari per formare l'operaio: l'alternanza scuola-lavoro
(potremmo dire l'apprendistato in forma mascherata) non rappresenta,
oltre al ruolo di "addomesticamento" dei giovani, una sorta
di scaricare i costi della formazione, che dovrebbero essere dei
capitalisti, sulla società?
Effettivamente è così. Il capitalista una parte dei costi per la riproduzione della forza lavoro li scarica sullo Stato, essendo questo al servizio del capitale.
Su questo riportiamo un breve estratto da Libro di Engels "Antiduhring" dal VI capitolo su "lavoro semplice e lavoro composto:
"...Nella società dei produttori privati, i privati o le loro famiglie fanno
fronte alle spese per l'istruzione dell'operaio qualificato; spetta
allora anzitutto ai privati il più alto prezzo della forza-lavoro
qualificata: lo schiavo abile è comprato a più caro prezzo, il salariato
abile ha un salario più alto. Nella società organizzata
socialisticamente queste spese sono affrontate dalla società, ad essa
appartengono perciò anche i frutti, i valori maggiori che vengono
prodotti dal lavoro composto...".
Una lavoratrice precaria di Taranto - Marx dice che l'operaio deve essere
assunto a tempo determinato, poichè se viene assunto a tempo
indeterminato diventa schiavo per tutta la vita. La domanda che
mi pongo è: quale differenza c'è tra le due tipologie di contratto,
in rapporto alla schiavitù? E come si può rapportare questa analisi
di Marx con il concetto odierno applicato al mondo del lavoro,
dove lo sfruttamento passa direttamente da un lavoro determinato,
quindi precario mentre l'operaio o il proletariato in genere è alla
ricerca spasmodica di un lavoro indeterminato. Quindi vorrei capire
in ambedue i casi non vedo di quale libertà si stà parlando.
Di questo concetto di "libertà" dell'operaio ne abbiamo già parlato. Ci torniamo con questa domanda.
Marx quando parla che il proprietario di denaro deve trovare sul mercato il lavoratore libero, intende "libero" nel senso che disponga della propria forza-lavoro e che sia sprovvisto di mezzi di sussistenza e di produzione, dalla cui mancanza è obbligato a cedere l'unica merce di cui dispone la sua forza-lavoro; quindi un lavoratore "libero" venditore della sua forza-lavoro.
Lo schiavo non era libero di vendere la sua forza lavoro, perchè non ne era proprietario, dato che di tutta la sua esistenza, della sua vita come della sua morte, era proprietario il suo padrone.
Quindi la prima questione non è tra "tempo determinato" e "tempo indeterminato", ma tra un uomo che non è libero di vendere le sue braccia - perchè, ripetiamo, non sono "sue" ma del suo padrone, che, quindi, non è affatto tenuto a pagare allo schiavo un salario perchè è come se pagasse qualcosa che è già suo; è un uomo che l'unica cosa che ha da vendere sono le sue "braccia" - la forza-lavoro, che il capitalista deve pagare e paga.
Certo che nel periodo, un giorno, un mese, un anno, in cui l'operaio viene messo a lavorare per il capitalista è sfruttato, quindi si può dire non è "libero". Ma, tornando al discorso "tempo determinato e tempo indeterminato", se l'operaio si vendesse per sempre, torneremmo paradossalmente nella condizione di "schiavitù"
Per arrivare al concetto odierno: in entrambi i contratti di lavoro l'operaio è sfruttato; non è che nel lavoro a tempo determinato l'operaio non è libero, mentre in quello a tempo indeterminato sarebbe libero. La differenza, per cui l'operaio è alla ricerca di un lavoro indeterminato, sta fondamentalmente (a parte alcuni maggiori diritti contrattuali) nella garanzia per l'operaio di tornare il giorno, il mese dopo a lavorare.
Nessun commento:
Posta un commento