Da oggi hanno inizio le prove di
guerra, che chiamano esercitazioni, della Nato nel Mediterraneo. La Sicilia con
l’aeroporto di Trapani Birgi è il “centro logistico” delle operazioni.
Lo “scenario fittizio” previsto
per le esercitazioni e di cui parla l’articolo che riportiamo sembra da film
comico mentre è realmente tragico per ciò che prepara, e le stesse motivazioni
dicono molto più di ciò che vogliono far intendere. Lo “scenario” viene
raccontato così: “La piccola e instabile Cerasia dell’Est è stata invasa dal
vicino stato di Kamon in un conflitto strategico per le risorse idriche che
rischia di coinvolgere il mondo intero. La Nato interviene con una missione militare
lampo per ristabilire gli equilibri geopolitici della regione.”
Perché un conflitto locale per le
risorse idriche (frase già vaga di per sé) dovrebbe coinvolgere il mondo
intero? La logica in questo “scenario” è tutta da scoprire. E quando mai la
Nato interviene con missioni militari lampo? E tanto più “per ristabilire gli
equilibri geopolitici della regione”???
Per provare a fare ingoiare poi alle
“popolazioni locali” queste “esercitazioni” e i relativi immancabili “disagi”,
i responsabili della “missione” parlano di possibili “positive ricadute per
l’indotto economico”! Viscidi esseri che pensano di poter comprare il silenzio
delle masse con quattro soldi (quanto costerà realmente questa “operazione”?
naturalmente miliardi di dollari!).
E il conflitto in Libia, per il
quale si prepara in particolare il governo guerrafondaio italiano, c’entra
eccome! La verità è che quanto più parlano di pace tanto più continuano a fare
e a preparare guerre.
Ripetiamo con la manifestazione
nazionale per il 24:
- No alle aggressioni
militari e a qualsiasi ingerenza e manomissione portata avanti dalle potenze
imperialiste
- No alla militarizzazione
dei territori, alle servitù militari e alla devastazione ambientale
- No alle campagne
razziste e xenofobe
- Si al diritto
d’asilo europeo per tutti i profughi ed al diritto alla libera circolazione per
tutti gli immigrati;
- Si al taglio delle spese
militari e l’incremento delle spese sociali per: casa, lavoro, servizi sociali,
reddito garantito, provvedimenti a difesa del territorio e dell’ambiente...
La Sicilia teatro dei war games
Nato
A Trapani trenta aerei e 700
militari della maxi operazione Trident Junction, domani il via alle
simulazioni. Nessuna interferenza con i voli civili. Il ministero: “Nulla a che vedere con l’intervento in Libia del 2011”
simulazioni. Nessuna interferenza con i voli civili. Il ministero: “Nulla a che vedere con l’intervento in Libia del 2011”
La piccola e instabile Cerasia
dell’Est è stata invasa dal vicino stato di Kamon in un conflitto strategico
per le risorse idriche che rischia di coinvolgere il mondo intero. La Nato interviene
con una missione militare lampo per ristabilire gli equilibri geopolitici della
regione. Non parliamo di un videogame di guerra o di una trama hollywoodiana,
ma dello scenario fittizio di “Trident Junction 2015”, la più grande esercitazione
della Nato dal 2002, con 36 mila militari da 30 paesi, 190 aerei e 60 unità navali,
che coinvolgerà anche la base militare del 37esimo stormo di Trapani Birgi. Da mercoledì
21 sino al 6 novembre, circa 500 militari italiani, oltre 200 stranieri, 20
aerei tra caccia F16 greci, polacchi e canadesi, Amx, Eurofighter, Tornado
italiani e un C130 da ricognizione canadese, saranno attivi nelo scalo
trapanese che aveva già fornito supporto strategico per il conflitto in Libia
del 2011.
La scelta di Trapani “è stata
presa in considerazione per motivi eminentemente logistici, operativi e distanze
percorribili per ottimizzare le risorse a disposizione”, fanno sapere
dall’Aeronautica Militare.
Non ci saranno invece disagi e
interferenze con la normale attività dell’aviazione civile come anche dal
Ministro della Difesa Roberta Pinotti con una risposta ad un’interrogazione parlamentare.
L’organizzazione è stata pianificata nel dettaglio dalla Nato in concerto con
le autorità aeroportuali, l’Aereonautica militare e il ministero della Difesa.
E quest’ultimo si è affrettato a fornire al Parlamento tutte le assicurazioni
“sull’insussistenza di qualunque rischio” per il personale coinvolto, la popolazione
e il territorio.
In particolare nessuna attività
addestrativa sarà consentita durante il fine settimana interessato e nel
relativo arco notturno compreso il venerdì notte. I decolli invece avverranno
in “modo scaglionato”, senza interferire con il traffico locale in una stagione
a minore influenza turistica. Le esercitazioni si svolgeranno “nelle aree del
Mar Tirreno meridionale, limitando l’impegno dello spazio aereo attestato
sull’aeroporto di Trapani ai soli decolli e atterraggi”.
A questo proposito il ministero
ha voluto precisare che si tratta di un impegno “non lontanamente paragonabile”
a quello della crisi libica del 2011, quando lo scalo trapanese aveva fornito
supporto militare e strategico e aveva subito dei danni aprendo la polemica sui
rimborsi.
Le esercitazioni consisteranno
principalmente in attività di simulazione di ricognizioni in volo,
intercettazioni e attacchi simulati su obiettivi strategici tra la Sardegna e
la Penisola, in mare aperto e lontano da insediamenti civili. E il ministero ha
anche sottolineato come la presenza di mille militari italiani e alleati a
Trapani e Marsala possa portare delle “positive ricadute per l’indotto
economico” per l’area.
Già domani, alle 11, il 37esimo
stormo di Trapani accoglierà la cerimonia che aprirà ufficialmente le operazioni
alla presenza di un alto rappresentante del ministero della Difesa, il vice
segretario Generale della Nato, l’ambasciatore Alexander Vershbow, il capo di
Stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano e il comandante del
Comando alleato interforze di Brunssum, generale Hans-Lothar Domrose. E a fare
da sfondo una mostra statica dei velivoli dei paesi alleati e una dimostrazione
di operazione di recupero del personale. Mentre il sorvolo di tutti i velivoli
che prenderanno parte all’esercitazione chiuderà la cerimonia.
La Repubblica Palermo
18/10/15
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