lunedì 19 ottobre 2015

pc 19 ottobre - AUMENTANO I RESPINGIMENTI "DIFFERITI" ILLEGITTIMI DEI MIGRANTI... prove tecniche di Hotspot

Migranti, nei futuri hotspot già emessi centinaia di respingimenti “differiti”

La nuova procedura è in corso da fine settembre: ai nuovi arrivati nei porti siciliani la polizia fa una breve intervista e poi consegna un decreto che intima di lasciare l’Italia entro 7 giorni. Senza permettere di fare richiesta d’asilo e lasciando sulla strada persone che non sanno dove andare

“E’ una crescita esponenziale, impressionante, vediamo fino a 50 persone al giorno e hanno tutte in mano quello stesso foglio”. Sono giorni che Elvira Iovino, responsabile dello sportello informativo di Centro Astalli a Catania, abbassa la saracinesca degli uffici con un groppo in gola. A far preoccupare la storica volontaria dell’associazione, così come avvocati, organizzazioni e società civile di tutta la Sicilia orientale, è l’aumento vertiginoso, nelle ultime settimane, dei respingimenti differiti - effettuati cioè dopo l’arrivo in Italia - di migranti appena sbarcati. Giovani, spesso giovanissimi, a cui viene notificato l’obbligo di allontanarsi dal territorio nazionale entro sette giorni, senza dargliene i mezzi e senza, come previsto dalla legge, valutarne la situazione individuale,compromettendo di fatto, a detta delle associazioni di tutela, il diritto a chiedere asilo...“
Respinti a centinaia... Si tratta di migranti provenienti da tutta l’Africa occidentale - Burkina Faso, Mali, Gambia, Senegal, Nigeria, Togo, Costa D’Avorio e Guinea...
Un’inquietante anticipazione degli hotspot  
“Non sappiamo a che ratio ubbidisca questa pratica”, spiega l'avvocata Carla Trommino, “ma ci troviamo di fronte a respingimenti collettivi contrari alle norme europee, per cui l’Italia è già stata condannata dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo in diverse occasioni”.
A qualificarli come “collettivi”, secondo la legale, “è la mancanza assoluta di motivazioni individuali: i provvedimenti non riportano alcuna informazione personale, salvo i dati anagrafici”. Trommino parla di interviste sbrigative svolte durante la prima identificazione dei migranti dopo lo sbarco, “in cui i funzionari di Polizia chiedono se si ha o meno intenzione di lavorare e chiaramente la risposta è positiva, perché tutti vorrebbero lavorare anche se scappano da persecuzioni e violenza”. Oltre a un’ipotetica distinzione fra migranti economici e richiedenti asilo, ad affermarsi sembrerebbe essere anche l’idea, presentata dalla Commissione UE lo scorso settembre, di una lista di “paesiterzisicuri” i cui cittadini non potrebbero presentare domanda di asilo. A pagare le spese di quella che, secondo Paola Ottaviano, “è un’inquietante anteprima degli hotspot”, anche diversi minori non accompagnati. 7-8 a Siracusa, identificati come maggiorenni dopo lo sbarco ma di fatto - secondo le associazioni - minorenni, compresa una ragazzina incinta...
Svuotato il diritto d’asilo   
Dopo un’estate segnata dal respingimento di 69 donne nigeriane, in buona parte vittime di tratta sbarcate e poi trattenute nel Centro di Identificazione e Espulsione di Ponte Galeria a Roma e dalla vicenda di 110 nord africani arrivati a Trapani e fuggiti dal vicino Cie, la cui annunciata apertura come hotspot è stata poi rinviata, i respingimenti delle ultime settimane rischiano di mettere in atto, segnala la legale Paola Ottaviano “nuove prassi illegittime da parte delle istituzioni verso soggetti che hanno diritto a chiedere asilo, ad essere accolti e a vedere la propria situazione valutata in modo approfondito e non tramite interrogatori che ricordano più dei quiz, il cui scopo sembra essere solo quello di sostenere le statistiche dell’Unione Europea, svuotando così l’idea di diritto d’asilo sancita dalla Convenzione di Ginevra, dalla Costituzione e da norme europee”... 
stralci tratti da Redattore Sociale

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