Proletari comunisti e il Movimento
femminista proletario rivoluzionario ancora una volta salutano col
cuore gonfio di rabbia, dolore, ma anche di determinazione
rivoluzionaria la rivolta del popolo palestinese. Ed esprimono in
particolare la massima solidarietà ai giovani, alle ragazze
palestinesi che stanno accerchiando e attaccando gli odiati coloni
israeliani e che per questo stanno anche dando la loro giovane vita,
uccisi o nelle prigioni.
I ragazzi e le ragazze palestinesi
hanno pienamente ragione, sono le avanguardie, i martiri di una
ribellione di tutto il popolo. Non si può nascere, vivere in una
terra che è di fatto un immenso carcere, perennemente sotto il
controllo armato dell'esercito israeliano, in cui tutto è negato,
anche la stessa esistenza, muoversi, andare al lavoro, a scuola, e in
cui ogni giorno si può morire per mano dello Stato sionista di
Israele.
I ragazzi e le ragazze non possono
accettare un futuro in cui per “legge” è negato il futuro.
Chi si meraviglia o, pur
sostenendo la “causa palestinese”, prende le distanze e condanna
la nuova intifada, è un ipocrita che vorrebbe sì i diritti del
popolo palestinese ma portati avanti con una lotta “pulita” e
“corretta”, lasciata nelle mano e nelle non “soluzioni” degli
Stati imperialisti.
Come diceva Mao Tse Tung:
“La rivoluzione
non è un pranzo di gala; non è un'opera
letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con
altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta
dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La
rivoluzione è un'insurrezione, un atto di violenza con il quale una
classe ne rovescia un'altra”.
La
rivolta del popolo palestinese, dei giovani renderà inevitabilmente
sempre più le strade delle trappole contro l'odiato occupante
israeliano e i coloni.
Questa
rivolta deve vincere e si deve trasformare in rivoluzione!
Ma
per questo il popolo palestinese ha bisogno di una direzione che
abbia la strategia vincente della guerra popolare; questa non è
nella strategia di Hamas e delle forze nazionali e islamiche; né
attualmente di altre forze, come lo stesso Fronte Popolare per la
Liberazione della Palestina, che sostengono questa rivolta.
La
forma di attacchi individuali dei giovani con cui si sta manifestando
questa Intifada è anche il frutto di questa mancanza di una
direzione che organizzi la guerra di popolo, e i giovani, le giovani
combattenti in un esercito di liberazione popolare.
Per
quanto ci riguarda, nelle nostre cittadelle degli Stati imperialisti
che sono il puntello dello Stato di Israele, responsabili di tutti i
suoi crimini, la nostra prima solidarietà ai giovani, a tutto il
popolo palestinese è lottare contro il nostro imperialismo.
Il
governo Renzi è il primo alleato e sponsor del boia Netanyau; il suo
spudorato appoggio ad Israele e alle sue ragioni, la sua proclamata
”unione e amicizia” tra Israele e l'Italia non hanno paragoni
neanche con i governi più a destra dei precedenti anni.
Dietro il pieno elogio di Netanyahu, che chiama Renzi “mio buon amico”, sta la sicurezza dell'appoggio dell'imperialismo italiano all'annientamento dei palestinesi in quanto popolo.
Per questo nel nostro paese essere dalla parte del popolo palestinese significa anche oggi combattere e rovesciare il governo Renzi.
proletari comunisti - PCm Italia
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
18 ottobre 2015
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