cronache più dettagliate in seguito
Il processo ILVA si è aperto in un delirio confuso di avvocati e procedure, di verifiche delle notifiche, di consegna di nuove parti civili in spazi stretti e affollati in un tribunale blindato da una sorta di zona rossa presidiato da polizia e carabinieri.
Unico punto di riferimento solido i centoventi operai ilva, lavoratori
del cimitero e della pasquinelli, proletari dei quartieri tamburi e paolo VI,
familiari di operai morti in fabbrica e di morti di tumore sul territorio, che
hanno invaso il tribunale, contestato le transenne di accesso della polizia e
animato il presidio ora pieno, ora semivuoto perchè tutti dentro il
tribunale.
Dal presidio esterno Slai cobas per il sindacato di classe e Rete per la sicurezza hanno incessantemente denunciato
con parole dure e precise i padroni assassini, i loro complici faccendieri
funzionari e enti di controllo, istituzioni e politici come Vendola, Stefano che
non si sono presentati, i grandi assenti, complici di morti e distruzione, sindacalisti confederali, con forte consenso dei cittadini presenti o che
passavano.
il presidio ha affermato che non saranno accettate più zone rosse, che
tutti possono e devono partecipare, perchè vogliamo un processo popolare,
vogliamo giustizia e risarcimenti, consapevoli che l’unica giustizia è quella
proletaria e che non sarà un processo che ci salverà, ma una mobilitazione
operaia e popolare che spazzi via il sistema del capitale di cui fanno parte la famiglia Riva e
complici.
Un segnale forte e chiaro un appello alla partecipazione e alla
mobilitazione a Taranto come in tutto il paese.
Alle 11 l’udienza si è conclusa con un rinvio al 1° dicembre non più nel
tribunale ma addirittura in una caserma dell’aeronautica - che dobbiamo riempire.
Il presidio non si è invece concluso, si è trasferito in folta delegazione
alla portineria A dell’Ilva alle 14 e alle 15 - "se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna".
Ed è andata benissimo!
Ed è andata benissimo!
Molti operai in entrata e uscita hanno ascoltato i comizi volanti di operai rappresentanti della Rete nazionale e di attivisti di fabbrica dello Slai cobas sc.
Il processo è entrato in fabbrica, la lotta di lunga durata dentro e fuori
i tribunali è cominciata e non si fermerà.
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul
territorio
3475301704
20 ottobre 2015
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