venerdì 17 marzo 2023

pc 17 marzo - L'accordo separato alla Stellantis 3 - L'impotente lamento della Fiom, esclusa ancora dall'accordo - info

Il voto dei lavoratori alla piattaforma Fiom, migliore sostanzialmente solo nella parte salariale, non ha trovato alcun seguito in una lotta reale stabilimento per stabilimento legata ai problemi esistenti in ogni stabilimento, e su questo i dirigenti Fiom sono i primi responsabili.

Sono in corso le assemblee per l'approvazione dell'accordo - niente di che; questa pagina va comunque chiusa - la lotta per il salario, contro sfruttamento, ristrutturazione e esuberi deve ancora cominciare seriamente


È stato prorogato senza una reale trattativa e quindi escludendo dal tavolo la delegazione della Fiom, il Contratto collettivo specifico di lavoro, con la decisione della delegazione aziendale di tenere divisi i tavoli di trattativa e con la manifesta volontà di non volere un nuovo contratto ma di volere prorogare l’esistente, nonostante il mondo intorno a noi sia cambiato.

Fca non esiste più dopo l’acquisizione e la nascita di Stellantis, CNHi è separata da Iveco, Ferrari poi ha

sempre avuto due livelli di intese. Poi c’è Marelli, che sta contrattando l’armonizzazione con i due livelli contrattuali: il Contratto collettivo nazionale di lavoro e quello aziendale.

L’intesa dell’8 marzo è la conservazione di una rendita del passato che non affronta i problemi attuali. L’unica piattaforma votata dai lavoratori – quella della Fiom – prevedeva l’aumento in paga base per recuperare il potere d’acquisto che l’inflazione sta divorando, con una «una tantum» a dicembre defiscalizzata.

Unendo le forze sindacali, coinvolgendo direttamente operai e impiegati, si sarebbe potuto ottenere un importante risultato che la divisione ha impedito.

In Stellantis l’effetto degli ammortizzatori sociali rende nominali gli importi, mentre la perdita di potere d’acquisto è reale quando si pagano bollette e si fa la spesa; per questo in piattaforma la Fiom ha chiesto il riconoscimento della maturazione di ferie, permessi, tredicesima e premio oltre che una integrazione al reddito.

La delegazione aziendale, trainata da Stellantis, escludendo la Fiom dalla trattativa ha impedito il cambiamento, l’innovazione e la riunificazione dei lavoratori. Ma i problemi per i lavoratori continueranno ad esserci e la Fiom continuerà a essere con loro.

Abbiamo proposto un sistema di relazioni industriali paritario che – vista la crisi del settore dell’automotive – si basasse sulla partecipazione, ma è stata scelta la strada dell’esigibilità e delle sanzioni.

Chi non ha rispettato gli obiettivi del Ccsl dei «salari tedeschi» e della «piena occupazione» non sono i lavoratori ma l’azienda: il contratto prevede sanzioni per i delegati\e. In due anni e mezzo in Stellantis, oltre alla cassa integrazione, ci sono state uscite di 7.000 lavoratori, aumento dei carichi e peggioramento delle condizioni di lavoro.

C’è poco da festeggiare visto che la cassa integrazione continuerà in assenza di un piano industriale e occupazionale di investimenti sull’Italia.

Le aziende Stellantis, CNHi, Iveco e Ferrari devono sapere che in assenza di un sistema di relazioni sindacali condiviso, la Fiom con i suoi delegati\e continuerà a contrattare tutto stabilimento per stabilimento: le parti normative, salariali e della prestazione di lavoro, fino agli interventi necessari a tutelare l’occupazione. Vogliamo farlo insieme a tutti gli impiegati e operai esclusi dalla proroga del Ccsl che vorranno partecipare.

Chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori di essere presenti in assemblea, iscriversi e dare alle delegate e ai delegati della Fiom la forza contrattuale e di rappresentanza necessaria: insieme possiamo!

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