giovedì 16 marzo 2023

pc 16 marzo - Formazione operaia su "guerra imperialista e proletari" - Contro l'opportunismo, nelle sue varie forme


Nell'aver deciso di utilizzare gli scritto di Lenin del saggio "Il socialismo e la guerra" abbiamo fatto una forzatura. Vale a dire, utilizziamo un testo che riguarda una fase più avanzata di una guerra inter imperialista quando attualmente siamo ai preparativi di essa, che possono essere accelerati o rallentati da varie ragioni, e su cui non entriamo nei dettagli in questo scritto.

Cosi' come è chiaro che stiamo valutando la posizione del nostro imperialismo e la lotta contro di esso a uno stadio dei preparativi il cui ruolo è ancora minore. Però stiamo lavorando per il futuro. 

Il nostro scopo è formare, fornire elementi all'avanguardia proletaria, all'avanguardia di lotta, ai comunisti organizzati e non, dei punti saldi che in questa fase sono tuttora in divenire, verso i quali bisogna resettare teoria e prassi e utilizzarli come guida, nel senso pieno della parola, dell'azione che non si può ancora considerare veramente un'azione pratica. 

L'altra questione, a premessa, di cui siamo ben consapevoli, è che la descrizione di posizioni e forze su cui è centrata la lotta di Lenin corrisponde a forze che oggi nel mondo e soprattutto nel nostro paese non corrispondono esattamente a quella rappresentazione.

E' quindi chiaro che vi è una forzatura in questa lettura orientata del testo di Lenin. Ma l'importante è guardare alla sostanza. 

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Lenin scrive: "I socialisti di tutto il mondo hanno solennemente dichiarato nel 1912 a Basilea di considerare la guerra europea che si avvicinava come un'azione "delittuosa", la più reazionaria azione di tutti i governi, la quale dovra' affrontare il crollo del capitalismo provocando inevitabilmente la rivoluzione contro di esso. E' scoppiata la guerra, è venuta la crisi, e invece della tattica rivoluzionaria la maggioranza dei partiti socialdemocratici ha adottato una tattica reazionaria, ponendosi dalla parte dei rispettivi governi e delle rispettive borghesie". 

Ecco, qui, venendo all'oggi, possiamo dire che in realta' la maggioranza dei partiti di opposizione che si

riferiscono alle masse ha adottato gia' una tattica reazionaria rispetto ai governi e alla borghesia. E quindi a questa tattica reazionaria, gia' nella fase dei preparativi che bisogna opporre la tattica rivoluzionaria. E certamente, non in seno a questi partiti ma in seno e nelle fila dei proletari e delle masse popolari. 

Tutta questa tattica reazionaria nel suo complesso può essere definita "socialsciovinista" e tutta ha la sua base di classe anche oggi. Tutte queste forze esprimono la "politica borghese nel movimento operaio, esprimono gli interessi della piccola borghesia e l'unione di un'infama parte degli operai imborghesiti con la propria borghesia (compresa una parte più rilevante di lavoratori non appartenenti direttamente al mondo operaio) contro gli interessi della massa degli operai e della massa degli oppressi".

Data la attuale sparizione di partiti socialdemocratici e socialisti classici, il quadro dei partiti di cui parliamo agisce nell'arena elettorale e nella pubblica opinione e si combina con chi realmente presente nelle fila operaie è più corrispondente alla definizione di "opportunismo" che Lenin da' "L'opportunismo (trasforma) l'utilizzazione della legalita' borghese in un atteggiamento servile dinanzi ad essa, creando un piccolo strato di burocrazia e aristocrazia della classe operaia... (unito a) molti compagni di strada piccolo borghesi".

L'attitudine di questi settori di classe, strati, partiti e organizzazioni politiche e sindacali li rende particolarmente disponibili alle conseguenza dell'avanzare dei preparativi di guerra, in particolare in materia dell'azione dello Stato contro gli operai e i proletari in lotta e avanguardie comuniste rivoluzionarie, consistente nella repressione, nello Stato di polizia, nel bavaglio e attacco alle masse operaie.  

Scrive Lenin: "La base economica dell'opportunismo e del socialsciovinismo è identica. Gli interessi di un gruppo piccolissimo di operai privilegiati e di piccolo borghese che difendono la propria situazione privilegiata, il proprio "diritto" alle briciole dei profitti ottenuti dalla loro borghesia nazionale con il depredamento di altre nazioni con i vantaggi della posizione di grande potenza, ecc. Il contenuto ideologico e politico è identico, la collaborazione delle classi invece che la lotta di classe, la rinuncia ai mezzi rivoluzionari di lotta, l'aiuto al "proprio" governo nelle situazioni difficili". 

Vi è, quindi, una chiara posizione che ha precise basi di classe nell'azione dell'opportunismo inteso in senso lato. E nella fase dei preparativi, questa posizione viene esercitata rispetto ai preparativi cosi' come continuera' ad essere esercitata in forma tragiche e drammatiche per la classe e le masse via via che la guerra si avvicina e si sviluppa. Ed è chiaro che l'atteggiamento dei comunisti e dell'avanguardia proletaria, dei movimenti di lotta delle masse, dei settori sfruttati e impoveriti, anche della stessa borghesia, si deve muovere nella tattica in forme aperte e contrapposte, di minoranze che dovranno divenire nel tempo maggioranze, innanzitutto nella tattica e in prospettiva nella strategia. 

Leni  continua: "L'unita' degli opportunisti significa unione degli operai con la propria borghesia nazionale, e divisione della classe operaia internazionale e rivoluzionaria".

Quindi, la nostra tattica non è l'unita', che non potrebbe essere altro che 'unita' con l'opportunismo e la divisione della classe; ma, appunto, la separazione della classe e delle masse dall'opportunismo e dai settori, sia pur minoritari di classe e masse organizzati e diretti dall'opportunismo e uniti alla borghesia nazionale. 

Lenin continua: "Nel periodo passato, prima della guerra, l'opportunismo era considerato non di rado una deviazione... ma pur sempre una parte integrante, legittima del Partito socialdemocratico. La guerra ha dimostrato l'impossibilita' di un simile atteggiamento per il futuro. (Per questo) l'unita' con gli opportunisti è divenuta una mera impostura... In tutte le questioni importati gli opportunisti si presentano (verso il proprio governo) con un proprio ultimatum e ottengono soddisfazioni, grazie ai loro molteplici legami con la borghesia, alla loro maggioranza tra i dirigenti dei sindacati".

Questo avviene, tanto per essere concreti, nel sostegno all'Ucraina nell'attuale guerra imperialista, che è poi la posizione con la quale il nostro governo imperialista, in unita' con i governi dell'imperialismo a guida Usa/Nato, prepara e partecipa alla guerra inter imperialista in corso.

Gli opportunisti, oggi come ieri, hanno l'obiettivo di portare la classe e le masse al carro della borghesia imperialista italiana e del suo governo per "assoggettare altre nazioni, per lottare in favore dei privilegi di grande potenza, il che significa divisione del proletariato di tutti i paesi... Per quanto la lotta contro gli opportunisti che predominano tante organizzazioni sia difficile, per quanto sia vario nei diversi paesi il processo di separazione degli operai dagli opportunisti, questo processo è inevitabile... Il socialismo che rinasce sara' rivoluzionario, intransigente, insurrezionale".

All'epoca di Lenin la maggiore autorita' della II Internazionale era Kautsky che, come dice Lenin, "con evidenti sofismi priva il marxismo della sua anima rivoluzionaria. Del marxismo si ammette tutto tranne i mezzi rivoluzionari di lotta, la loro propaganda e preparazione, l'educazione delle masse appunto in questa direzione. Kautsky concilia il pensiero fondamentale del socialsciovisnismo, il riconoscimento della difesa della patria nella guerra attuale, con una concessione diplomatica formale agli uomini della sinistra, consistente nell'astenersi dal votare i crediti di guerra, nell'affermare a parole il suo atteggiamento d'opposizione, ecc.".

Lenin qui ci indica l'importanza e la necessita' della lotta anche nelle nostre fila, nelle fila del movimento operaio non solo contro l'opportunismo dichiarato e gia' identificato, ma contro quelle posizioni, forze, anche piccole, che formalmente sono nel campo del marxismo ma conciliano con l'opportunismo. E ci indica, quindi, che la sostanza della lotta contro queste posizioni e della divisione anche da queste posizioni sta nel fatto, gia' indicato sopra, che l'alternativa sono i "mezzi rivoluzionari di lotta, la loro propaganda e preparazione, l'educazione delle masse appunto in questa direzione".

Lenin ribadisce: "Il kautskysmo è il connubio della fedelta' verbale al marxismo e la sottomissione all'opportunismo nei fatti".

Infine, Lenin si occupa di altre forme di questa opposizione, indicando tra le altre Trotsky e i cosiddetti "marxisti olandesi", una variante dei "comunisti di sinistra"; cioè di quelli che, pur essendo su posizioni formalmente corrette, nella pratica sviluppano azione e orientamenti che sono di obiettiva coincidenza con quelle definite "kautskyste" ad esempio, quelle di riconoscere in certe circostanze la legittimita' dell'idea della difesa della patria. 
Oggi nella forma del sostegno all'Ucraina con tutti i distinguo, come è il caso dei trotskysti, nell'oscurare la natura imperialista del nostro paese e l'azione di esso in nome di "lotta alla Nato/UE", ecc. e in quello, che meriterebbe un paragrafo a parte, che Lenin chiama in maniera mirabile "radicalismo passivo" "che porta a sostituire il marxismo rivoluzionario con l'ecclettismo della teoria e col servilismo e o con l'impotenza dinanzi agli opportunismo nella pratica".  

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