lunedì 13 marzo 2023

pc 13 marzo - Editoriale - Schlein/Pd: cambiare tutto per non cambiare niente


Il PD rinasce dalle sue ceneri e si ricostruisce esattamente nella stessa maniera.

La Schlein, di classe medio borghese, da sempre nei dintorni e dentro questo partito, era gia’ vice di Bonaccini senza che questo avesse costituito alcun sfracello per la linea reazionaria portata dal Pd, puntello di tutti governi e socio di maggioranza del governo Draghi e ancella del governo fascio/razzista dei padroni della Meloni.

La catarsi delle primarie ha prodotto un “popolo del cambiamento”, ma francamente si tratta di un popolo bue, cieco all’evidenza, ancora alla ricerca del personaggio che risollevi il partito, ruota di scorta della borghesia e organizzatore del consenso delle masse alla borghesia.

Questa ventata futile di rinnovamento è al servizio del sistema, dove il sistema, però, si autotrasforma in

corso d’opera, in sempre più dispiegato moderno fascismo.

E invece di un’opposizione, sia pur parlamentare, democratica, costituzionale, antifascista, abbiamo un orgia di parole, di volti sorridenti mentre la gente muore (non c’è solo l’insultante karaoke di Salvini/Meloni, ma anche questi “giulivi cantanti” che si auto inneggiano, ridono e si abbracciano, si autoriformano in maniera grottesca).

La Schlein è segretaria e Bonaccini è presidente, una sorta di scimmiottatura al rovescio della Regione Emilia Romagna, e insieme tutta una serie di “volti nuovi” di cui riempi’ Renzi il partito provocandone l’ennesima versione del cambio di natura.

Si potrebbe fare uno screaming del nuovo organigramma della Schlein ma sarebbe un esercizio “tanto per la precisione” ma che nulla aggiungerebbe al vuoto, in cui dicendo le stesse cose della campagna elettorale di Letta, considerata da tutti molto a sinistra, si dovrebbe verificare il miracolo di un partito di opposizione popolare, almeno popolare...

I proletari, per favore, qui non c’entrano nulla, se non nella cinghia di trasmissione della burocrazia sindacale della Cgil.

Si scrive che tanti si sono iscritti al partito, alcuni reiscritti ma la maggioranza sarebbe di gente che non si è mai iscritta o che non faceva politica. Tutte cose che in questa mistura sarebbe un merito e non l’ennesima realta’ di partiti che nascono morti. Morti per l’opposizione ai governi, molto vivi invece per l’eterno arruffarsi di cariche e poltrone, sia pur divenute poltroncine e strapuntini.

La Schlein non è una nuova opposizione, e speriamo che non sia esclusivamente, come ha denunciato il Movimento femminista proletario rivoluzionario, da solo e questo è un merito e una medaglia, “la borghesia che “veste donna””.

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