Nuova cassa integrazione, nuovo colpo ai salari ed al rientro ci aspetta una linea più veloce, 15 auto in più. Fino alla prossima cassa. Un cerchio infernale che va spezzato
Diventa sempre più preoccupante la
situazione dello stabilimento di MELFI dove ancora una volta comunicano
giornate di cassa! Questa volta però fanno saltare il turno di notte, il
turno che permette ai lavoratori di incrementare il loro salario!
Anche
se con toni molto pacati (dal momento che nel comunicato unitario
troviamo le sigle che vanno da AQCF alla FIOM) questa volta i sindacati
esprimono il loro dissenso su questa decisione unilaterale, ma allo
stesso tempo non sembra stiano mettendo in campo nessuna di quelle
azioni di cui tanto minacciano nei loro vari comunicati. Nelle assemblee
è emerso forte il dissenso dei lavoratori che vedono sottrarsi sempre
più uno dei diritti fondamentali per un uomo quello del SALARIO. Come
dagli operai stessi è stato detto che qui si va nella direzione di
prendere salari poco più alti di un reddito di cittadinanza che,
inevitabilmente, porta a dei sacrifici per i lavoratori e le loro
famiglie. Chi ritira i figli dalle università, chi non avvia un progetto
di una costruzione di una famiglia e anche chi si trova in difficoltà
ad arrivare a fine mese.
Il paradosso che allo stesso tempo si
viene a creare è che gli operai, al loro rientro in fabbrica troveranno
la linea aumentata di 15 vetture. E quindi cosa ci dice il padrone:
restate più giorni possibili a casa pagati dallo Stato ma quando
rientrate dovete lavorare peggio e di più per creare sempre più profitti
per me!
Noi perdiamo i soldi, il padrone fa le macchine che gli
servono con meno occupati. Tanto tutto questo non gli costa
completamente niente, neanche quel poco che pagava prima con la cassa
integrazione normale, perché la cassa integrazione Covid è tutta sulle
spalle della collettività che lavora.
I cosiddetti
“rappresentanti dei lavoratori” sembra che spesso dimentichino che
questi operai sono entrati con un contratto e non lavorano a
prestazione.
Noi perdiamo sistematicamente soldi con la cassa
integrazione, il padrone continua a guadagnare spremendoci di più quando
lavoriamo.
Dopo anni ormai che si va nella sola direzione di far
perdere il salario ai lavoratori. A nessuno viene in mente che siamo gli
unici lavoratori che non veniamo pagati quando non lavoriamo non perché
non vogliamo farlo noi, ma perché l’azienda non ci fa lavorare. Ma lei,
l’azienda, continua a guadagnare.
A nessun “rappresentante
sindacale”, troppo impegnato a distendersi a stuoino, non viene in mente
che forse è il caso di chiedere un’integrazione alla cassa integrazione
perché per sopravvivere c’è un mimino stabilito sotto il quale non si
può e non si deve andare, dal momento che all’assunzione, questi
lavoratori sapevano di dover prendere un certo salario in base al quale
hanno poi creato le loro aspettative di vita, e che oggi si trovano
letteralmente con le pezze in fronte perdendo quella dignità di esseri
umani, madri e padri di famiglia, e allo stesso tempo vedono però i
loro padroni dividersi anche quest’anno miliardi di euro di utili?
Fino a che punto dobbiamo scendere verso la miseria?
GLI OPERAI NON SI DEVONO ARRENDERE. LA BUROCRAZIA SINDACALE CHE VA A BRACCETTO CON IL PADRONE NON SERVE A NIENTE
ISTRUIAMOCI, AGITIAMOCI, ORGANIZZIAMOCI. IL FUTURO È NELLE NOSTRE MANI
Ninco Nanco, operaio di Melfi
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