“Dopo che anche l’ultimo incontro notturno al ministero si è chiuso con una fumata nera, con la decisione della multinazionale belga di non sospendere i licenziamenti, per i 113 operai superstiti (erano 318) della Bekaert il futuro si fa sempre più nero e pieno di incognite…” - racconta il Manifesto di oggi – “Al mattino un presidio di protesta davanti alla fabbrica a Figline Valdarno ha certificato l’ennesimo fallimento di quelle politiche di reindustrializzazione sempre avanzate quando una multinazionale se ne
va, senza però una parallela assunzione di responsabilità da parte della politica.” E’ questo che alla fine denuncia la Fiom, l’“assenza della politica” non prima di aver attaccato tutti gli altri: “Siamo in questa situazione perché il 24 febbraio scorso Fim, Uilm e Regione Toscana hanno firmato i licenziamenti – attaccano i metalmeccanici della Cgil – se l’azienda ha avuto un atteggiamento inaccettabile, la Regione purtroppo non ha saputo svolgere un ruolo politico in questa vertenza.” La Fiom, qui come dappertutto, pretende che la “politica” gli tolga le castagne dal fuoco delle battaglie sindacali, dello sconto vero della lotta di classe, lo scontro con i padroni! Ma quelli della Fiom sono abituati (e hanno abituato) a non disturbare i padroni e i loro profitti. Però sono prontissimi a fare le “eventuali cause che i lavoratori vorranno intentare” visto che, dicono loro, “E’ un paradosso licenziare mentre è in atto il blocco dei licenziamenti”.La Fiom però non si è fermata qui,
continuando a rapportarsi alla “politica”, ha fatto una proposta alla sindaco
di Figline-Incisa: “Le abbiamo chiesto di aprire un coordinamento tra le
istituzioni del territorio – spiega Daniele Calosi che guida la Fiom di
Firenze e Prato – per costituire un bacino di lavoratori da cui possano
attingere imprese in cerca di personale, grazie agli incentivi previsti”.
Quindi ancora soldi pubblici (l’unica
cosa certa in tutto questo) a eventuali padroni! “La Fiom si è resa comunque
disponibile a firmare nei prossimi giorni un protocollo (i sindacati
confederali hanno gli archivi pieni di “protocolli” di ogni genere!) che, in
caso di futura reindustrializzazione dello stabilimento di Figline o di avvio
di un’attività industriale vicina, preveda che chi subentrerà, se beneficerà di
finanziamenti pubblici, offra garanzie occupazionali per tutti i lavoratori
licenziati da Bekaert.”
Gli operai non possono lasciare in
mano ai sindacati confederali le vertenze e le lotte!
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