La sinistra proletaria si è ripresa il 1° Maggio con le due manifestazioni più significative, a Milano e a Napoli, che hanno raccolto l'ala più combattiva dei lavoratori, a cui si sono aggiunti i giovani comunisti e tutte le realtà che hanno deciso di scendere in piazza intorno ad un 1°Maggio classista, combattivo e internazionalista. Mentre i sindacati confederali ormai legati mani e piedi al governo hanno fatto i loro discorsi demagogici nelle piazze o si sono nascosti per di più dietro la televisione parlando solo ai loro burocrati, il sindacalismo di classe è riuscito nella sfida di riprendersi il 1° Maggio.
Il resto del sindacalismo di base ha dimostrato nei fatti di essere ormai poca cosa. Certo a Milano hanno in qualche maniera condizionato la limpidezza del sindacalismo classista e combattivo, dimostrando di muoversi secondo solo la propria convenienza non con spirito unitario, senza peraltro essere in alcuna maniera determinante rispetto al significato della manifestazione. A Napoli invece è sparito completamente. Anche queste manifestazioni pongono che occorre tagliare ogni cordone ombellicale oltre che col sindacalismo confederale anche con ogni espressione di quel sindacalismo di base che sopravvive a sé stesso e non è in grado né di allargare il fronte di lotta e né in generale di caratterizzarlo in senso classista.
Questo dimostra che la strada intrapresa dal Patto d'azione, dall'Assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi è quella giusta, è quella che può costruire un'alternativa di lotta e di prospettiva ai lavoratori.
Certo le fabbriche sono prevalentemente ancora ferme, ci sono focolai di lotta e resistenza, ma il controllo del sindacalismo confederale e la debolezza del sindacalismo classista e combattivo fa sì che ancora non emerga la potenzialità di lotta che anche nelle fabbriche esiste.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha partecipato alle tre manifestazioni di Milano, Napoli, e Palermo. Queste manifestazioni, a parte la manifestazione di Torino, di Roma, hanno contribuito a dare il segno generale di questo primo maggio. Importante gli interventi fatti dai nostri compagni che hanno sintetizzato e radicalizzato gli elemento classisti e combattivi presenti nelle manifestazioni e posto in esse alcuni elementi che hanno reso ancora più ricco il quadro dello scontro di classe in atto nel paese.
La diffusione di proletari comunisti-PCm Italia in queste manifestazioni del volantone riportante la dichiarazione del 1° Maggio sottoscritta e diffusa da numerose organizzazioni internazionali, dall'Europa, all'Asia, America Latina, Canadà, Afghanistan, Iran, Tunisia, ecc.; e il volantino diffuso alle fabbriche in Italia e Spagna, ha portato il segno dell'internazionalismo proletario concreto e agente.
A Napoli i lavoratori autorganizzati e le realtà che sono scese in piazza si sono ripresi le vie di Napoli con un corteo che ha attraversato una parte più significativa della città. Durante questo corteo gli interventi dei lavoratori e delle realtà in lotta hanno reso questo corteo particolarmente denso di contenuti. Contenuti di unità di classe, si è visto chiaro il fronte unico di classe basato sulle lotte che sono in corso. La forte unità tra lavoratori e disoccupati presenti in numero consistente alla manifestazione, la buonissima presenza dei giovani e delle bandiere rosse hanno reso il corteo ancora più significativo.
Durante il corteo l'intervento della compagna dello Slai cobas sc di Taranto ha portato la vicenda dell'Ilva/ArcelorMittal di Taranto, dove il fascismo padronale in azione ha licenziato un lavoratore per un post su facebook, dentro un quadro in cui ArcelorMittal, alle prese con un nuovo salto nella trasformazione dell'Ilva in Acciaierie d'Italia, ha voluto dare un segnale di intimidazione a tutti gli operai. A tutto questo i lavoratori stanno cercando di rispondere, o almeno una parte di essi. Ma sicuramente non è appoggiandosi su partiti borghesi o su rappresentanti istituzionali che i lavoratori all'ArcelorMIttal avranno giustizia e anche la possibilità di difendersi dagli attacchi del padrone.
La compagna ha portato in piazza anche la questione dei migranti, considerando il quadro generale dell'attacco padronale e della situazione nel nostro paese. Infine, significativo è stato la chiarezza con cui è stato posto il significato generale di questo 1° Maggio: rosso, perchè rosso è il colore della lotta dei lavoratori, rosso è il colore del sangue che i lavoratori hanno versato in tutta la loro storia, rosso è la bandiera intorno a cui si può ricostruire l'unità della classe operaia e la rappresentanza sociale e politica di essa; proletario, perchè i proletari devono unirsi tra di loro, perchè è l'unità delle lotte, l'unità di tutte le realtà proletarie che si stanno ribellando il valore aggiunto che può dare ad ogni lotta più forza e un punto di riferimento per tutti i settori delle masse in lotta; infine internazionalista, quello vero, quello del legame tra le lotte dei lavoratori in Italia e le lotte dei lavoratori in tutto il mondo, dall'India all'America Latina, dall'Europa alla Tunisia, ecc; ovunque c'è crisi, pandemia e oppressione le masse, e in particolare le masse proletarie e in alcuni paesi le masse contadine si stanno ribellando, l'internazionalismo quindi è tornato ad essere raccontato attraverso le lotte dei lavoratori.
A Milano la voce degli operai della Dalmine, della Maschio, della Gaser, che hanno portato soprattutto alle fabbriche l'appello a unirsi, a scendere in lotta nella giornata del 1° Maggio, ha indicato come la lotta di classe oggi possa avere una rappresentanza autonoma e generale, che la forza degli operai, la strada necessaria è nella lotta e nell'unione di tutti gli operai, nel concentrare le forze nelle lotte vere più significative in questo momento, come la FedexTnt, Prato, Maschio, perchè queste lotte devono rompere la repressione e vincere e far avanzare tutti i lavoratori; gli operai dello Slai cobas sc hanno detto chiaro che al potere dei padroni, occorre rispondere con la costruzione del potere proletario, perchè il 1° Maggio vuol dire lotta rivoluzionaria. Dagli operai della Maschio in lotta da un anno si è poi sentita forte la voce dell'internazionalismo, dell'unità dei lavoratori in lotta di tutto il mondo.
A Palermo un combattivo sit in di che lo Slai cobas sc ha contribuito ad organizzare, ha diretto e orientato e l'ha mantenuta sul terreno del sindacalismo classista e combattivo, all'interno della battaglia che si sta facendo anche a Palermo intorno al Patto d'azione anticapitalista per il fronte unico di classe. Una manifestazione che ha riunito alcune centinaia di diversi settori, della scuola, assistenti Coop sociali, dei servizi sanità privata, dello spettacolo, dei cantieri di servizio, disoccupati, migranti, studenti universitari. Qui ancora una volta il 1°Maggio ha visto le lavoratrici in prima fila, come è caratteristico a Palermo.
Il 1° Maggio rosso proletario e internazionalista, quindi, comincia ad avere le caratteristiche che deve avere e che in tanti anni nel nostro paese sono state abbandonate.
A cura di proletari comunisti
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