mercoledì 5 maggio 2021

pc 5 maggio - Infortuni sul lavoro: 128.671 le denunce nei primi tre mesi del 2021, 185,19 i casi mortali. Oggi altro morto e altri gravi infortuni sul lavoro

Il drammatico caso della morte di Luana D'Orazio, ha acceso nuovamente i riflettori sugli omicidi bianchi in Italia.

Già il 29 aprile scorso in poche ore si era verificata una strage: una trave aveva ceduto nel deposito Amazon di Alessandria, investendo sei persone e causando un morto e cinque feriti. Nelle stesse ore nel porto di Taranto aveva perso la vita un gruista di 49 anni, precipitato sulla banchina mentre a Montebelluna (Treviso) un operaio di 23 anni era stato investito da un'impalcatura, morendo sul colpo. Tre morti in un solo giorno.

Ora, dopo la morte di Luana D'Orazio, un altro lavoratore del tessile è rimasto incastrato con il braccio in un macchinario a Bergamo ed ora è in ospedale in gravi condizioni. A Busto Arsizio oggi è morto un operaio schiacciato dal tornio meccanico alla Bandera, azienda di estrusione di materie plastiche. L'uomo è morto in ospedale; si chiamava Christian Martinelli. "Si lamentava che fossero in troppo pochi" ha detto la moglie, rimasta da sola con due figlie piccole. E nel trevigiano, sempre oggi, un'altra giovane operaia, E. B. di 34 anni, di origine albanese, è rimasta impigliata con i capelli in un macchinario di un'altra fabbrica tessile, che le ha procurato un vero e proprio scalpo nella nuca.

Il quadro tracciato dall'Inail sul primo trimestre del 2021 parla chiaro: 185 vittime. Dal 2015 gli incidenti mortali non sono mai scesi sotto i 1000 all’anno. Stando all’ultimo aggiornamento, che comprende i decessi per Covid contratto sul lavoro, nei primi tre mesi del 2021 le denunce di infortunio sono state 128.671 e i casi mortali 185, 19 in più rispetto ai 166 del primo trimestre 2020.

Ogni giorno due lavoratori/lavoratrici muoiono sul lavoro. Molti più uomini che donne, perché il 98% delle persone che con la crisi-pandemia hanno perso il lavoro sono donne, ma di donne ne sono morte 11 contro le 3 che avevano perso la vita nel primo trimestre 2020.

Dal punto di vista delle classi di età, sono raddoppiate le morti nella classe 60-69 anni: dalle 19 del primo trimestre del 2020, alle 38 del 2021. Lavoratrici e lavoratori che a quell’età dovrebbero andare in pensione e che invece vengono mandate/i al macello.

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