martedì 4 maggio 2021

pc 4 maggio - L'Italia imperialista al comando della missione aerea della NATO nel Baltico. Dalla base di Amendola sono partiti gli F-35 di quinta generazione

03/05/2021 - formiche

Alla presenza del sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé, si è tenuto il passaggio di consegne tra la Luftwaffe e l’Aeronautica italiana per la guida della missione di Air Policing della Nato. Per la prima volta, a protezione dei cieli baltici dell’Alleanza, ci sono i velivoli F-35 di quinta generazione

Ad Amari, in Estonia, con il passaggio di consegne tra la Luftwaffe e l’Aeronautica militare, è iniziato oggi ufficialmente il comando italiano della missione di Air Policing della Nato. Per la prima volta nell’ambito dell’Alleanza Atlantica, a protezione dei cieli del Baltico ci sono gli avanzati velivoli F-35, giunti da qualche giorno sulla base estone. Sono quelli del 32esimo Stormo (Amendola-Foggia) della

Forza armata italiana, già protagonista nel 2019 del primo impiego operativo di quinta generazione nella Nato. In quel caso, la missione di Air Policing fu in Islanda, poi ripetuta l’estate successiva. Il tutto rientra nell’attività di Air Policing, termine con cui si indica la difesa aerea in tempo di pace, operazioni a cui l’Aeronautica militare italiana, oggi guidata dal generale Alberto Rosso, contribuisce sin dal primo impiego in Slovenia nel 2004. L’Air Policing “riveste un ruolo chiave non solo dal punto di vista delle capacità militari difensive e di reazione, ma anche geopolitico – ha rimarcato il sottosegretario alla Difesa – le attività di polizia aerea della Nato non contribuiscono solo alla sicurezza dell’aviazione civile; siete i guardiani dell’integrità dell’Alleanza”.

IL RITORNO DALLA LITUANIA. L’assunzione del comando in Estonia arriva a qualche giorno dalla cessione di quello in Lituania (in favore della Spagna). La scorsa settimana, si è conclusa infatti la missione Baltic Thunder, a cui l’Aeronautica militare ha partecipato con quattro velivoli Eurofighter, piloti, tecnici e specialisti, garantendo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, la difesa dello spazio aereo delle tre repubbliche baltiche. L’Italia ha avuto la leadership dell’operazione per otto mesi, ovvero per due blocchi (54 e 55), e ha effettuato in totale circa 900 ore di volo, con circa quaranta “Alpha scramble” (cioè dei reali interventi di Difesa aerea) e oltre 160 scramble addestrativi (eventi simulati per l’addestramento alla prontezza operativa).

UN’ATTIVITÀ INTESA. Durante gli ultimi anni, gli impegni di Air Policing sono aumentati, in linea con l’aumento di tensione tra Stati Uniti (e Nato) e Russia. Nel 2020 sono stati 350 gli scramble di velivoli dell’Alleanza generati dalle manovre aeree degli assetti russi sui cieli del nord Europa. Quasi un allarme al giorno per rotte sempre più frequentate dalle forze di Mosca (con bombardieri e caccia). La Nato risponde a tale attivismo con l’Air Policing, portato dall’Italia alla quinta generazione già nell’autunno del 2019, quando gli F-35 hanno raggiunto la certificazione alla piena capacità operativa. Nell’estate del 2020, con il ritorno di sei F-35 italiani in Islanda, c’è stato il primo “Alpha scramble” di quinta generazione. A fine giugno, due dei sei velivoli dell’Aeronautica militare si sono attivati per scortare alcuni velivoli russi in missione sui cieli tra mare di Barents, mar di Norvegia e Atlantico nord-orientale. Si trattava di tre aerei da pattugliamento marittimo Tu-142 (con capacità bombardiere e antisommergibile), scortati da alcuni caccia MiG-31, gruppo del tutto simile a quelli osservati nelle settimane precedenti nei cieli del contesto nord europeo.

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