PARTE 1
Non c'è stata una descrizione così precisa, accurata della condizione degli operai come quella che fa Engels ne La situazione della classe operaia in Inghilterra – scritto tra il 1844 e 1845. In esso per la prima volta veniva trattata la condizione della “classe operaia nel suo insieme e non semplicemente di particolari settori ed industrie”; col che dimostrava che l'origine della miseria degli operai non era da ricercarsi in questo o in quell'azione del singolo capitalista o settore lavorativo “bensì nel sistema capitalistico stesso”.
Engels coglie ogni aspetto sia lavorativo che di vita di questa condizione di estrema sofferenza, “più rivoltante, più disumana che l'uomo possa immaginare” - una condizione peggiore di quella dello schiavo. “...Allo schiavo – dice Engels - è almeno assicurata l'esistenza dall'interesse particolare del suo padrone, il servo (della gleba ndr) ha tuttavia un pezzo di terra del quale vive; essi hanno almeno una garanzia per la nuda vita — ma il proletario può soltanto contare per sè stesso, e nel medesimo tempo non trova il modo di impiegare le sue forze in modo da poter far calcolo su di esse... Egli è l'oggetto senza volontà di tutte le possibili combinazioni delle circostanze e si può dire fortunato se per un breve tempo riesce a salvare la vita...”.
La situazione della classe operaia in Inghilterra è, quindi, una analisi lapidaria e viva della barbarie, disumanità del capitale e del suo sistema, senza se e senza ma, scevra da ogni moralismo. “Il mio libro – dice Engels negli scritti in 'Appendice' - dalla prima all'ultima pagina è un atto d'accusa contro la borghesia inglese”. “...Il rapporto che esiste tra il fabbricante e l'operaio – scrive in un altro passo
Engels - non è umano, ma semplicemente economico. Il fabbricante è il «capitale», l'operaio è il «lavoro». E se l'operaio non vuoi lasciarsi restringere in questa astrazione, se egli afferma di non essere il «lavoro» ma bensì un uomo, il quale tra le altre ha pure la qualità dell'operaio, se egli pensa di credere che non deve venir adoperato come lavoro, che non deve venir comperato e venduto come merce sul mercato, allora il borghese allibisce...”.Engels in questo libro fu tra i primi a parlare delle inevitabili crisi periodiche del capitale e della sovrappopolazione.
Esso sarà molto utile a Marx nel lavoro del Capitale.
Non c'è moralismo né pietismo piccolo borghese neanche verso gli operai che si abbruttiscono e si abbandonano ad una condizione “indegna di un uomo”. I proletari sono descritti in maniera cruda. Ma è da questa descrizione “fino al fondo del pozzo degli orrori” sia fisica, ma anche di miseria intellettuale, culturale, di una vita che non sarebbe vita neanche per il più bestiale degli animali, esce la spietata denuncia del capitalismo, della borghesia.
Engels si sofferma e fa una descrizione puntuale su ogni aspetto della situazione degli operai, dalle abitazione, che non si possono minimamente chiamare tali, spesso tuguri senza aria, luce, acqua, in cui convivere anche con maiali, in cui anche i bisogni corporei vengono fatti all'interno di un unico spazio; alle condizioni di vita ripugnanti, in cui uomini, donne, bambini sono costretti a dormire ammassati, senza un minimo di decenza, e in cui a volte avere un pagliericcio sporco su cui dormire è un privilegio; dal vestiario fatto di stracci, ad un mangiare, quando c'era, fatto dei rifiuti delle classi abbienti; dalle malattie, invecchiamento precoce, alla condizione di estrema ignoranza - “Essi – scrive Engels riferendosi agli operai minerari – conoscono le categorie religiose soltanto attraverso le bestemmie”; anche se questa ignoranza, dice in un altro passo li sottrae dall'essere influenzati dai valori della borghesia.
Soprattutto Engels descrive le condizioni bestiali di lavoro, del proletariato in generale, soffermandosi sul proletariato industriale; ma anche di altri settori di lavoro (proletariato minerario e agricolo) in cui alle sofferenze comuni si assommano nuove incredibili sofferenze, distruzioni fisiche, mentali, morali.
Engels nel descrive queste condizioni in modo lapidario, forte, senza nascondere nessun aspetto neanche il più ripugnante della condizione del proletariato, ha reso vivo ciò che Marx scrive ne Il Capitale nell'accumulazione originaria: “Il capitale viene al mondo grondante sangue e sporcizia dalla testa ai piedi, da ogni poro".
Una parte della cruda descrizione, altrettanto completa e senza scampo, riguarda la condizione di sfruttamento terribile, di schiacciamento, di abbrutimento fisico e morale delle donne, che oltre a vendere ad ancor meno spiccioli la propria forza-lavoro, ad avere deformato il proprio corpo che spesso partorisce bambini morti o già deformi, devono buttare i loro corpi nelle grinfie di uomini “dabbene” o nel fango di una condizione di vita brutale, di promiscuità in cui viene strappato ogni sentimento umano, ogni moralità; così come la condizione zeppa di puzzo di sangue e morte dei bambini/ragazzi, deformati e uccisi dalla fatica, dal modo contro natura in cui sono costretti a lavorare - In seguito August Bebel con il grande libro “La donna e il socialismo” analizzerà in maniera più specifica ogni aspetto della condizione di oppressione delle donne, in particolare la condizione sessuale, ma Engels pone le basi del legame tra il modo di produzione capitalista, il sistema sociale e politico, culturale e la condizione delle donne.
(SEGUE)
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