lunedì 14 settembre 2020

pc 14 settembre - La riapertura delle scuole 2 - info e contributi

Scuola/covid-19: rassicurazioni e annunci quotidiani che “tutto andrà bene” del governo Conte/Azzolina non bastano! Per studenti e lavoratori e famiglie la scuola inizia nel caos.

L’inizio dell’anno scolastico è un vero disastro: il governo Conte è andato nel pallone a cominciare dal MIUR/Azzolina che in tutti questi mesi trascorsi dal lockdown non ha fatto altro che creare confusione con dichiarazioni e direttive estemporanee, contraddittorie e cambiate da un giorno all’altro. Non va di certo tutto bene come vogliono far credere. All’inizio della scuola famiglie, studenti, insegnanti, personale Ata, nonostante protocolli su protocolli non hanno ad oggi un’informazione chiara e uniforme sull’organizzazione del nuovo anno scolastico nella fase del perdurare dell’emergenza Covid 19.

Ma la scuola deve cominciare, gli studenti devono tornare a frequentare dopo mesi di chiusura a casa in DAD, docenti e personale Ata devono riprendere appieno il lavoro in presenza ma ciò deve avvenire in totale sicurezza e su questo non ci possono essere scuse né per il governo né per nessuno!

Il 14 settembre la scuola inizia e ancora ci sono molteplici scuole nel nostro paese, per fare un primo 
esempio. senza aule e locali sufficienti per creare classi con numeri minori di di studenti al fine di evitare assembramenti.
I provvedimenti vergognosi messi in atto dai vari governi della borghesia che si sono alternati negli anni al potere hanno prodotto e mantenuto le cosiddette classi pollaio, all’insegna dei tagli sempre più consistenti alle risorse, inseriti in un continuo processo di riforma della scuola al servizio di questa società capitalistica, al servizio dei padroni (e su questo i proclami di beceri personaggi come la Gelmini/FI che oggi si scaglia contro le classi pollaio, quando è stata una delle principali artefici di esse, così come Salvini/Meloni, sono da vera e propria feccia politica fascio-populista), fino all’attuale governo che prima del Covid non aveva fatto proprio nulla in merito, mantenendo lo status quo, ma solo ora costretto dall’emergenza epidemiologica cerca ancora le aule mentre la scuola inizia. 

Sono scuse perché i locali si trovano di sicuro, ci sono quelli sequestrati alla mafia, quelli dei privati sfitti, quelli delle varie amministrazioni locali, Comuni, Provincie, Regioni e dello Stato sfitti o abbandonati, si tratta di migliaia di stabili e appartamenti che potrebbero ospitare migliaia di studenti! Senza tenere conto del fatto che da anni non si costruiscono scuole nuove e la maggior parte degli istituti scolastici è cadente. E invece si continuano a martellare studenti e famiglie sulle difficoltà e a mettere tutti in condizioni più difficili: è chiaro che tanti genitori si chiedano se a queste condizioni è sicuro mandare i propri figli a scuola.
E nel tempo si sono aggiunte altre scuse: dai banchi monoposto insufficienti che ancora in tantissime scuole specialmente delle regioni al sud non sono stati consegnati (su 2 milioni e 400 circa di banchi richiesti ne sono stati consegnati solo 200.000), ai test sierologici facoltativi per i docenti, per i lavoratori Ata, sui quali il governo/Miur vorrebbe scaricare ora la responsabilità dei contagi nelle scuole se non lo fanno. Il governo Conte/Azzolina/Speranza dovrebbe intervenire e subito sulle difficoltà che si stanno avendo per fare invece il test a tutti, considerato che molti medici di base si rifiutano di farlo e protestano perché sprovvisti in modo adeguato dei kit e di dispositivi di sicurezza adeguati, e nelle Asp, negli ospedali, con poco personale medico, infermieristico e sanitario, il cui potenziamento di assunzioni ad oggi è risultato insufficiente a fronte delle necessità non solo per il Covid ma anche per la situazione generale di sbando degli ospedali, non si riesce a fronteggiare in poco tempo l’alto numero di richieste.

Scuse sull’uso della mascherina, un giorno sì e un giorno no, con i risvolti sanitari connessi, sul trasporto degli studenti, sul voto e le eventuali punizioni per chi non porta la mascherina, per non parlare dell’organizzazione dei tempi scolastici, della difficoltà di far coincidere lezioni in presenza e didattica a distanza, se necessario, della questione studenti disabili, assolutamente già penalizzati durante la chiusura delle scuole per i quali la DAD si è rivelata escludente, che rischiano di restare lo stesso a casa, visto che vengono anche privati di figure che si occupano della loro assistenza igienico-sanitaria, vedi il caso esemplare della Sicilia.

Sul fronte delle tantissime lavoratrici e lavoratori della scuola, circa 1 milione tra docenti e Ata, il governo farà pagare loro anche questo lato della crisi sanitaria dovuta al Covid: a partire dalla eterna precarietà per migliaia di lavoratrici e lavoratori. Gli annunci della ministra Azzolina sulle assunzioni sufficienti e sulla procedura veloce delle chiamate dei supplenti si sono rivelati non corrispondenti alla realtà, all’inizio della scuola tante cattedre restano vacanti e migliaia di docenti e Ata restano precari, le nuove graduatorie non si sono rivelate per nulla “veloci” ma sbagliate con tantissimi ricorsi in corso e in diverse regioni ancora le operazioni di convocazione non si sono espletate o sono in corso; oggettivamente in generale si dovrà lavorare più intensamente perché a causa dei pesanti tagli agli organici di questi anni i lavoratori e le lavoratrici si sono ridotti di numero, mai compensato fino ad oggi seriamente. Si tende ad accentuare il lavoro agile e il ricorso alla Dad anche in caso di malattia da Covid, contro quanto stabilito nel CCNL, dello stile “sei positivo, contagiato, in malattia, ma devi lavorare lo stesso da casa”, cosa che piacerà molto allo Stato, con il taglio di buona parte del salario accessorio con riduzione reale, quindi, del salario. Per non parlare della questione delle lavoratrici, che nella scuola sono a maggioranza, che essendo in larga parte anche madri su cui questo Stato riversa pesantemente il lavoro di cura, in tantissimi casi avranno consistenti difficoltà a gestire una situazione in cui devono lavorare e occuparsi dei figli con orari scolastici a metà, con rientri nel mezzo della mattina a casa per continuare le lezioni in DAD ecc.

È chiaro che proprio l’impostazione che ne sta dando il governo, con la confusione generale che si vede a occhio nudo, mette seriamente a rischio il prossimo anno scolastico, mentre si trattava, con il buonsenso e la serietà necessaria, di mettere in atto iniziative concrete già da marzo invece di procedere per mesi solo con annunci mantenendo di fatto lo status quo.

Questa della scuola anche in tempo di Covid-19 è diventata un’altra prova provata dell’impossibilità della borghesia al potere nel suo insieme, e nelle sue diverse frazioni, di risolvere realmente i problemi sociali partendo da fatti concreti e immediati, vedi la salute e sicurezza degli studenti, lavoratrici, lavoratori della scuola, delle famiglie… E' un’altra prova provata della necessità della borghesia, per i suoi specifici interessi di classe, di continuare per esempio, Covid o non Covid, a stanziare risorse per i padroni capitalisti che piangono miseria per la crisi, mentre lavoratori, operai, precari possono restare nella miseria, o per le spese militari per la guerra imperialista e non per la scuola pubblica, la sanità pubblica, i servizi sociali pubblici.

Ma anche questa questione della scuola mette oggi in campo la necessità urgente di prendere seriamente coscienza e di organizzarsi come lavoratori, lavoratrici, studenti nella lotta politica contro chi detiene il potere in un percorso fatto sì di battaglie quotidiane, partendo dalle necessità concrete e reali, ma volto ad una lotta per un vero cambiamento sociale.

D. Palermo

Nessun commento:

Posta un commento