da Slai Cobas sc IRCSS Istituto Tumori, Milano
Diciamo subito che i provvedimenti disciplinari e in alcuni casi il licenziamento, di delegati sindacali o lavoratori che hanno denunciato e preteso di essere tutelati, ricevendo i DPI idonei a proteggersi, ma anche per tutelare malati, parenti e i propri cari, richiede un cambio di passo. Perché di fronte al crimine che hanno commesso la giunta Fontana/Salvini, che in nome della devastazione della Sanità Pubblica e garantire i profitti per i padroni della Sanità Privata, passando per gli interessi personali, hanno trasformato una pandemia in strage, continuino, a sedere sulle poltrone in Regione, quando il posto più idoneo è dietro a delle sbarre.
Ed
oggi tramite i vari Direttori Generali (guarda caso, nella
maggioranza, tutti fedeli leghisti) reprimano i lavoratori.
Chiaramente questo attacco ha visto il supporto da parte dei
sindacati confederali, che a parole hanno “contestato” la giunta
lombarda, ma nei fatti non hanno preteso i DPI, Tamponi, nuove
assunzioni e si soni uniti nel coro di chiamarci EROI mentre ci hanno
trattati come CARNE DA MACELLO, unendosi alla, loro, parola d’ordine
“insieme ce la faremo” per dire che operatori sanitari/malati e
giunta Fontana siamo sulla stessa barca. Voi di certo si. OPERATORI
DELLA SANITÀ E PAZIENTI SIAMO DALL’ALTRA PARTE DELLA BARRICATA!
Facciamo
un piccolo esempio: dalla prossima settimana le varie Direzioni dei
vari presidi ospedalieri, inizieranno, in “ottemperanza” come
usano dire, al DecretoRegionale n°9583 del 6-8-20, all’effettuazione
dei test sierologici agli operatori sanitari a contatto con i
pazienti e, in particolare, a quelli a contatto con pazienti fragili
verrà effettuato anche il Tampone naso/faringeo. Cosa vuol dire
questo: 1) che oggi test sierologici e tamponi, vengono effettuati
sugli operatori ospedalieri per dire che l’operato di Fontana e
company è stato corretto e rovescia il piano facendo passare per
untori gli operatori sanitari (forse perché si può utilizzare la
scusa che i lavoratori sono stati in ferie?); 2) il fatto di non
voler fare i Tamponi, tra marzo e maggio, (quando, non solo nei
presidi covid, gli operatori sanitari si contagiavano) nelle sanità
pubblica (mentre venivano effettuati a pagamento, 300 euro, al San
Raffaele anziché all’Humanitas), ha significato due cose: non
tutelare operatori sanitari e malati; e non riconoscere l’infortunio
sul lavoro (infortunio covid come da decreto ministeriale), lasciando
i lavoratori a casa in “semplice” malattia e allo stesso tempo
aumentando ritmi di lavoro e stress.
Anche
per queste ragioni noi diciamo, a partire da noi stessi, che oltre le
denunce e gli esposti, serve UN CAMBIO DI PASSO.
Il
primo passo è rendere reale, al di la delle appartenenze sindacali o
di lavoratori non sindacalizzati, la parola d’ordine “TOCCANO UNO
TOCCANO TUTTI”.
Il
secondo è iniziare ad assediare Regione e Direzioni Aziendali con
l’obiettivo di cacciarli costruendo iniziative comuni.
Oltre
a portare queste proposte all’assemblea del Patto D’Azione del
27/9 a Bologna, proponiamo alcune date, 22/23/24/25 settembre, per
confrontarci e decidere le prime iniziative.
Slai Cobas sc IRCSS Istituto Tumori, Milano
cobasint@tiscali.it;
cell 3387211377
Di seguito il comunicato USB
Le disposizioni di servizio vanno rispettate, anche quando mettono a
rischio la salute di lavoratrici, lavoratori e pazienti ricoverati. È
questa la grottesca teoria che sta alla base della sanzione
disciplinare di sei mesi di sospensione senza stipendio comminata a
Francesco Scorzelli, delegato USB presso l’ASST di Lecco che
amministra gli ospedali di Lecco, Merate e Bellano. In piena
emergenza Covid, Francesco, nella sua qualità di coordinatore
infermieristico, si era rifiutato di dare seguito alle disposizioni
arrivate dalla dirigenza aziendale,
ritenendo (e a ragione, come il tempo ha dimostrato) che queste mettessero a rischio la salute del personale del servizio di cui è responsabile e, di conseguenza – trattandosi di un servizio di distribuzione di materiale nei reparti di degenza - anche quella dei ricoverati.
Sono le medesime
disposizioni che costituiscono parte degli allegati all’esposto che
l’USB ha depositato giovedì 10 settembre presso la Procura della
Repubblica di Lecco, in merito alla mancata osservanza di alcune
elementari misure di sicurezza previste dai decreti legge del governo
per contrastare la pandemia negli ospedali dell’ASST di Lecco. Nei
quali, vale la pena ricordarlo, sono morti per Covid-19 circa 347
pazienti e almeno 400 dipendenti sono risultati positivi, mentre ben
850 sono stati gli operatori in malattia tra marzo ed aprile. Davvero
una singolare “coincidenza” intimidatoria quella per cui, poche
ore dopo il deposito del nostro esposto, la dirigenza aziendale ha
deciso di inviare la sanzione al nostro delegato. Così come una
strana “coincidenza” è la presenza a Lecco dell’assessore
regionale Gallera che, proprio il giorno prima dell’annunciata
consegna dell’esposto, ha definito “triste” la nostra decisione
di “denunciare l’ospedale”. Si tratta, con ogni evidenza, di
precise scelte, contro chi – come l’USB ed i suoi delegati - ha
puntato il dito verso un sistema sanitario regionale che ha
dimostrato le enormi fragilità derivanti da scelte scellerate che
hanno messo il profitto e non la salute al centro dell’interesse,
evidenziando le responsabilità dei dirigenti ad ogni livello. Contro
un sindacato che in un panorama sindacale appiattito e spesso
complice, si è distinto per la capacità di analisi e di denuncia
del tanto marciume che ammanta il mondo della sanità lombarda. Il
Coordinamento Nazionale USB, riunito oggi a Roma, ha approvato un
documento (in coda il testo) che annuncia una campagna di solidarietà
a Scorzelli, con iniziative da mettere in campo a tutela del delegato
USB e, soprattutto, di contrasto al sistema pseudo-mafioso che
governa la sanità lombarda con i risultati che si sono resi
drammaticamente visibili durante la pandemia.ritenendo (e a ragione, come il tempo ha dimostrato) che queste mettessero a rischio la salute del personale del servizio di cui è responsabile e, di conseguenza – trattandosi di un servizio di distribuzione di materiale nei reparti di degenza - anche quella dei ricoverati.
Milano 12-9-2020
USB Sanità
La nota del Coordinamento Nazionale USB
Il Coordinamento Nazionale USB esprime la propria
solidarietà e stima a Francesco Scorzelli e condanna l'atteggiamento
della dirigenza della ASST di Lecco che con la sanzione della
sospensione di sei mesi, con privazione della retribuzione, comminata
al nostro delegato, ha messo in campo un'azione vigliacca e
vendicativa a fini intimidatori, con l'intenzione di mettere a
tacere le voci critiche e dissenzienti rispetto ad un sistema
sanitario che ha scelto di mettere al centro delle proprie scelte il
profitto e non il diritto alla salute. Il Coordinamento Nazionale USB
decide di avviare una campagna di solidarietà e ogni altra possibile
iniziativa a sostegno di Francesco e di programmare in tempi rapidi
azioni di contrasto a questa inaccettabile logica. Coordinamento
Nazionale USB
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