Gli accordi di Israele con gli Emirati e con il Bahrein fanno parte del piano di guerra strisciante del fascio-imperialista Trump e del suo cane da guardia, Netanyahu, in funzione anti Iran e anti Turchia.
Di Maio e il sottosegreario agli esteri, Di Stefano, principali sostenitori dello Stato terrorista d'Israele contro il diritto all'autodeterminazione nazionale del popolo palestinese. La solidarietà alla Palestina occupata, da parte del M5S, è stata solo lo specchietto per le allodole alle elezioni
Farnesina: l'Italia saluta "con molto favore la notizia della normalizzazione dei rapporti tra il Regno del Bahrein e Israele, un altro importante passo, dopo l'accordo con gli Emirati, sulla via della pace e della stabilità in Medio Oriente".
L’attivista dei diritti umani Maryam Khawaja, rappresentando buona parte della popolazione del piccolo regno del Golfo, condanna l’accordo con Israele annunciato venerdì: «Ha deciso il regime, non il popolo del Bahrain»
Roma, 14 settembre 2020, Nena News – «Il nostro appoggio è sempre andato ai diritti del popolo palestinese, è inaccettabile che il regime (la monarchia, ndr) normalizzi le
relazioni con Israele contro la volontà del popolo del Bahrain e con i palestinesi sotto occupazione. Questo accordo non è destinato in alcun modo a portare benefici al nostro popolo come qualcuno a Washington si affanna a sostenere».
«Il popolo del Bahrain non è libero, il Bahrain non è un paese libero – ripete ai giornalisti che la intervistano -. Non abbiamo il diritto di esprimere la nostra opinione, tanti cittadini sono stati imprigionati e torturati solo per aver espresso la loro opinione. Questa normalizzazione è una decisione del governo e non la volontà del popolo del Bahrain».
Su questa sorta di "NATO araba" ne aveva scritto A. Negri su il manifesto e su Contropiano:
"In realtà la mossa degli Emirati e Israele si inserisce in un quadro geopolitico dove gli Usa con Israele stanno creando una sorta di “Nato araba” con l’obiettivo di far fuori l’Iran, gli Hezbollah libanesi alleati di Teheran e la Turchia di Erdogan, un membro della Nato sempre meno amico dell’Occidente che sta allungando la mano sul Mediterraneo orientale e sulla Libia.
Di questa Nato araba fanno parte gli stati amici degli Usa, le ricche monarchie del Golfo come Emirati, Arabia Saudita e l’Egitto del generale Al Sisi, le cui forze armate da quattro decenni sono finanziate dagli Usa. Questo _ da notare_ è anche l’asse che insieme alla Russia e alla Francia appoggia il declinante generale Khalifa Haftar in Cirenaica, recentemente sconfitto della Turchia che per sostenere il governo Sarraj ha occupato la Tripolitania e due importanti basi militari.
Una parte di questa coalizione, con Francia, Grecia, Egitto ed Emirati, fa parte dell’asse di alleanze che si oppone alla Turchia nel Mediterraneo orientale. In questa area ribollente Ankara ha fatto accordi con la Libia e vuole ribaltare le zone economiche speciali offshore per l’esplorazione di gas, da cui ritiene di essere stata ingiustamente esclusa a Cipro ellenica e nelle isole greche del Dodecaneso.
Di questo asse fa parte anche Israele che pochi giorni fa ha dato la sua solidarietà alla Grecia nel contenzioso con la Turchia, una solidarietà anche militare visto che i droni israeliani sono schierati a Cipro".
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