martedì 15 settembre 2020

pc 15 settembre - Al referendum sul taglio dei parlamentari - la nostra indicazione è per il NO

un testo condivisibile
Il referendum della P2
Da decenni la borghesia promuove leggi e provvedimenti volti a modificare gli equilibri e i rapporti fra i differenti poteri del suo Stato, a tutto vantaggio del governo centrale, che è chiamato ad approvare rapidamente e senza intralci brutali misure antioperaie e antipopolari, per scaricare tutto il peso delle ricorrenti e sempre più gravi crisi economiche sulle spalle della classe operaia e delle massi popolari.
Già nel “Piano di rinascita democratica” elaborato dalla loggia massonica, golpista e filo atlantica di Licio Gelli, la famigerata P2 che sta dietro alle stragi e al terrorismo fascista, erano contenuti degli obiettivi che andavano nel senso di una riduzione del peso del Parlamento e dunque di una forte concentrazione del potere nelle mani dell’esecutivo.
Oggi quegli stessi obiettivi sono passati grazie ad una legge costituzionale,  la n. 240 del 12
ottobre 201, che prevede la riduzione del numero dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi.
Questa legge è stata fortemente voluta dai populisti del M5S, ed è sostenuta da Lega, da Forza Italia e dai fascisti in “doppiopetto” di Fratelli d’Italia, così come dai liberisti del PD e da settori di socialdemocratici di destra.
La legge, che sarà sottoposta ad un referendum confermativo (dunque senza quorum) che si svolgerà il 20 e il 21 di settembre, è stata presentata in modo falso e demagogico alla stregua di un provvedimento volto a risparmiare risorse per le casse dello Stato.
Si tratta di un’enorme mistificazione.
Una riduzione di 230 deputati e di 115 senatori porterebbe a un risparmio di 81,6 milioni di euro ogni anno. Somma che, rapportata al debito pubblico, significa un seicentesimo scarso di quanto viene speso ogni anno solo di interessi sul debito stesso.
Se si voleva veramente ridurre i costi della “casta” dei politicanti borghesi e piccolo borghesi bastava  ridurre i loro stipendi al livello del salario di un operaio specializzato ed eliminare tutti i privilegi della funzione, come da sempre propongono i comunisti.
Quali sono allora i veri obiettivi di questa legge?
Grazie ad essa il potere legislativo e di controllo sul governo, cioè il Parlamento, diventerà ancora meno rappresentativo della società, più oligarchico e dominato dalle corrotte segreterie dei partiti; si produrrà una pesante alterazione della rappresentanza parlamentare, che penalizzerà specialmente i cittadini delle regioni medio-piccole che vedranno un taglio netto dei loro rappresentanti; saranno favoriti i candidati dei partiti maggiori, in particolare quelli che dispongono di maggiori risorse economiche e dell’appoggio dei media; si restringeranno le prerogative del Parlamento e si rafforzerà il potere incontrollato e assoluto del governo centrale e del primo ministro, realizzando di fatto il passaggio da una Repubblica borghese parlamentare a una presidenziale.
In tal modo “lor signori”, i padroni e i parassiti che hanno in mano le leve dell’economia capitalistica, potranno  far passare in quattro e quattr’otto le leggi che vorranno, in primo luogo quelle che mirano alla cancellazione delle residue conquiste e libertà operaie, a liquidare i servizi e le pensioni pubbliche, ad aumentare la repressione, a recepire le direttive imposte dall’UE, a partecipare alle guerre di aggressione della NATO.
La riduzione del livello di rappresentanza parlamentare esprime la tendenza reazionaria della borghesia imperialista a liberarsi dal simulacro della democrazia parlamentare borghese, per agire senza mediazioni e più velocemente.
Con il referendum i gruppi borghesi dominanti  vogliono legittimare i loro piani reazionari e antidemocratici.
Ma si sbagliano: ampi strati di operai e di altri lavoratori sfruttati, le donne e i giovani del popolo troveranno il modo per esprimere il rifiuto delle manovre reazionarie, negheranno il loro consenso a questa legge reazionaria e oligarchica, manifesteranno la loro avversione al regime capitalista e alla sua falsa democrazia.
Chiamiamo i proletari ad opporsi al passaggio ad un regime sempre più antidemocratico e autoritario, repressivo e brutale, respingendo la legge reazionaria voluta da populisti, liberisti e fascisti.  Ciò però non basta.   
Vanno costruiti organismi di unità e di lotta (Comitati, Consigli, etc.), espressione della democrazia e della volontà operaia e popolare, in contrapposizione al falso e sempre più ristretto parlamentarismo borghese.
La lotta per realizzare forme di rappresentanza alternative alla sempre più screditata democrazia borghese e - nella successiva fase della rivoluzione proletaria - capaci di realizzare sotto la direzione del Partito comunista la demolizione della macchina dello Stato borghese, la sostituzione dell’ipocrita e monca democrazia borghese con la democrazia proletaria, è essenziale per la conquista di una nuova società.
Da “Scintilla”, n. 109 – settembre 2020

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