lunedì 14 settembre 2020

pc 14 settembre - ARCELORMITTAL - DA OGGI IN CIG COVID CIRCA 5 MILA LAVORATORI

Dal blog tarantocontro
ArcelorMittal, secondo fonti sindacali, da oggi vuole mettere in cassintegrazione altri mille lavoratori, oltre i 4 mila già in cig, alcuni per settimane, altri da mesi.
Alcuni dipendenti hanno ricevuto la lettera di messa in Cig: per alcuni è indicata la data del rientro al lavoro, per altri no. In fabbrica così restano al lavoro solo 3mila lavoratori.
Ma il vero timore - cosa dallo Slai cobas denunciata dall'anno scorso, quando AM cominciò a mettere in cassa - è che questi operai sono quelli di cui AM si vuole liberare definitivamente. Una parte dovrebbe entrare nella nuova società con Invitalia e un'altra parte terziarizzati, con tutto quello che significa in termini di rischio del posto di lavoro e della irregolarità salariale, che già stiamo vedendo nell'appalto.

Senza che gli operai entrino decisamente in campo con una lotta prolungata e fino in fondo, ogni incontro, Tavolo locale o nazionale accompagna questa gravissima situazione, e le "soluzioni
alternative" dei sindacati confederali, compresa Usb, sono solo perdita di tempo, che lasciano comunque gli operai esasperati, stanchi, sfiduciati.
Il governo non ha nessuna intenzione di nazionalizzare la fabbrica - metterà altri soldi, ma per darla in mano sempre ai padroni - d'altra parte anche il governo avrebbe i problemi di gestione della crisi del mercato dell'acciaio e li affronterebbe ugualmente con taglio dei posti di lavoro e dei costi.
Se va via Mittal - cosa molto improbabile - comunque alle porte stanno altri capitalisti, perchè l'impianto di Taranto è strategico nella guerra commerciale mondiale.
Ciò che è certo da parte di governo e padroni è che la fabbrica non sarà chiusa, ma si metteranno in atto tutte le misure per il massimo profitto padronale nella situazione esistente e il minimo dei costi per la difesa dei lavoratori e della popolazione.

Ma se questa fabbrica è "strategica", che questo sia per gli operai un punto di forza!
Gestione della fabbrica secondo gli interessi del capitale e pace sociale vanno di pari passo per padroni e governo. 
Se questa fabbrica resta importante, allora una seria lotta di classe diventa decisiva per rovesciare questa situazione. 

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