#Sorisole #Bergamo il leader della #Lega Salvini in piazza a fare propaganda elettorale davanti a un pugno di militanti, diffondendo le solite parole piene di odio e demagogia. Il #covid non viene diffuso dai migranti, i principali responsabili della strage in Lombardia sono i suoi compagni di partito #Fontana e #GalleraIl leader della Lega è finito nel mirino di una ventina di ragazzi con le magliette "partigiani sempre".
Legnano
(Milano) - Un vistoso numero 49 campeggia proprio di fronte al palco dal
quale parla Matteo Salvini a Legnano, provincia di Milano. Comizio in
sostegno della candidata sindaco Carolina Toia. Sul terrazzino proprio
sopra il Caffè Farmacia qualcuno ha affiancato due grandi palloncini a
forma di 4 e di 9 a evocare i fondi della Lega dei quali si sono perse
le tracce negli ultimi dieci anni e sui quali indaga la magistratura.
Il segretario che parla di immigrati e processi è lì di fronte a 30
metri, li vede bene quei gonfiabili color oro. Appena inizia a parlare
parte la prima e unica contestazione di questi due giorni trascorsi in
Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Terre amiche nelle quali tutto era
filato liscio. Finché proprio qui, alle porte di Milano, un gruppo di
una ventina di ragazzi, alcuni con magliette “partigiani sempre”, fa
partire un coro: “Ladro ladro” e urla all’indirizzo del palco
“restituisci i soldi”.
Salvini va al contrattacco subito, come sempre: “La sinistra che conosce
solo l’argomento dell’indulto e della contestazione ha già perso”.
Il comizio dura pochi minuti. Meglio passare ai selfie.
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