Dopo aver spalancato le porte del Comune ai fascisti, alla presentazione del libro di Marco Mori della casa editrice di casa pound, ora il sindaco squadrista Biondi pone il veto sulla presenza al festival degli incontri di Zerocalcare e Saviano perché troppo di sinistra per lui.
Il primo cittadino, con un passato in Casapound, ha dichiarato di non volerli al Festival degli Incontri, esercitando un'assurda censura politica su un evento culturale: ed è per questo che dev'essere contraddetto
A metà ottobre nel capoluogo abruzzese si terrà il Festival degli Incontri, una quattro giorni di eventi diffusi in città tra arte, letteratura e concerti, nel
decennale del tragico terremoto del 2009. Il palinsesto è in via di definizione, ma nelle ultime ore si è alzata una bufera sul festival. “A poche settimane dall’inaugurazione, il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, si fa vivo manifestando l’intenzione di voler condizionare il supporto operativo del Comune proponendo l’esclusione di alcuni ospiti a lui sgraditi e chiedendomi un bilanciamento politico del programma, con nomi a lui graditi, esercitando così di fatto una censura politica sugli indirizzi culturali”, ha denunciato la direttrice del festival, Silvia Barbagallo. Gli ospiti in questione sono lo scrittore Roberto Saviano e il fumettista Zerocalcare, la cui partecipazione a questo punto è in dubbio.
Il sindaco di Fratelli d’Italia, infatti, ha posto un veto su questi personaggi da lui definiti scomodi, se per scomodi si intende che non condividono quell’ideologia a base di xenofobia, omofobia e sovranismo propria del suo partito. L’attivismo civile di Saviano e Zerocalcare, dai diritti dei migranti a quelli dei carcerati per citarne solo alcuni, da medaglia d’onore si trasforma così in punto debole nell’Italia medievale rincorsa da Fratelli d’Italia. “Se vogliono che il Comune adotti la delibera per erogare i fondi, mi venga a trovare e ragioniamo. Altrimenti, può fare il programma che vuole solo se trova il modo di farsi pagare dal ministero dell’Istituzione”, ha spiegato il sindaco.
Questo intervento è molto grave, perché ha tutte le caratteristiche di un’ingerenza autoritaria. Al di là del fatto che il festival sia finanziato dal ministero dei Beni Culturali e non dal suo municipio, l’idea che la politica, nelle vesti del sindaco, possa invadere il campo della cultura e indirizzarlo a suo piacimento, facendo le purghe di chi porta avanti concetti considerati sgraditi alla propria linea, è una modalità di governare che si collocherebbe meglio in un regime dello scorso secolo che non in una democrazia europea dei tempi attuali. Ma d’altronde basta guardare il curriculum di Biondi, per capire che il suo attentato alla democrazia culturale non è casuale. Fratelli d’Italia è il suo momento politico più moderato, e basta questo: in precedenza, il sindaco abruzzese ha militato per diversi anni in Casapound. Quei personaggi che nei giorni scorsi versavano lacrime appellandosi alla democrazia per la cancellazione dei propri account social, megafono di odio e fascismo, oggi vogliono censurare un festival perché non allineato politicamente alle proprie idee retrograde.
“I piagnoni vittimisti lasciamoli fare ai nazisti che ormai sono specializzati”, ha detto Zerocalcare, chiedendo che il sostegno venga dato, più che a lui e agli altri ospiti a rischio epurazione, alla direttrice del festival Silvia Barbagallo. E per smentire il sindaco e i suoi discorsi sull’utilizzo dei fondi, il fumettista ha sottolineato come la sua partecipazione sarebbe stata priva di compenso.
Quella di Biondi è un’offensiva politica e il fatto che la direttrice del festival non voglia cedere di una virgola è molto importante, così che non la sia dia vinta a chi sogna un paese dove non ci sia spazio per libertà di pensiero ed espressione.
A metà ottobre nel capoluogo abruzzese si terrà il Festival degli Incontri, una quattro giorni di eventi diffusi in città tra arte, letteratura e concerti, nel
decennale del tragico terremoto del 2009. Il palinsesto è in via di definizione, ma nelle ultime ore si è alzata una bufera sul festival. “A poche settimane dall’inaugurazione, il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, si fa vivo manifestando l’intenzione di voler condizionare il supporto operativo del Comune proponendo l’esclusione di alcuni ospiti a lui sgraditi e chiedendomi un bilanciamento politico del programma, con nomi a lui graditi, esercitando così di fatto una censura politica sugli indirizzi culturali”, ha denunciato la direttrice del festival, Silvia Barbagallo. Gli ospiti in questione sono lo scrittore Roberto Saviano e il fumettista Zerocalcare, la cui partecipazione a questo punto è in dubbio.
Il sindaco di Fratelli d’Italia, infatti, ha posto un veto su questi personaggi da lui definiti scomodi, se per scomodi si intende che non condividono quell’ideologia a base di xenofobia, omofobia e sovranismo propria del suo partito. L’attivismo civile di Saviano e Zerocalcare, dai diritti dei migranti a quelli dei carcerati per citarne solo alcuni, da medaglia d’onore si trasforma così in punto debole nell’Italia medievale rincorsa da Fratelli d’Italia. “Se vogliono che il Comune adotti la delibera per erogare i fondi, mi venga a trovare e ragioniamo. Altrimenti, può fare il programma che vuole solo se trova il modo di farsi pagare dal ministero dell’Istituzione”, ha spiegato il sindaco.
Questo intervento è molto grave, perché ha tutte le caratteristiche di un’ingerenza autoritaria. Al di là del fatto che il festival sia finanziato dal ministero dei Beni Culturali e non dal suo municipio, l’idea che la politica, nelle vesti del sindaco, possa invadere il campo della cultura e indirizzarlo a suo piacimento, facendo le purghe di chi porta avanti concetti considerati sgraditi alla propria linea, è una modalità di governare che si collocherebbe meglio in un regime dello scorso secolo che non in una democrazia europea dei tempi attuali. Ma d’altronde basta guardare il curriculum di Biondi, per capire che il suo attentato alla democrazia culturale non è casuale. Fratelli d’Italia è il suo momento politico più moderato, e basta questo: in precedenza, il sindaco abruzzese ha militato per diversi anni in Casapound. Quei personaggi che nei giorni scorsi versavano lacrime appellandosi alla democrazia per la cancellazione dei propri account social, megafono di odio e fascismo, oggi vogliono censurare un festival perché non allineato politicamente alle proprie idee retrograde.
“I piagnoni vittimisti lasciamoli fare ai nazisti che ormai sono specializzati”, ha detto Zerocalcare, chiedendo che il sostegno venga dato, più che a lui e agli altri ospiti a rischio epurazione, alla direttrice del festival Silvia Barbagallo. E per smentire il sindaco e i suoi discorsi sull’utilizzo dei fondi, il fumettista ha sottolineato come la sua partecipazione sarebbe stata priva di compenso.
Quella di Biondi è un’offensiva politica e il fatto che la direttrice del festival non voglia cedere di una virgola è molto importante, così che non la sia dia vinta a chi sogna un paese dove non ci sia spazio per libertà di pensiero ed espressione.
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