Bardonecchia: recuperato nel fiume Dora il corpo di un migrante, morto durante la fuga in Francia
I volontari di Rainbow 4 Africa: "Vittima del clima di odio che ha avvolto l'Italia"
Il
corpo di un uomo è riemerso ieri sera dal fiume Dora a Bardonecchia, in
alta val di Susa. È un uomo di colore in avanzato stato di
decomposizione probabilmente in acqua da mesi. Il sospetto, quasi una
certezza con il passare delle ore, è che si tratti di uno dei migranti dispersi
durante la traversata sui passi di montagna - primo fra tutti il Colle
alla Scala - nel tentativo di raggiungere a piedi la Francia.
“Il ritrovamento dell’ennesimo cadavere nella Dora, a Bardonecchia, ci riempie di dolore e cordoglio - scrivono in una nota volontari di Rainbow 4 Africa che da due anni assistono i migranti a Bardonecchia - La montagna restituisce le vittime di quel clima di odio e razzismo che ha avvolto l’Italia ormai da troppo tempo. Un clima che genera una paura tale da muovere i più disperati, quelli che hanno perso ogni speranza di futuro in questo Paese, a cercare vie sempre più difficili e impervie per passare il confine”.
Rainbow4Africa da quasi due anni è sulle montagne piemontesi con la Missione Freedom Mountain, insieme ad altre associazioni della Valle, (Val Susa Oltre Confine, Briser Les Frontiéres, Croce Rossa Italiana, Il Pulmino Verde, il Soccorso Alpino Italiano, Asgi)
“Rimaniamo e rimarremo su queste montagne come sanitari perché nessuno deve morire e nessuno deve morire quassù, e rimaniamo e rimarremo come testimoni perché quello che vediamo, sentiamo, scopriamo deve essere evidente: testimoni del diritto di ogni essere umano a cercare la speranza, ovunque voglia”.
L’anno scorso, sullo stesso confine, erano stati trovati i cadaveri di tre migranti, morti mentre cercavano di raggiungere la Francia. Lo scorso febbraio, invece, un migrante era stato trovato in ipotermia, sulla strada nazionale 94 del colle del Monginevro, in territorio francese, ed era morto poco dopo essere arrivato in ospedale.
“Il ritrovamento dell’ennesimo cadavere nella Dora, a Bardonecchia, ci riempie di dolore e cordoglio - scrivono in una nota volontari di Rainbow 4 Africa che da due anni assistono i migranti a Bardonecchia - La montagna restituisce le vittime di quel clima di odio e razzismo che ha avvolto l’Italia ormai da troppo tempo. Un clima che genera una paura tale da muovere i più disperati, quelli che hanno perso ogni speranza di futuro in questo Paese, a cercare vie sempre più difficili e impervie per passare il confine”.
Rainbow4Africa da quasi due anni è sulle montagne piemontesi con la Missione Freedom Mountain, insieme ad altre associazioni della Valle, (Val Susa Oltre Confine, Briser Les Frontiéres, Croce Rossa Italiana, Il Pulmino Verde, il Soccorso Alpino Italiano, Asgi)
“Rimaniamo e rimarremo su queste montagne come sanitari perché nessuno deve morire e nessuno deve morire quassù, e rimaniamo e rimarremo come testimoni perché quello che vediamo, sentiamo, scopriamo deve essere evidente: testimoni del diritto di ogni essere umano a cercare la speranza, ovunque voglia”.
L’anno scorso, sullo stesso confine, erano stati trovati i cadaveri di tre migranti, morti mentre cercavano di raggiungere la Francia. Lo scorso febbraio, invece, un migrante era stato trovato in ipotermia, sulla strada nazionale 94 del colle del Monginevro, in territorio francese, ed era morto poco dopo essere arrivato in ospedale.
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