Rapporto di Human Right Watch: "Ong prese di mira dalla polizia sul confine italo-francese"
L'organizzazione punta il dito anche contro i respingimenti dei minori da parte dei gendarmi transalpini.
"Attraversare
il confine italo-francese è questione di fortuna. Dipende dall'umore
dei poliziotti", dice Amadin, 17 anni, originario del Benin. I volontari
dell'ong Human Right Watch lo hanno intervistato a gennaio a Gap
raccogliendo le testimonianze dei tanti minori non accompagnati respinti
al confine dalla polizia francese e rispediti verso l'Italia violando
il regolamento che impone di dare assistenza ai minorenni dopo averne
accertato l'età. L'organizzazione non governativa con sede a New York ha
pubblicato un dettagliato rapporto denunciando le "molestie" e le
"intimidazioni" di cui sono vittime gli attivisti che aiutano i
migranti sul confine tra Francia e Italia. "Sistematicamente, durante la
marcia dal Montgenèvre ci sono controlli, anche più di uno nella stessa
sera", afferma un volontario citato nel rapporto, realizzato tra
gennaio e luglio 2019 e che è stato pubblicato di recente anche dal
quotidiano francese Le Monde.
Durante la loro attività gli attivisti vengono controllati di continuo. In alcuni casi, i volontari raccontano di aver ricevuto multe per presunte infrazioni al codice della strada o di essere stati sottoposti a perquisizioni o interrogatori prolungati con il solo scopo della polizia di prenderli di mira per le loro attività umanitarie e non per garantire la sicurezza stradale o stabilire la loro identità - si legge nel rapporto - L'assistenza umanitaria è protetta dal diritto francese e l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha più volte dichiarato che l'assistenza umanitaria ai migranti non dovrebbe essere un crimine. Nonostante questo, le autorità francesi hanno indagato gli operatori umanitari, spesso ipotizzando il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, un reato punibile in Francia con una multa di 30mila euro e il carcere fino a 5 anni. A luglio di un anno fa il consiglio costituzionale, però, aveva stabilito che gli atti umanitari non potevano essere sanzionati a meno che non venisse provato il tentativo di favoreggiamento dell'immigrazione.
Durante la loro attività gli attivisti vengono controllati di continuo. In alcuni casi, i volontari raccontano di aver ricevuto multe per presunte infrazioni al codice della strada o di essere stati sottoposti a perquisizioni o interrogatori prolungati con il solo scopo della polizia di prenderli di mira per le loro attività umanitarie e non per garantire la sicurezza stradale o stabilire la loro identità - si legge nel rapporto - L'assistenza umanitaria è protetta dal diritto francese e l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha più volte dichiarato che l'assistenza umanitaria ai migranti non dovrebbe essere un crimine. Nonostante questo, le autorità francesi hanno indagato gli operatori umanitari, spesso ipotizzando il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, un reato punibile in Francia con una multa di 30mila euro e il carcere fino a 5 anni. A luglio di un anno fa il consiglio costituzionale, però, aveva stabilito che gli atti umanitari non potevano essere sanzionati a meno che non venisse provato il tentativo di favoreggiamento dell'immigrazione.
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