Alla memoria di Daniel, un fratello e un amico. Rest in power.
L’uomo di 51 anni che la sera del 28 marzo è stato freddato con due colpi di arma da fuoco davanti all’uscio della sua abitazione, nei pressi della borgata di Mezzanone, era un bracciante agricolo e guardiano notturno del fondo in cui viveva insieme alla compagna, a cui ci stringiamo in questo momento di dolore.
Da quando ha iniziato a circolare la notizia, i media imboccati dalle forze dell’ordine come sempre si sono dilettati in un balletto di criminalizzazione dello straniero. ‘Rissa tra immigrati’, dicono. Per giunta, pare, avvenuta a 20 chilometri di distanza, tra persone di origine rumena e nordafricana. Chi conosceva Daniel, detto ‘offa’ o zio, in segno di rispetto, racconta un’altra storia, che coinvolge un sistema di racket italianissimo. Pare infatti che Daniel qualche anno fa avesse contribuito all’arresto di una banda dedita alle estorsioni, che dopo avere ricevuto il rifiuto del proprietario del fondo di pagare il pizzo aveva tentato di rubare dall’azienda alcuni mezzi agricoli. Era stato proprio Daniel ad opporsi e a chiamare la polizia. Dopo qualche anno di carcere, gli arrestati sono stati rilasciati proprio pochi giorni fa, e tutto fa pensare che si tratti di una vendetta. Conoscenti e amici dicono che non avesse mai frequentato Borgo Tressanti, il luogo della presunta rissa di cui parlano i media.
Come al solito, sono gli stranieri e i poveri a fare il lavoro sporco e a pagare le conseguenze più terribili di un sistema malato fatto di sfruttamento, violenza e prevaricazione.
Omicidio a Foggia: l'uomo assassinato era un guardiano, carabinieri indagano su una violenta lite tra stranieri
Identificata
la vittima aveva 51 anni ed era regolare sul territorio. Eseguiti nella
notte quattro stub, si indaga su una rissa scoppiata qualche ora prima
dell'omicidio a Borgo Tressanti
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