pc 31 marzo - Il killer seriale di fabbrica è il capitalismo - la soluzione è solo la lotta di classe anticapitalista, è solo la lotta della classe operaia e le masse popolari per il socialismo - il resto è facile e impotente vulgata
Operai, il 9 Luglio 1960 fu messa la prima
pietra che sanciva la nascita dell’Ilva, (Italsider) la più grande
acciaieria d’Europa. Sono più di 55 anni che il serial killer provoca
morte in fabbrica e sul territorio, per questi omicidi nessuno è
colpevole; prima della vita delle persone (e soprattutto di quella degli
schiavi salariati e delle loro famiglie, bambini compresi) viene il Dio
profitto. I padroni sapevano e, con la complicità di politicanti di
destra, di sinistra, e dei nuovi ciarlatani asserviti, sindacati
compiacenti e apparati dello stato, hanno permesso al killer di spargere
nell’aria: circa 4.159 tonnellate di polveri sottili, circa 11 mila
tonnellate di diossido d’azoto, e poi anidride solforosa, acido
cloridrico, anidride carbonica, arsenico, cromo, nichel, benzene e –
secondo i dati del registro INES (inventario nazionale emissioni)- negli
ultimi anni è stata immessa in atmosfera il 93% di tutta la diossina
prodotta in Italia; e insieme al 67% di piombo, la diossina, è tra i
più potenti composti tossici conosciuti. La diossina ha reso impossibile
il pascolo sui terreni nel raggio di 20 Km dall’impianto. Tutto questo
risulta in una perizia del tribunale di Taranto. I periti nominati dalla
Procura di Taranto calcolano che in sette anni il padrone Riva, i figli
e dirigenti hanno provocato, con l’inquinamento, 11.550 morti causati
dalle emissioni (in media 1.650 l’anno) – decessi dovuti soprattutto a
cause cardiovascolari e respiratorie-, e oltre 26.999 ricoveri, sempre
per cause cardiache, respiratorie, e cerebrovascolari. I decessi e le
malattie sono moltissimi nei quartieri Tamburi e Borgo, quelli più
vicini alla zona industriale. Secondo i dati ufficiali del rapporto
“Sentieri” dell’istituto Superiore di Sanità, nel periodo 2003- 2009,
Taranto registra (rispetto alla media della Puglia) un + 14% di
mortalità per gli uomini e un+ 8% di mortalità per le donne. La
mortalità nel primo anno di vita dei bambini è maggiore del 20%.
Addirittura, c’è una percentuale di + 211% – rispetto alla media
pugliese -dei mesoteliomi della pleura. Operai, i padroni sapevano, i
politicanti e i sindacati asserviti sapevano, le istituzioni borghesi –
Sanità, Magistratura, polizia, carabinieri- tutti quelli preposti al
controllo sapevano! La cosa drammatica è che anche gli operai,
schiavizzati, ricattati, e con salari da fame sapevano, e il loro
silenzio assordante è deplorevole: hanno ceduto al ricatto, accettando
di lavorare in queste condizioni pur di non morire di fame. Operai, ora
sappiamo meglio di prima come e con che quantità di veleni ci portano
alla morte, noi e le nostre famiglie, e primi i nostri figli. Operai, è
ora di dire basta, bisogna mettere la parola fine a questo genocidio,
la fabbrica e Taranto sono una camera a gas, organizziamoci in modo
indipendente senza delegare a nessuno la difesa dei nostri interessi.
Siccome il nuovo padrone, come il vecchio, se ne strafrega della salute
dei suoi operai e degli abitanti della zona, pensa solo a fare soldi,
l’unica risposta seria degli operai che lavorano all’ILVA può essere: o
risanate a livelli accettabili, come vi siete impegnati a fare, oppure
blocchiamo la fabbrica e fermiamo gli impianti. Se gli operai dello
stabilimento aspettano che sindacalisti, forze politiche firmatari degli
accordi del settembre 2018, facciano rispettare gli impegni, fanno
prima a morire loro, i loro figli, e le loro famiglie. Gli operai
possono stringere un patto di ferro con i cittadini di Taranto che
vengono avvelenati dall’acciaieria e mettere la Mittal- Alcelor, i
rappresentanti politici, i capi sindacali di fronte all’alternativa: o
interventi immediati, reali per ridurre l’inquinamento assassino, o
l’ILVA e Taranto a ferro e fuoco.
A.L.
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