La parola d'ordine che segue, oggi non può essere detta senza distinguersi da sovranisti di 'sinistra' - si uscirà dalla Nato se rovesceremo con la guerra di popolo guidata dal partito della classe operaia l'imperialismo italiano, il suo Stato, i suoi governi e la Nato che interverrà
proletari comunisti
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Fuori
l’Italia dalla NATO!
Settanta anni fa, il 4
aprile 1949, fu firmato a Washington il Patto Atlantico, istitutivo della NATO.
Questo Patto fu stabilito da
una coalizione di 12 paesi imperialisti e capitalisti occidentali, diretti
dagli Stati Uniti, come un'organizzazione di accerchiamento militare, di
aggressione, di attacco e di guerra contro l'Unione Sovietica e le democrazie
popolari.
La NATO fu concepita fin
dalla sua formazione, avvenuta sei anni prima della costituzione del Patto di
Varsavia, come uno strumento offensivo del campo imperialista, che cercava di
ricostruire le sue forze sotto la direzione statunitense, per portare avanti la
sua politica aggressiva su tutti i terreni. Questa organizzazione aveva
chiaramente un obiettivo
principale: la distruzione del socialismo e dell'Unione Sovietica.
principale: la distruzione del socialismo e dell'Unione Sovietica.
La NATO non è mai stata
un'organizzazione volta a “preservare la pace e la sicurezza"
.
Il governo De Gasperi firmò
il Patto Atlantico e il parlamento italiano dopo un tumultuoso dibattito e
ampie proteste popolari ratificò questo atto con la legge del 1 agosto 1949. Il
Vaticano lo appoggiò esplicitamente.
Da allora il territorio del
nostro paese è stato trasformato dagli Stati Uniti e dalla NATO in un sistema
integrato di più di cento basi aree, navali, terrestri, sistemi logistici, di
comunicazione, centri di ricerca, apparati spionistici. Un micidiale apparato
di guerra e di terrore su cui il popolo italiano non può esercitare alcun
controllo, essendo completamente nelle mani degli imperialisti yankee.
Gli USA, attraverso la NATO
e direttamente, hanno reso il nostro paese una piattaforma di lancio delle
aggressioni militari dirette contro altri popoli e paesi oppressi, in Africa,
in Medio Oriente, nell’est Europeo, e contro altre potenze imperialiste, come
la Russia e la Cina.
Tutto ciò con la perdurante
complicità e subalternità della borghesia italiana, che ha visto nella “fedeltà
atlantica” il modo per difendere il suo potere e i suoi privilegi di classe.
Le conseguenze della
partecipazione italiana alla NATO sono gravissime. L’appartenenza a questo
blocco militare ha pesantemente condizionato il quadro politico italiano,
impedendo l’avvento di qualsiasi governo espressione autentica degli interessi
e delle aspirazioni della classe operaia e delle masse popolari.
La NATO è sempre stata lo
strumento di asservimento del nostro paese agli USA, lo strumento con cui sono
state sacrificate le esigenze di vita delle masse lavoratrici agli interessi di
ristretti gruppi possidenti, contrari a qualsiasi sviluppo della democrazia in
Italia.
Da settanta anni il nostro
paese è in una condizione di sovranità fortemente limitata, sottoposta a
continue ingerenze, interferenze, pressioni e violente reazioni USA. Di volta
in volta, è stato utilizzato come paese di frontiera, portaerei, pedina contro
altri paesi e popoli, in funzione degli obiettivi strategici e tattici
nordamericani.
Nessuna sovranità popolare,
nessuna libertà, nessuna politica interna ed estera autonoma è stata possibile
con l’adesione al Patto Atlantico. La stessa struttura economica è fortemente
condizionata dall’appartenenza alla macchina da guerra yankee che assieme al
dollaro, è un pilastro per il mantenimento della declinante egemonia mondiale
degli USA.
Esistono protocolli
“segreti" al trattato di adesione NATO, mai rivelati al popolo italiano,
che impongono determinate servitù al nostro paese.
È arcinoto il ruolo che gli
Stati Uniti e la NATO, con la cooperazione dei servizi segreti italiani, hanno
svolto con la "strategia della tensione" e la sovversione
antipopolare, che hanno causato stragi e omicidi politici. Una strategia
diretta a destabilizzare la situazione politica e aprire la strada a governi e
leggi reazionarie, per bloccare l’avanzata del movimento operaio e comunista.
Un esempio concreto
dell’attività terroristica della NATO è quello della creazione, nella quasi
totalità dei paesi membri, di organizzazioni clandestine (tipo Gladio),
strutture parallele, depositi di armi, etc.,
con cui sono stati organizzati
piani eversivi, attentati, sabotaggi, assassinii, etc. per
impedire lo sviluppo dell’opposizione operaia e popolare.
Con la fine della “guerra
fredda” contro l’Urss revisionista, la NATO si è ampliata ad est, per
accerchiare la Russia e “contenere” la Cina, trasformandosi in una
“organizzazione militare globale” con la più grande spesa militare e I più
vasti arsenali atomici.
Questa macchina da guerra a cui partecipano 30 paesi
imperialisti e capitalisti, interviene illegalmente “fuori area” in
Afghanistan, in Libia, nei Balcani, in Somalia, in Siria, nello Yemen, in
America Latina.... e con la sua nuova dottrina militare è pronta ad utilizzare
le armi nucleari come “primo colpo”.
Mentre questa alleanza
guerrafondaia ridefiniva il suo ruolo, il numero delle basi e delle truppe
presenti nel nostro paese non è diminuito, ma aumentato. A Ghedi e ad Aviano
continuano ad essere ospitate potenti armi nucleari USA, in via di
ammodernamento.
L’Italia è stata così
trasformata da paese di frontiera a retrovia strategica della NATO e, con il
pretesto della guerra al terrorismo (alimentato dagli USA, come abbiamo visto
in Siria e altrove), la società è divenuta sempre più militarizzata e
repressiva. Sul piano politico la NATO favorisce la trasformazione reazionaria
dello Stato, con l’aumento di potere dell’esecutivo. Il piano della P2, loggia
atlantica, prosegue con altri personaggi e mezzi.
Dal punto di vista economico
i crescenti costi per il funzionamento della NATO hanno determinate un continuo
aumento delle spese militari, a scapito
della spesa pubblica per la salute, l’istruzione, le pensioni e altri scopi
sociali. Il diktat di Trump sul raddoppio delle spese militari e sugli F-35 è
stato prontamente accettato dai governi italiani, compreso quello in carica,
contribuendo a peggiorare le condizioni di vita della classe operaia e delle
masse popolari.
Da settanta anni, tutti i
governi che si sono succeduti in Italia, siano essi di centro destra, di
centrosinistra o di tipo populista, sono stati i vassalli della NATO; hanno
appoggiato tutti i suoi criminali progetti e operazioni di guerra, in flagrante
violazione dell'art. 11 della Costituzione democratico-borghese, che proclama
il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali. Oggi leghisti e pentastellati, che si travestono da “sovranisti”,
sono i primi a vendere all’asta il nostro paese fra USA, UE e Cina.
Ma se la borghesia e I suoi
servi hanno scelto di stare sotto l’ombrello NATO per puntellare gli interessi
dei capitalisti e degli strati privilegiati e parassitari della società,
l'opposizione operaia e popolare alla NATO non è mai cessata.
Negli anni ’50 dello scorso
secolo si sviluppò il movimento dei Partigiani della pace che aveva come scopo
il bando delle armi atomiche e il rifiuto della NATO (sei milioni di firme
raccolte). Durante gli anni ’60 molte furono le manifestazioni di lotta per la
pace e i movimenti antimperialisti. Negli anni ’70 la lotta contro la NATO è
coincisa con la protesta e la mobilitazione contro le stragi di Stato.
Particolarmente importante fu, negli anni ‘80, la mobilitazione popolare contro
l'installazione dei missili USA a Comiso, in Sicilia. Negli anni ‘90 si
sviluppò la lotta contro l'aggressione alla Jugoslavia che partì dal nostro
paese con l’appoggio del governo diretto dai socialdemocratici.
Negli ultimi decenni vi è
stata una continua mobilitazione di organizzazioni sociali, politiche, di
movimenti locali: per il ritiro delle truppe da Iraq e l'Afghanistan, contro
l'allargamento delle basi nordamericane di Vicenza, di Sigonella, di Camp Darby
e di Pisa, contro le servitù militari in Sardegna, contro il sistema di radar
MUOS in Sicilia, contro l'aumento delle spese militari. Anche la lotta contro
la TAP ha oggettivamente un contenuto antimperialista.
Oggi la NATO non ha la
stessa compattezza di ieri. Le tensioni e le contraddizioni interimperialiste,
il relativo declino e il crescente unilateralismo nordamericano la
indeboliscono, mentre in Europa si sviluppano ampi movimenti contro di essa.
Dobbiamo essere coscienti del fatto che quelle stesse contraddizioni, la lotta
per una nuova ripartizione del mondo, aggravano i pericoli di nuovi conflitti
militari su grande scala, accrescono la proliferazione nucleare, rendono
incombenti nuovi crimini contro l’umanità.
Il mondo intero, e con esso
il nostro paese, è spinto dall’imperialismo sul piano inclinato della reazione
e della guerra di sterminio.
Per questo, a nome di
milioni e milioni di operai e lavoratori che vogliono la pace, gridiamo:
No alla politica di guerra,
fuori l’Italia dalla NATO, no alle operazioni militari UE e all’ Esercito
europeo!
Smantellamento delle basi
militari USA/NATO in Italia e in tutto il mondo, dissoluzione della NATO e di
tutte le alleanze belliciste imperialiste!
Interdizione assoluta delle
armi atomiche e distruzioni di quelle esistenti!
No al riarmo, riduzione
drastica delle spese militari e aumento di quelle sociali!
Noi non pagheremo la vostra
crisi, noi non pagheremo le vostre guerre!
No alle aggressioni militari
e all’intervento straniero negli affari interni di altri popoli!
Via i guerrafondai dal
potere!
Ritiro di tutte le truppe
inviate all’estero,
Morte al fascismo e
all’imperialismo, viva la solidarietà internazionale dei proletari e dei popoli
oppressi!
Chiamiamo tutte le realtà
comuniste, rivoluzionarie, antimperialiste, progressiste, gli amanti della
pace, a unire le forze e partecipare in massa alle assemblee e alle
mobilitazioni contro la NATO che si svolgeranno nei prossimi giorni, così come
alle manifestazioni per il 25 Aprile, festa della liberazione dal nazifascismo
e del Primo Maggio, giornata internazionale di solidarietà del proletariato,
estendendo e rafforzando la lotta contro le minacce di guerra, la reazione
politica e l’offensiva capitalista, per aprire una prospettiva di rottura
rivoluzionaria col moribondo sistema capitalista-imperialista.
Insistiamo sulla necessità
di coinvolgere il movimento operaio e sindacale, il movimento delle donne e la
gioventù in questo grande fronte contro la guerra, la militarizzazione, per la
libertà e il progresso sociale.
Siamo convinti che il
movimento operaio e popolare contro la NATO e la guerra si può sviluppare
ampiamente, su chiare basi antimperialiste, senza appoggiarsi su un
imperialismo per combatterne un altro, ma cercando di sviluppare i legami con tutti
i movimenti per la pace, democratici, internazionalisti, antimperialisti e
rivoluzionari di tutto il mondo.
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