lunedì 1 aprile 2019

pc 1 aprile - Torino, la feccia politica che gestisce la cosa pubblica sono i veri delinquenti!

Rimborsopoli, i politici piemontesi presentavano anche scontrini di condom e assorbenti

Trentuno ex consiglieri regionali del Piemonte accusati di peculato

C’è chi ha scelto di farsi interrogare e chi, invece, ha preferito depositare una memoria. I 31 ex consiglieri regionali del Piemonte accusati di peculato per spese messe a rimborso tra il gennaio del 2008 e il febbraio del 2010, quando occupavano gli scranni di Palazzo Lascaris durante l’era di Mercedes Bresso, si difendono dalle contestazioni mosse dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dal sostituto Giovanni Caspani. «Il rimborso del pasto — si legge in una delle memorie depositate nei giorni scorsi — non equivaleva al pagamento del pranzo durante la pausa, ma al pagamento del pasto
laddove la pausa non veniva effettuata per consentire di proseguire con il lavoro, con le riunioni e con gli incontri anche in orario concomitante i pasti». E lo si faceva «per ottimizzare il tempo e i risultati». Insomma, il concetto è chiaro: si lavorava sempre, anche durante i pasti; e non si staccava mai. Ma tutto questo non basterà a convincere i pm: ecco perché la Procura ha disposto nuovi accertamenti affidando agli uomini della Guardia di Finanza il compito di svolgere controlli più approfonditi sulle dichiarazioni contenute nei memoriali difensivi consegnati alla magistratura.
Se la parte del leone, nelle richieste di rimborso depositate in quegli anni, la fanno i pranzi e le cene al ristorante, tra le spese «pazze» segnalate dalle Fiamme Gialle ce ne sono alcune che con l’attività politica e istituzionale c’entrano come i cavoli a merenda: il parrucchiere e il solarium, i prodotti per la depilazione e la biancheria intima maschile e femminile, gli assorbenti e i preservativi, gli alimenti per gli animali, i biglietti di ingresso allo «Chalet Discoteca», un passeggino, i calzini da uomo e la crema solare. C’è chi ha chiesto e ottenuto il rimborso per un biglietto acquistato presso la «Compagnia dei Pupari» a Siracusa e chi per la tassa automobilistica e per l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti. E compare nelle carte persino il pagamento di una cartella esattoriale di Equitalia. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Tant’è che per alcune posizioni sarà a dir poco proibitivo dimostrare la legittimità degli scontrini inseriti tra i rimborsi del Gruppo consiliare di appartenenza. Altri indagati, invece, cercheranno di dimostrare la regolarità delle operazioni effettuate durante il biennio 2008-2010 e proveranno a uscire definitivamente dall’inchiesta. Tre di loro potrebbero riuscirsi proprio grazie agli interrogatori resi dopo la chiusura delle indagini preliminari. Per tutti gli altri, invece, i pm prenderanno una decisione entro metà aprile. Lo scorso febbraio erano stati 18 gli ex consiglieri regionali che non avevano ricevuto il 415 bis e per i quali potrebbe esserci a breve una richiesta di archiviazione. Inizialmente erano 49 gli indagati. Ora sotto esame restano in 28.
Verso l’archiviazione va pure Alberto Cirio, che quasi certamente sfiderà Sergio Chiamparino alle prossime elezioni regionali. L’eurodeputato «azzurro», da mesi in panchina in attesa di conoscere il suo destino, era stato indagato per presunti scontrini illeciti per una spesa complessiva di circa 25 mila euro: in particolare, al 46enne ex consigliere del Piemonte si contestava di aver finanziato con 10.800 euro la propria campagna elettorale come candidato al Consiglio regionale del 2010. Ma anche di aver messo a rimborso una trasferta in Kazakistan.

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