La situazione si sta sempre più ingarbugliando, senza alcun risultato, neanche minimo.
Le posizioni delle varie parti - Comune, Arpa, Ministero, Regione, sono di fatto inquinati da scontri politici; a sparate del Sindaco Melucci - che però non fa neanche mezza ordinanza per rimuovere le collinette e invece proproga la chiusura delle due scuole - si contrappone la posizione dell'Arpa che punta a ridimensionare l'allarmismo, quindi, il Ministero che ha detto che l'AIA va bene così com'è, ecc.
Di fatto nulla si fa. Mentre l'ArcelorMittal spudoratamente e criminalmente dice che va tutto bene, che sta facendo, che tutto è sotto controllo, salvo che i rischi alla salute e alla vita possono venire anche dalla caduta di una lastra di amianto, per non parlare delle emissioni dalla cokeria che aumentano...
E la gente, soprattutto dei Tamburi, continua a subire, a rischiare di ammalarsi, come gli operai che respirano direttamente le emissioni tossiche della cokeria...
Ci stanno subissando di dati - Anche le associazioni ambientaliste chiedono dati. Ma che ce ne facciamo?!
NON VOGLIAMO PIU' DATI! VOGLIAMO INTERVENTI, ORDINANZE EFFETTIVE, VOGLIAMO CHE ALLA SITUAZIONE DI EMERGENZA SI RISPONDA CON ATTI DI EMERGENZA, ANCHE CONTROCORRENTE RISPETTO A NORME CHE COMUNQUE SONO A DIFESA DEI PADRONI.
SU SENTENZA CONTRO ARCELORMITTAL E SITUAZIONE OPERAI IN CIGS
Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha nell'attivo di operai Ilva/AM del 2 aprila ha fatto una valutazione approfondita dell'esito del ricorso presentato dall'Usb conclusosi
con una sentenza parzialmente favorevole.
I lavoratori Slai cobas considerano
questo ricorso una conferma della denuncia fatta sin dal primo
momento da parte
dello Slai cobas sulla negatività per i lavoratori, e in particolare per gli
operai attualmente in cassintegrazione, dell'Accordo del 6 settembre
18.
La sentenza del Giud. De Napoli conferma che la
AMI non ha chiarito i criteri di selezione dei lavoratori non assunti e
rientranti nel punto B del paragrafo 3 dell'accordo (mentre conferma
l'applicazione unilaterale dell'AM per il punto A) e la obbliga a renderli
pubblici con le graduatorie entro 60 giorni - vale a dire entro il 23 maggio
2019.
E' evidente che questa resa dei criteri potrà
permettere a quei lavoratori che si sentissero discriminati di poter richiedere
con un ulteriore ricorso il loro reintegro in AM, tenendo conto che la sentenza
chiarisce - e questo è importante - che la riassunzione eventuale di questi lavoratori non comporta
sostituzione per gli operai attualmente in AM.
Lo Slai cobas, come già dichiarato dal primo
momento, appoggerà i lavoratori che faranno tali ricorsi ed è a disposizione con
il suo ufficio legale per farli direttamente.
Detto questo, lo Slai cobas sc a differenza
dell'Usb considera che l'accordo del 6 settembre nel suo insieme sia lesivo dei diritti dei lavoratori, in
violazione delle leggi sul lavoro, dei contratti e delle libertà
sindacali.
Lo Slai cobas, che pur ha salutato la forte
presenza dei lavoratori in Tribunale in occasione della discussione del ricorso
Usb, confrontandosi con le loro opinioni e proteste, rileva che il Giud. De
Napoli ha respinto altre istanze presenti in quel ricorso. La sentenza infatti
nega che non ci sia stata informazione ai sindacati e all'Usb in particolare,
nega che ci sia stata attività dell'ArcelorMittal che abbia danneggiato l'Usb,
afferma che AM ha fornito informazioni preventive e sufficienti anche sul
problema della terziarizzazione (comprese pulizie civili). In sostanza il Giud.
DeNapoli ha confermato che i sindacati tutti, Usb compresa, hanno firmato un
verbale col quale si dichiaravano soddisfatti per tutte le informazioni in
materia di piano industriale, piano ambientale e intenzione della AM circa la
sua applicazione.
Quindi, è solo se questo accordo infame viene
tutto messo in discussione che i diritti dei lavoratori, in primis cassintegrati
e i diritti dei cittadini in materia di piano ambientale possono essere
rivendicati e salvaguardati.
Per questo lo Slai cobas continuerà la denuncia
pubblica dell'accordo e impugnerà con un ricorso pilota nuovamente l'accordo
stesso in Tribunale nelle prossime settimane.
Questa ferita non può essere sanata se non col
rientro in AM di tutti i lavoratori attualmente cassintegrati che lo
vogliano.
Così come l'azione Mittal in materia ambientale
non può avere come puntello di appoggio l'infame accordo del 6 settembre. E in
questo lo Slai cobas conferma il massimo sostegno alla protesta dei cittadini
dei Tamburi.
Ma sia chiaro, la via giudiziaria non sana i
piani dei padroni, del governo e dei loro complici sindacali. Serve la lotta
operaia e un nuovo sindacato in fabbrica.
Per queste ragioni lo Slai cobas in relazione alle elezioni Rsu che si tengono il 10-11-12 aprile, invita esplicitamente a non votare i sindacati firmatari
dell'accordo.
L'attivo dei lavoratori ha sancito la
mobilitazione dello Slai cobas in tutte le categorie sulla questione Ilva e
ambiente, sul salario e sulla lotta alla precarietà negli appalti
comunali.
Lo Slai cobas ha confermato il suo massimo
impegno in relazione al processo 'Ambiente svenduto', 'Immunità parlamentare',
giustizia e risarcimenti per lavoratori e cittadini.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
via Livio Andronico, 47 Taranto –
slaicobasta@gmail.com- 3475301704
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