Alla corruzione
dovuta allo “scambio” si deve aggiungere quella delle schede truccate, dei
cosiddetti brogli prima, durante e dopo lo spoglio, quella stile grillini che
pur di presentare le liste hanno falsificato le firme, per non parlare dei galoppini/mafiosi
presenti davanti ai seggi e di cui tutti i accorgono, compreso militari,
carabinieri e polizia, ma che fanno finta di niente, e tutto questo è “solo la
punta dell’iceberg”. Sono queste le “elezioni libere e democratiche”…
Il giornalista
riporta i numeri del voto e ancora una volta sottolinea il dato altissimo dell’astensione:
“Alle
ultime elezioni regionali, ad esempio, su
4,6 milioni di siciliani aventi diritto al voto, sono andati alle urne meno
della metà, poco più di due milioni.
Se il 9 per cento dei siciliani ha ricevuto una richiesta di «consenso in
cambio di favori», significa che almeno 419mila elettori hanno avuto una proposta
del genere. E se almeno la metà è andata poi a votare come da media di
astensionismo, significa che almeno 200mila
voti sono stati dati dietro ricompensa.”
E visto che così è “i numeri dicono che il voto di scambio potrebbe essere
davvero determinante … per il risultato”.
E tanto più con questo sistema elettorale, il cosiddetto Rosatellum, “un
sistema sempre più tripolare nei collegi uninominali dove vince chi prende più
voti…” Insomma con i soldi ci si compra anche la maggioranza e la possibilità
di governare. Alla faccia delle “elezioni libere e democratiche”… E se non sono
completamente scemi, questo lo sanno anche tutti quelli che parteciperanno alle
elezioni!
E la magistratura indaga, dice il giornalista, ma, ammette, “le indagini
della magistratura, stando a queste statistiche, riescono ad aggredire soltanto
la punta dell'iceberg”.
La “magistratura indaga”, si fa per dire, perché se lo facesse davvero le elezioni
sarebbero tutte da annullare e rifare ogni volta, e il funzionamento della “macchina dello Stato” andrebbe a farsi
benedire. E questo i giudici, che del sistema sono i guardiani, non possono
permetterlo, è per questa “necessità” che sono “lenti”.
“In
ogni caso non sono pochi al momento i
procedimenti giudiziari in corso. Il mese scorso è arrivata la condanna per
un voto di scambio risalente alle Regionali
del 2012 nel Trapanese. Secondo l'accusa, Pietro Luca Polizzi avrebbe stretto un accordo con Aldo Roberto Licata, anche lui con
precedenti per corruzione elettorale, per far ottenere voti alla sorella:
Doriana Licata, cinque anni fa candidata all'Assemblea regionale nell'Mpa di Raffaele Lombardo. Licata
ha ottenuto poi 4.686 voti, non sufficienti per ottenere uno scranno a Sala
d'Ercole. Nel corso delle indagini è emerso anche il prezzario di questa
compravendita: ogni voto sarebbe stato
pagato fino a 50 euro, con pacchetti scontati. Ad esempio per 500 voti il
compenso sarebbe stato di 15mila euro.
“A
Palermo è sotto inchiesta per corruzione elettorale Edy Tamajo, deputato eletto nelle file di Sicilia futura dell'ex
ministro Salvatore Cardinale.
“Rimanendo
a Palermo, nelle carte del blitz antimafia di Santa Maria di Gesù spunta
un'intercettazione di un esponente del clan, Antonino Tinnirello, che racconta di «un politico» a capo di un
ente di assistenza che sarebbe stato sostenuto alle urne in cambio di denaro. E
su questo ci sono indagini ancora in corso.
“A Siracusa è ancora top secret l'indagine
su un'altra compravendita di consensi, anche questa perpetrata durante l'ultima
campagna elettorale. Il mese scorso ha fatto scalpore il caso raccontato da
"Le Iene" su uno scambio di denaro fra una edicolante di Acicastello
e un'amica, il tutto due giorni dopo le elezioni regionali e filmato da una
telecamera nascosta: ben cento euro scivolano da una mano all'altra, cinquanta
per ogni voto che sarebbe stato fatto avere ad Antonio Castro, candidato di Forza
Italia di Acireale e non eletto. «Ad accogliere la mia proposta sono stati
in 88», dice la venditrice di giornali mostrando all'interlocutrice che ha
appena preso la ricompensa la lista degli altri elettori che avrebbero
accettato la sua offerta. Lui, Castro, ha annunciato querele e ha definito
questo servizio «una fangata». Non ce l'ha fatta comunque a conquistare un
seggio all'Ars: 1.437 consensi.
“Altre
indagini per voto di scambio hanno riguardato poi le comunali di Palermo del 2012 per alcuni consiglieri di
circoscrizione, e anche Fabrizio Ferrandelli,
consigliere comunale, è indagato per voto di scambio per le amministrative di
quell'anno.”
Di
questi e tanti altri raramente qualcuno si fa la galera, e saranno cose
risapute, ma è sempre bene ricordare che si tratta di un “sistema”.
Dice
infatti il giornalista: “Dalle indagini
emerge un sistema. Dove spesso al vertice c'è un candidato che ha un budget
da investire ma che non viene mai a contatto con i "beneficiari
finali" dei piccoli contributi. In mezzo infatti risalta la figura
dell'intermediario che divide i fondi in tranche più piccole affidate a diversi
galoppini, incaricati di prendere contatto con gli elettori, proponendogli
soldi in cambio di voti. Nel caso sollevato da "Le Iene" ad Acireale
un tal "Pietro" consegnerebbe 3.500 euro all'edicolante che poi
comprerebbe il voto a favore di Castro. Nel caso di Tamajo, nel mirino sono due
galoppini. Uno dei quali, intercettato al telefono, rivela: «Gliel'ho detto a
Tommaso, a sua moglie, hanno detto: "Noi glielo diamo il voto (a Tamajo,
ndr), problemi non ne abbiamo"». E ancora: «Gli ho detto: "Vedete che
siamo pagati". "Ah va bene, meglio"».
“In
entrambe le indagini, ad Acireale dopo il servizio televisivo, e a Palermo per
il caso Tamajo, i politici si difendono e assicurano di non sapere nulla.
Infatti le somme sono state versate da galoppini a terzi. Ma questo sistema,
secondo i magistrati, sarebbe stato congegnato proprio per ‘schermare’ attraverso
faccendieri e galoppini i candidati che pagano per la loro elezione.”
Questi politici non
disdegnano niente, pur di avere voti, ma i luoghi “preferiti” sono naturalmente
quelli dove la povertà è più alta e i bisogni più impellenti: i quartieri di periferia:
“Alle
scorse elezioni comunali, e alle ultime Regionali, a Palermo sono stati
segnalati altri metodi che
rappresentano una richiesta di voto «in
cambio di regalie»: a Passo di
Rigano un deposito si apriva e da lì uscivano beni alimentari di vario genere. E nel quartiere molti assicuravano
che dietro c'era un candidato al Consiglio comunale. C'è poi un altro sistema:
quello dei Caf.
Anziani, disabili o anche chi ha bisogno di permessi
per malattie e gravidanze, o chi deve presentare la dichiarazione dei redditi
per avere sgravi fiscali, deve spesso passare da un Caf: e sono innumerevoli i
politici che ne hanno uno a riferimento, grazie al quale magari propongono
un servizio spacciandolo per un favore.
“Tecnicamente
questa è una corruzione difficile da dimostrare, ma che cos'è se non un esempio
di voto di scambio?
“Una
cosa è certa: in Italia non c'è nessun'altra regione, eccetto la Basilicata, ad
avere una percentuale di votanti così elevata che ammette di aver ricevuto
proposte di scambio…”
La corruzione in
questo sistema sociale è strutturale e tocca tutti gli ambiti e tutti i
livelli, basta leggere ogni giorno le notizie riportate dai mass media, e
quella “elettorale” ne rappresenta l’emblema.
L’articolo lo si può
leggere a questo indirizzo:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/01/02/il-partito-del-voto-di-scambio-col-9-per-cento-decide-chi-vincePalermo02.html?refresh_ce
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