il PD impone alla sinistra il dietrofront, i movimenti rilanciano!
Avallare
le pessime parole del sindaco PD di Macerata Carancini sulla necessità
di rispettare il dolore della comunità locale evitando manifestazioni è
sintomo di una concezione della politica orientata al mantenimento con
ogni mezzo necessario della pace sociale, e non come luogo nel quale i
processi storici e gli atti politici producono reazioni e messa in
movimento di corpi.
La retorica
dello sciacallaggio, proposta da Carancini e assunta da queste
organizzazioni, è quella che infatti più serve alla costruzione di un
regime di oblio sulle precise responsabilità di quanto successo. Così
come in occasione di tragedie ferroviarie o sui luoghi di lavoro è
impensabile permettere discorsi che nascondono le responsabilità, in
questo caso è inammissibile sottostare ad una posizione del genere.
La
logica che sottende una tale decisione sembra essere decisamente
orientata ad uno stato di sottomissione al Partito Democratico. Una
scelta che probabilmente ha le sue radici nel mantenimento e nella
riproduzione fini a se stesse delle organizzazioni in questione.
Inutile
allora blaterare di fascismo rampante e di xenofobia quando si rinuncia
ad ogni possibilità di mettere seriamente in discussione la sbandierata
'onda neofascista montante' come in occasioni di piazza importanti come
quella di Macerata.
Chi oggi
invoca la pace sociale come il sindaco PD della città marchigiana
appartiene ad un partito che negli ultimi anni ha demolito ogni argine
al discorso razzista portato da Lega e formazioni neofasciste nel
dibattito politico, affermando retoriche suprematiste nonché tecniche
amministrative orientate alla preferenza nazionale e alla distruzione di
ogni tipo di solidarietà.
Piegarsi
a questo diktat è una responsabilità politica pesante e irricevibile
dove per giunta i termini del baratto sono la pace pre-elettorale da
scambiare per la non partecipazione.
Francamente
non ci stupiamo della decisione di questa sinistra che anche davanti al
sangue migrante versato a terra dai colpi di pistola leghista se ne
torna nel suo habitat naturale: l’Aventino d’oggi, fatto di qualche
talkshow e qualche cena della campagna elettorale organizzata da lega
coop e associazionismo vario dove magari promettere ai commensali un
comunicato rivolto al Ministro del lager libici Minniti per far chiudere
qualche sede fascista.
Non ci
stupiamo ma non vogliamo assuefarci a questo dibattito i cui termini
vanno ripresi dall’iniziativa antifascista militante. Bene quindi la
conferma della manifestazione nazionale antifascista da parte delle
realtà sociali marchigiane e importante rilanciare l’appuntamento di
sabato a Macerata.
Riempire le strade di Macerata sabato è ancora più importante!
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