Erdogan a Roma: scontri al sit-in di protesta, un
ferito - Foto e Video
Il presidente turco dal Papa, Mattarella
e Gentiloni (senza stampa). Curdi in piazza
Scontri tra manifestanti e
polizia al sit-in di protesta a Castel Sant'Angelo contro la visita del
presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Roma. Al termine della manifestazione
un gruppo di partecipanti, dietro allo striscione 'Erdogan boia', ha cercato di
partire con un corteo non autorizzato verso San Pietro. La polizia, in tenuta
antisommossa, li ha caricati: un
manifestante è rimasto ferito. I partecipanti intonano cori "vergogna, vergogna"
e chiedono di fare un corteo. Il manifestante ferito è riverso in terra e ha il
volto insanguinato. Due
persone sono state fermate.
Al vaglio degli investigatori anche le immagini riprese dalla polizia scientifica per identificare i partecipanti ai disordini. I manifestanti intanto sono rimasti nei giardini di Castel Sant'Angelo circondati dalle forze dell'ordine. A partecipare al sit in al momento esponenti dei Movimenti e della comunità curda.
"Non andremo via finché non rilascerete il nostro compagno che avete fermato".
vostra democrazia - urla una donna curda - noi siamo qui a difendere le nostre madri e i nostri figli. Oggi avete perso voi e anche il Papa. Il popolo curdo è qui a chiedere la pace. Avete perso l'umanità".
La visita dal
Papa - E' durata circa cinquanta minuti l'udienza di Papa
Francesco al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan. "Vi ringrazio
per il vostro interesse", ha detto Erdogan al Papa arrivando in Vaticano,
secondo quanto riferito dai presenti. Il Papa a sua volta ha ringraziato per la
visita. L'incontro si è svolto in un clima cordiale e sorridente. Il Papa ha
donato ad Erdogan un medaglione rappresentante un angelo spiegando:
"Questo è un angelo della pace che strangola il demone della guerra. E'
simbolo di un mondo basato sulla pace e la giustizia".
L'incontro tra Papa Francesco ed Erdogan ha visto tra i temi lo status di Gerusalemme: si è parlato anche della "situazione in Medio Oriente, con particolare riferimento allo statuto di Gerusalemme, evidenziando la necessità di promuovere la pace e la stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale". "Sono state evocate le relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Turchia e si è parlato della situazione del Paese, della condizione della Comunità cattolica, dell'impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate". Lo riferisce la sala stampa vaticana.
L'incontro tra Papa Francesco ed Erdogan ha visto tra i temi lo status di Gerusalemme: si è parlato anche della "situazione in Medio Oriente, con particolare riferimento allo statuto di Gerusalemme, evidenziando la necessità di promuovere la pace e la stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale". "Sono state evocate le relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Turchia e si è parlato della situazione del Paese, della condizione della Comunità cattolica, dell'impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate". Lo riferisce la sala stampa vaticana.
Roma blindata per l'arrivo del 'sultano'. Aree
off limits, bonifiche a tappeto, reparti speciali in campo per garantire la
sicurezza di Recep Tayyip Erdogan, il presidente turco temuto e corteggiato in
ordine sparso da Oriente e Occidente. L'uomo che gioca in proprio molte delle
partite chiave del Medio Oriente vedrà papa Francesco, Sergio Mattarella e
Paolo Gentiloni. E se con il pontefice la prospettiva sul mantenimento dello
status di Gerusalemme è comune, i colloqui con il capo dello Stato e il premier
serviranno a ribadire il fatto che "le relazioni bilaterali sono
eccellenti" - come ha detto lo stesso Erdogan prima della partenza - ma
difficilmente scalfiranno le sue certezze non negoziabili sulla necessità della
'guerra' ai curdi e sulle responsabilità dell'Unione europea in merito allo
stallo dei negoziati di adesione di Ankara.
Per
proteggere il presidente turco dal rischio di attentati e tenere lontane le
proteste annunciate sono stati mobilitati 3.500 agenti.
All'interno della 'green zone' che va da San Pietro a piazza del Popolo fino al
Colosseo e al Circo Massimo non saranno tollerati assembramenti, mentre i
percorsi del corteo presidenziale rimangono riservati e i giardini di Castel
Sant'Angelo si preparano ad accogliere un sit-in della rete Kurdistan Italia.
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